> Siti e blog del Network ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() TigullioVino.it
© |
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori
Torna all'archivio
Invia una recensione
Trattoria Cooperativa La Ragnatela via Caltana, 79 Scaltenigo di Mirano (VE) Tel. e Fax 041 436050 Chiusura il mercoledi'. Data recensione : 08/2005 Lunedi' eravamo al lavoro, arrivati a mezzogiorno non avevamo voglia di prepararci da magnare, cosi' abbiamo deciso di andar fuori. Il problema era trovare un posto aperto, cosi' dopo varie telefonate abbiamo optato per questa trattoria consigliataci da un amico. La Ragnatela si distingue dagli altri locali per essere una cooperativa. La trattoria e' nata una ventina di anni fa su decisione di una quindicina di operai che, stanchi della vita di fabbrica, volevano lavorare in un ambiente paritario. Come avrete intuito il locale e' apertamente schierato a sinistra. La cosa che colpisce e' che il personale lavora a "rotazione", ossia si organizzano in modo da scambiarsi i turni in maniera libera, cosi' ogni persona ha il suo tempo libero, ed il locale resta aperto tutto l'anno senza ferie (esclusa la chiusura settimanale del mercoledi'). Arrivare al locale e' relativamente facile. Arrivati al semaforo in centro a Scaltenigo (un paesetto bello piccolo) basta prendere la strada per Marano e lo si trova dopo circa un chilometro sulla destra. E' facile da raggiungere anche per chi arriva dall'autostrada: basta uscire al casello di Dolo, prendere la strada per Mirano, ed il primo paese che si incrocia e' proprio Scaltenigo. Al semaforo si gira a destra verso Marano. L'interno e' in classico stile trattoria di queste zone. Appena entrati si vede subito che la trattoria e' gestita da gente appassionata. Da vari manifesti si nota la loro collaborazione con Slow Food. Poi sono messi in bella mostra vari prodotti di qualita' (riso, olio, legumi). Inoltre c'e' una bella libreria, riempita di libri e riviste del settore. La sala e' un unico salone, diviso in due da un separe'. I coperti ad occhio sono una ottantina. Il menu si divide in due: i piatti della tradizione ed i piatti "ricercati". Se si resta nella tradizione si puo' fare pasto completo con circa 20 euro, i prezzi dei piatti "ricercati" invece sono ben superiori (i secondi variano dai 12 ai 17 euro). La carta dei vini e' molto ben fornita per essere una trattoria, con molti vini veneti ed anche una buona scelta internazionale, sia grandi nomi che piccoli produttori. I ricarichi sono nella media dei ristoranti. I vini sono sicuramente il punto di forza del locale. Non mi sarei mai aspettato una scelta del genere da una trattoria. Inoltre il caposala e' un vero appassionato, sempre alla ricerca di piccoli produttori che puntano alla qualita'. Io ho optato per il rischio ed ho preso 3 piatti "ricercati". Come vino siamo stati tranquilli, abbiamo preso un Terlaner della cantina sociale di Terlano a 12 euro. Il mio antipasto era una vellutata di fagioli con astice e bacon croccante. La vellutata era molto buona. Sopra c'era una chela intera di astice, buona ma un pelo troppo cotta secondo me. Anche il bacon era un pelo troppo croccante. In complesso un buon antipasto. Il primo erano degli straccetti con ragu di capesante e foie gras. Gli straccetti erano un misto di pasta normale e pasta al nero di seppia. Le capesante erano tagliate a pezzetti, discrete. Del foie gras non c'era traccia, molto probabilmente se l'erano dimenticato nella confusione del servizio (ferragosto col locale pieno). La salsa era composta in buona parte da panna. Insomma, non sono rimasto esaltato da questo piatto. Il secondo erano dei bocconcini di coda di rospo su passata di porri. Buono, anche se il pesce era un pelo troppo cotto, ed avevano lasciato la pellicola esterna. I dolci sono tutti di loro preparazione, e sono offerti ad un prezzo molto onesto, ossia 3.50 euro l'uno. Io ho optato per uno zabaione al porto con salsa di melone. In realta' era un semifreddo allo zabaione, non un vero zabaione fatto al momento. L'abbinamento col melone era ben azzeccato. Una piccola critica sul semifreddo, l'avrei preferito meno compatto e piu' spumoso. Il servizio e' cortese ed informale, in pieno stile trattoria. Le porzioni sono molto abbondanti, siamo arrivati a fatica alla fine del pasto. L'impressione e' stata di una cucina da trattoria tipica con buona mano e lontana dai modernismi, piu' vicina agli anni '80 per intenderci (vedi le cotture un po' prolungate dei pesci, e la panna nel primo). Credo sia meglio scegliere i piatti della tradizione che non quelli "ricercati", sia per la resa che per il costo. Il conto finale e' stato di 90 euro in due. Non ricordo le singole voci, e non ho io sottomano la ricevuta. Teo Favaro |