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Combal Zero
Piazza Mafalda di Savoia (presso il Castello di Rivoli) 10098 Rivoli (TO)
Tel. 011 9565225
Data recensione : 08/2005


Visitato venerdi' 19 agosto a pranzo.
Era da tempo che ero curioso di provare questo locale, e finalmente c'e'
stata l'occasione giusta, visto che il Combal.Zero e' rimasto aperto
tutto agosto. Io ed altri due amici abbiamo deciso di fare il viaggio
per provare il controverso menu creativo di Davide Scabin.
Dal punto di vista estetico il locale e' spettacolare. Il Castello di
Rivoli e' un'ottima cornice, e da tutti i tavoli si ha la vista sul
pezzo di pianura che ospita Torino. Anche dal lato funzionale e' un gran
bel ristorante: la disposizione in lunghezza dei tavoli rende agevole il
servizio, e fa in modo che tutti possano avere la vista su entrambe le
vetrate laterali. La disposizione dei tavoli dovrebbe anche fare in modo
che sia quasi impossibile venir disturbati dai tavoli vicino. Uso il
condizionale perche' eravamo solo noi 3 a pranzo...

Quando ci vengono portati i menu veniamo stupiti da una piacevole
sorpresa: i degustazione non sono vincolanti per il tavolo, e nemmeno
per il cliente stesso. Ognuno e' libero di prendere un qualsiasi piatto
in elenco, disporlo nell'ordine che vuole e crearsi il proprio menu
personale. Totale liberta' al cliente quindi, cosa apprezzabilissima.
Eravamo tentati di farsi ognuno il proprio collage, io personalmente
avrei voluto provare un po' di piatti della tradizione, ma poi abbiamo
deciso di scegliere tutti il menu creativo, per provare questo tipo di
proposta nella "purezza" pensata dal creatore.
I menu sono belli da vedere ed in linea con l'impostazione del locale.
Il misto tra fogli di acetato e cartoncino ricordano un incrocio tra una
relazione dell'accademia di belle arti ed un seminario di ingegneria.

Ora provero' a fare il classico elenco delle portate con relativi
commenti. Come mio solito e' possibile che ci siano dimenticanze od
errori. Non mi piace prendere appunti mentre mangio e nemmeno sforzarmi
di memorizzare tutto. Preferisco andare al ristorante per gustarmi il
pasto, e poi ricordare quello che mi rimane impresso, anche se perdo
dettagli.
Se avete intenzione di provare questo menu vi consiglio di non leggere
oltre. E' meglio andarci e provare personalmente la sorpresa sul posto.

Appena seduti ci e' stato offerto un cocktail con purea di pesca e
qualcos'altro. Buono, non ricordo altro.

L'appetizer era una crema di piselli fredda con misticanza croccante.
Era servita in una specie di provetta grande, con sopra un tappo a
cappuccio bianco con dentro la "misticanza croccante". Il tutto da
mangiare con un cucchiaione di plastica stile gelateria. Come il
precedente: buono senza lasciare il segno.

E' poi cominciato il vero menu degustazione.

Hambook
Si tratta di una specie di contenitore di plastica (stile
videocassetta), con dentro due fette di melone ed una gelatina di
melone. Visivamente fa il suo effetto, ma dal lato gustativo e' una vera
e propria delusione. Il prosciutto era discreto e nulla di che, la
gelatina aveva un sapore direi "plasticoso", si era persa la spinta
amarognola/acida del melone fresco. Come provocazione iniziale ci puo'
stare bene, come esperienza gustativa puo' solo finire nel mio libro nero.

Polenta morbida, crocchette di foie gras d'oca
La polenta morbida non era nulla di che, il foie gras all'interno della
crocchetta era ancora a temperatura molto prossima agli 0 gradi
centigradi. Sarebbe stato meglio tenere la crocchetta un po' piu' a
lungo nell'olio... Forse chi l'ha preparato si e' fatto influenzare dal
nome del ristorante.
Insomma, un piatto con una bella concezione ma con una realizzazione scarsa.

