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Ristorante Dal Vero
Piazza Indipendenza,24 Badoere di Morgano (TV)
Tel. 0422.739614
Chiuso il lunedì
Data recensione : 09/2005


Ivano Mestriner è un bel tomo.
Chi si occupa di gastromondo sa che, per molti Chef, 1 o 2 piatti simbolo
li accompagneranno per il resto della loro vita professionale.
Prendete Gualtiero Marchesi; il suo Risotto con la foglia d'oro è il primo
riflesso pavloviano che vi viene alla mente, nonostante le decine di prove
d'Autore che ha lasciato nel ricordo di ogni palato che si rispetti.
Venendo ai nostri giorni, non si può certo dire che Massimiliano Alajmo,
sia uno cui difettino fantasia e creatività ad esplosione multipla. Il
suo Cappuccino di seppie al nero è link immediato con l'universo
calandroso.

Ivano Mestriner è una storia a parte.
Il ragazzo è un predestinato, farà strada, quanta non si può immaginare,
ma già a fine anno se ne avrà un riscontro attraverso i media ufficiali
che distribuiscono commende gourmand.
Il buon Ivano "Dal Vero", come lo chiamano amici ed estimatori, tuttavia
ha un problema.

E' un Catapulta Jones dei fornelli. E' uno che sforna minimo 3, 4 piatti
nuovi a settimana, l'è che lo trattengono anche.
Di questi piatti, alcuni, veramente, sono già degli istant classic.
E' storia di ieri, vedere il Piovraburgher (cfr. Mucca Pazza, alias Il
Gastronomo Riluttante), geniale nella sua semplicità; nello stesso periodo
a noi c'aveva fulminato la Vellutata di Porcini con Ostriche, segnalazione
regolarmente postata sul NG., e gli esempi potrebbero seguire dozzinali
(nel senso numerico) lungo le plurime visite effettuate dal novembre '04.
Ma qual'è il problema. Vai. Trovi due, tre piatti che sono autentico
viagra per papille e derivati; a qualcuno devi rinunciare, ma dici, beh,
torno tra dieci giorni, magari con un compagno di merende degno della
pugna.

Torni, ti siedi, apri la "Carta", trovi metà di quello che c'era prima,
l'altra metà sono tutti piatti che escono dalla Nursery dell'Ivano e la
giostra ricomincia.

Insomma, non fai in tempo ad affezionarti ad un piatto, a chiederne un
bis, che devi sempre e comunque ridistribuire le tue pulsioni affettive.
Aniway, il ragazzo è giovane, talentuoso. Gioca in cucina e sui piatti con
quella verve, quel talento naturale, che aveva il Golden boy nei campetti
dell'oratorio della sua Alessandria, o Schumy baby quando derapava con i
go-kart del papà.

Ti dici. Crescerà. L'età porta consiglio, saggezza e maturità, e magari
quella Creme Brulè al Foie gras e tartufo la prossima volta la ritrovo.
Già, la Creme Brulè al Foie & Trifola ...andiamo con ordine.
Neanche il tempo di aprire nel dopo ferie e la Carta è tutta nuova.
Eravamo andati a fargli gli auguri prevacanzieri a fine Luglio. Di allora
è rimasto solo il Piovraburgher, come volevasi dimostrare.

Saluto della cucina con uno "Spuntì" di Lingua salmistrata.
Lingua lavorata, mantecata, pappata in un baleno tanto è buona.
Fritto di Bosco.

Ci sono, alla base, delle Finferle, piccoli funghetti che puoi confondere
con i chiodini. Sopra un Porcino tagliato in due "con l'itterizia", tanto
è verde, ma è perchè la pastella è stata bistrata con del trito di
prezzemolo. Simpatiche le Finferle che, anche fisicamente, fanno il verso
ai pesciolini di tradizionale frittura adriatica.
La Creme Brulè.

Il genio sta anche, da una base semplice, stravolgere il tutto con
intuizioni che solo sana follia può carburare.
Non c'è niente da dire. In tutto e per tutto è una Creme Brulè.
La annusate e capite che un conto è vedere la Bellucci al Museo delle
cere, un conto è avervela di fronte in ... carne e ossa. La possedete
senza ritegno (la Crème, non la Bellucci), tanto è intrigante la
rivoluzione copernicana dell'Ivano che ha trasposto, tra l'altro,
all'antipasto un classico dessert.

Prendete un aereotaxi, l'auto blu di Fazio (tanto, forse a lui non servirà
più...) e precipitatevi (o, per far prima, paracadutatevi) su Badoere
downtown.

Vellutata di fagioli di Lamon con frutti di mare all'olio piccante,
trancio di branzino e fazzoletto di scampo.
Ottima, la vellutata è molto muscolare, forse i frutti di mare, in questo
caso, erano stati scartati alla leva, buoni ma gli mancava quel tocco in
più.

Una pura questione di pescato quotidiano, perchè il piatto funziona.
Zuppa di ovuli con animelle fritte.
Il clichè è simile al precedente. Animelle da Paradiso, piano
nobile...arcan..geliche (Cazza Tuning, of course).
Personalmente, tuttavia, ho trovato che gli ovuli, zuppati caldi,
perdevano alcune delle loro caratteristiche (leggi profumi e fresca
croccantezza); sarebbe bello rivisitare il piatto in chiave fredda per
vedere l'effetto che fa accussì la componente micologica.
Trippa di maialino con chiodini.

Se siete amanti delle frattaglie, ma sino ad ora nella vostra vita
(pardon, nella vostra panza) si erano intrufolati solo villi digestivi
bovini, provate i cuginetti suini, fantastici ( e quel malandrino
dell'Ivano ci aveva sedotto con le trippette di gallina, da paura, provare
per credere, ma è la solita storia del sedotti e ... abbandonati; si sta
facendo una petizione scritta tra gli avventori più fidelizzate per "...à
ridacce è trippe de pollo")

Pancia di Vitello con purè di sedano rapa e finferle saltate.
Non è descrivibile.Forse solo lcr ha avuto la fortuna di potersela
procurare "alla fonte". La mattonella della Pnacia, detta anche
Biancostato, è napoleonica nella sua componente di cotica e di ciccia
sottocutanea.

Un bon bon lipidico per cui potreste anche trovarvi davanti al Plotone
della Legione Straniera, guardarli con sufficienza e dirgli..."fate pure",
a meno che non abbiate ancora qualche telefonata da fare...
Ecco. Questi sono gli Instant Classic dell'Ivano da Baodere.
Oggi è così, domani chissà.

Una chicca in anteprima per gli amanti delle frattaglie.
A Fine settembre partirà una sezione della carta specificatamente dedicata
al quinto quarto. La speranza che qualche piatto diventi finalmente
stanziale potrebbe diventare una concreta realtà.
Mai mettere limiti alla provvidenza.


Giancarlo Saran