Ostrica virtuale
Si tratta di un cubetto di anguria con sopra dei filetti di mandorla e
della bottarga di tonno. Va mangiato con gli occhi chiusi. In questa
maniera, pur sapendo cosa si sta per assaggiare, non si puo' fare a meno
di pensare di avere in bocca un'ostrica (ovviamente a patto di aver gia'
mangiato un'ostrica nella propria vita, hehehehe): le 3 componenti
ricordavano ognuna alcune caratteristiche dell'ostrica vera, e messe
assieme la memoria associativa ci porta direttamente e naturalmente
all'ostrica vera. Questo e' stato un piatto moooolto interessante.
Ottimo da mangiare, e grandioso nella sua concezione.
Dopo questo piatto coi miei due amici abbiamo ipotizzato che i primi due
piatti fossero volutamente scarsi per andare in crescendo.

Uova di quaglia, burro di arachidi e patatine "piu' gusto"
In realta' nel degustazione era previsto un altro piatto con le ostriche
vere, ma non avendone trovate di fresche allora lo chef ha deciso di
sostituirle con questo piatto. Peccato, mi incuriosiva il fatto di
provare un'ostrica vera dopo quella "costruita".
Questo piatto e' stato molto buono, anche se avevo preferito il precedente.

Zuppizza.
Se ne e' parlato in lungo ed in largo, quindi saprete di cosa si tratta.
Dal lato gustativo e' stato semplicemente ottimo, ogni componente era di
alto livello. Dal lato del concetto non ci e' sembrato nulla di
notevole, tutt'altro. Tolto il nome intrigante, per il resto non e'
certo un piatto che rivoluziona il concetto di pizza, anzi. Ma questo
per me passa in secondo piano, dato che il piatto e' ottimo da magnare.
Con la zuppizza vengono servite a scelta o la birra Moretti o la
coca-cola. Ho scelto titubante la Moretti, tanto per seguire le proposte
dello chef, e questo mi ha ricordato perche' avevo deciso di non berla
piu' da anni.

Fossil
Viene servita una ciotola con dentro dei funghi secchi di decorazione ed
una specie di pesce fossile fatto di argilla cotta al forno. Questo
"fossil" va rotto con un martello, e dentro si trova un cartoccio di
carta con dentro un pezzo di sogliola, dei pezzetti di fagiolini e di
tartufo nero. Divertente come approccio, dal lato gustativo decente e
non oltre.

Affogato al merluzzo
Merluzzo servito in un bicchiere da cocktail ed affogato da una crema di
patate viola. Dimenticabile, i sapori erano proprio mosci.

Cybereggs
Altro piatto strafamoso, uno dei motivi del nostro viaggio. Devo dire
che vale pienamente la sua fama, ci ha coinvolto da tutti i fronti.
Ottimo da mangiare, spettacolare la presentazione e la preparazione.
Degna di nota anche la vodka di accompagnamento.

Harry Potter
4 caramelle misteriose in involucri di 4 colori differenti. Ogni persona
e' libera di scegliere in che ordine mangiarle. Se non ricordo male una
era con la trippa, una con la coda di bue, una a base di ananas e mela
cotogna, una a base di riso e canditi. Noi ci siamo fatti influenzare
l'uno dall'altro, cercando di seguire ordini diversi. Io in particolare
ho preso per prima la trippa, poi sentendo cosa avevano trovato gli
altri due ho tenuto le due caramelle dolci per ultime. Tutti e 3 siamo
rimasti esaltati da questo piatto, pur avendo seguito ordini diversi.
Chiaro segno che le caramelle sono pensate perfettamente per stare
insieme alla grande nel loro complesso.

Bomba savoia con croissant
Un mini croissant salato da intingere nella fonduta e in una salsa
leggera di acciughe. Una chiara provocazione/colazione sulle tradizioni
piemontesi. In complesso molto buono.

Petto di faraona all'eucalipto, carpaccio di ananas
Piatto molto buono secondo me, ho apprezzato l'abbinamento esotico.
Anche se la cottura della faraona non era resa al massimo.

Piolakit
Per chi come noi non e' piemontese va detto che col termine "piola" si
indicano le osterie. Viene servito un cartone con dentro 6 mini-vasetti,
una provetta con dentro della barbera ed un mini mazzo di carte da
gioco. A parte un mini-bicchiere nel classico stile dei bicchieri da
vino delle osterie, in cui versare la barbera della provetta. I 6
vasetti, da consumare in ordine stabilito, contenevano: tomino verde;
peperone, cipolla e salsa d'acciuga; cotechino, puree e tartufo;
bollito; agnolotti in brodo; panna cotta.
I primi 3 erano buoni ma non esaltanti. Il bollito era ottimo.
Gli agnolotti ci hanno sorpreso fortemente sia in positivo che in
negativo. Erano talmente mini da far paura, sia per la precisione sia
per la pazienza che deve servire nel farli. Il problema e' che al 99% il
brodo era fatto col dado...
La panna cotta era ottima, fatta alla perfezione. Qui il problema era la
salsa al caramello in copertura, il sapore era cosi' plasticoso da farmi
pensare che fosse di quello industriale.
La barbera era perfetta nel contesto, ricordava in pieno i vini che si
bevono nelle osterie. Di certo non me la ricordero' come uno dei
migliori vini che abbia bevuto.

I dessert del degustazione creativo comprendevano due piccole
preparazioni. Siccome in carta ce n'erano altre 4, non ho potuto
resistere dal chiedere di portarmi la serie completa (tanto per dare un
motivo in piu' ai miei amici di chiamarmi "uomo glucosio").

Cocoalexander
Una reinterpretazione del classico cocktail. Buono, ma non oltre.

Baby meringa alle fragole
L'abbinamento meringa e fragole e' una delle mie perversioni. Quindi
gia' in partenza si andava sicuri che mi sarebbe piaciuto. Preparazione
ottima, anche se siamo fuori stagione.

Parfait al caffè con gelatina allo zafferano e rosmarino
Mangiabile, non saprei che altro dire, non mi ha lasciato altri ricordi.

Cremino di latte con crema alla nocciola
Classico, semplice... semplicemente eccezionale! Grandissimo dessert, ne
avrei chiesti altri 10.

Martini williams drink
Un misto tra un martini e le pere williams. Discreto.

Chibuste con maracuja e cialda croccante
Mangiabile ma anonimo. Avrei di gran lunga preferito finire col dessert
alle nocciole, di tutt'altro livello.

Poi il "post dessert":
Elio camparilemonsoda
Di per se' nulla di che, a parte il palloncino con l'elio. Visto che
eravamo da soli in sala abbiamo potuto divertirci come bambini scemi,
heheheheheh!

Come caffe' abbiamo preso un Giamaica Blue Mountain, ottimo. Assieme ci
e' stata portata la piccola pasticceria, buona.


Come esperienza la reputo un po' controversa, ma non mi sono certo
pentito di aver scelto di farla. Dal lato gustativo non e' stato un
pranzo eccellente. Certo, ci sono stati 4 piatti di grandissimo livello
(ostrica virtuale, cybereggs, harry potter ed il dessert alla nocciola),
ma anche preparazioni scarse (hambook da dimenticare, il foie gras semi
congelato, il brodo col dado, il caramello...). Se si prova il menu
creativo basandosi solo ed esclusivamente sull'aspetto gustativo allora
e' molto facile uscirne insoddisfatti. Ma credo sia meglio avere un
approccio piu' da "congresso" che da "ristorante". Il lato piu'
interessante dell'aver provato il menu creativo, secondo me, e' stato
nel fare attenzione alle reazioni del proprio cervello ai vari piatti.
E' questo per me il fascino maggiore di questa esperienza. Si nota
facilmente che dietro ad ogni piatto c'e' una precisa ricerca di cercare
di indurre una certa reazione nel cervello del cliente, di stimolare
inconsciamente una certa reazione, soprattutto nei processi associativi.
Il gioco psicologico e' riuscito in pieno. Ad occhio meta' del costo del
menu creativo (140 euro) serve per pagare le "stronzate" di contorno
(palloncini, terracotta, provette, cartine, plastica ed altro). A
guardarlo in maniera fredda e razionalmente gastronomica verrebbe da
incazzarsi. Come verrebbe da incazzarsi a vedersi servire "roba di basso
livello", tipo le patatine da supermercato o le smarties, in un locale
di alto livello sia come mire che come costo. Pero', preso tutto nel
contesto e dando peso alla ricerca psicologica dietro alla costruzione
del menu, posso solo dire che non mi dispiace essermi fatto prendere per
il culo da Scabin, anzi, mi sono divertito. Secondo me la sua bravura
sta tutta qua, nel riuscire a farti pensare robe tipo: "cazzo, ho fatto
450 km per mangiare sta schifezza tipo le smarties, respirare elio e
sparare troiate con la voce sblergosa, e nonostante questo sto ridendo
di gusto".
L'impressione di un forte approccio psicologico in Scabin ce l'ho avuta
anche dopo averci parlato assieme. Abbiamo chiesto se era possibile
salutarlo, e poi siamo rimasti a parlare con lui per un'ora e mezza.
Questa e' stata di sicuro la parte migliore dell'esperienza al
Combal.Zero, sia per l'ospitalita' che per la cultura e l'intelligenza
dimostrate da Scabin. E' stato un vero piacere parlare con lui. Mi e'
sembrato piu' di parlare con uno psichiatra che con un cuoco, per
l'impostazione logica dietro ad ogni suo discorso ed al suo sviluppo:
cercava di sondare le nostre reazioni in maniera sistematica, ed
adattava sempre il discorso alle nostre reazioni. Pero' e' riuscito a
mantenere una naturalezza ed una onesta' degne di lode. Naturalezza che
e' cresciuta sempre di piu' dopo che uno dei miei amici gli ha detto che
la zuppizza era una stronzata ideologica ed io l'ho corretto sulla serie
di Fibonacci. Insomma, si è notata una profonda ricerca in tutto quello
che fa, vista la preparazione in vari campi che ha dimostrato, e vista
l'impostazione logica di tutti i suoi discorsi. Gli riconosco anche una
perfetta onesta' intellettuale, stimolata anche dal fatto che ci
interessava scambiare due chiacchiere in maniera sincera senza leccargli
inutilmente il culo.
Insomma, sono tornato dal Combal.Zero convinto di aver fatto una
esperienza degna di nota, anche se il lato puramente gastronomico e'
passato un po' in secondo piano. Certo, 4 piatti finiranno nel mio
annuario personale, ma la cosa piu' interessante e' stato l'approccio
mentale, sia nel conoscere Scabin, sia nel vedere le mie reazioni di
fronte a determinati e voluti stimoli.
Spero solo che Scabin non cerchi di esagerare con l'anticonformismo,
fino a diventare anti-anticonformista, e quindi conformista. Capisco ed
apprezzo la ricerca psicologica, ma spero che in futuro si ricordi di
essere prima di tutto un cuoco, in maniera da evitare passi falsi
gustativi come l'hambook, o come il mettere in carta gli asparagi quando
siamo completamente fuori stagione. Certo, la mia e' una visione
parziale della sua proposta, visto che non ho provato i piatti "normali"
(prima o poi rimediero'), pero' spero che ponga l'attenzione sua e degli
altri sulla qualita' prettamente gustativa dei piatti. In fin dei conti,
in un periodo in cui la moda gastronomica e' quella del "famolo strano",
puntare sulla sostanza diventa, paradossalmente, anticonformista.


Teo Favaro