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Madonnina del Pescatore Lungomare Italia 11 Marzocca di Senigallia (AN) Tel. 071.698267 Data recensione : 07/2005 Dopo avere inutilmente cercato di partire per le vacanze il venerdì pomeriggio ed essere rimasti bloccati sulla tangenziale di Milano per due ore, ci mettiamo volonterosamente in cammino verso il mare la mattina alle 5.30. Ma il concetto di 'partenza intelligente' è ormai superato: alle 6 ci sono già quattro chilometri di coda al casello dell'autostrada, e la situazione praticamente non muta fino a dopo Bologna, con innumerevoli soste, prolungate e snervanti. Alle 12.30 siamo dalle parti di Rimini, stanchi e insofferenti, così telefoniamo al ristorante di Moreno Cedroni, nella speranza di compensare un viaggio da incubo. Alle 13.30 circa raggiungiamo il ristorante, parcheggiamo davanti all'ingresso e veniamo accolti dalla signora Mariella, che ci fa accomodare a un tavolo laterale, con vista sul mare . siamo in pochi, in seguito arriva qualche altro avventore per un totale di una ventina di coperti, non di più. Il nostro angolo resta vuoto, lo sguardo spazia sulla spiaggia e il mare azzurro . ci sentiamo rinascere. Il ristorante è moderno, i tavoli sono apparecchiati in modo semplice ma elegante, e in una giornata di sole come questa si nota il contrasto tra la luce che entra dalla vetrata continua rivolta verso il mare e l'oscurità dell'ingresso e della zona cucina. Scegliamo il menu degustazione (100 euro), è molto lungo e temiamo di non riuscire ad arrivare in fondo, ma veniamo rassicurati sulle quantità servite. Viene proposto anche un altro degustazione (tradizione) a 75 euro, meno affascinante secondo noi. La carta presenta antipasti a 28 euro, primi a 20 euro e secondi a 30 euro. Accanto a ogni piatto è segnata una data, a marcare le tappe della cucina di Cedroni. Mentre guardo la carta dei vini, caratterizzata da ricarichi piuttosto elevati (scelgo un Sauvignon Lafoa 2002 a 40 euro) arriva con nostro grande sollievo l'americano solido. Una fresca gelatina di americano con spuma di arancia e pezzetti di pesca. Un inizio gradevole. Contemporaneamente ci vengono portati due piccoli cestini di pane (discreto) e viene versato in una ciotola un olio locale in degustazione. Poi segue il gelato al parmigiano, un omaggio esplicito a Ferran Adrià: la spuma fredda al parmigiano (delicata) è racchiusa in due cialde più saporite. Divertente e nulla più. In accompagnamento, come da menu, una flute di brut riserva garofoli, non entusiasmante. Arriva poi un piatto rettangolare di vetro con otto incavi, in quattro di essi abbiamo la degustazione di sushi (o susci): spigola, spada, tonno e pannocchia, microporzioni ma molto gustose e ben abbinate alle varie salse, con qualche chicco di riso alla base. Da gustarsi con le lunghe posate che vengono portate per la bisogna. Il pesce è freschissimo, questo è uno dei piatti migliori. Dello stesso livello i quattro cucchiai contenenti alice, baccalà, sgombro e seppia. L'ultimo antipasto è una capasanta con asparagi e uovo di quaglia, un piatto del 2005, buono ma senza particolari slanci. Il piatto di pasta sono degli ottimi paccheri con seppia, totano salsiccia e fonduta al limone. Perfetta la cottura della pasta, un po' 'normale' il sapore del sugo, dove prevale il gusto deciso della salsiccia. Poi baccalà con ragù bianco di carne. La consistenza del pesce è perfetta, forse un po' troppo forte la salatura. A seguire un piatto di carne, l'unico presente in tutto il menu. Guancia di vitello con salsa di fave e grattata di pecorino. I due bocconcini di guancia, morbidi ma non i migliori che abbiamo provato, vengono presentati in un vasetto di vetro, di quelli che si usano per la marmellata. Sfugge il senso della presentazione, che oltretutto rende difficoltoso raccogliere la salsa. Il piatto più deludente. Poi vengono serviti i due formaggi: una toma con confettura di fragole e formaggio di fossa con gelatina di lacrima di morro d'alba. Sono due microassaggi, ma di ottimo livello, grande qualità dei formaggi, perfetta maturazione e abbinamento indovinato. Si conclude in bellezza con i dolci: un intrigante cucchiaio di cioccolato con riccio di mare e olio alle clementine, sapori complessi che si fondono molto bene. Poi un buon diplomatico e un 'gioco' finale con un cucchiaio di spuma di zabaione che viene immersa nell'azoto liquido dove si solidifica per qualche istante restando freddissima. Da mangiare con le mani prima che smonti. Due caffè accompagnati da anonimi biscottini concludono il pranzo. Abbiamo trascorso un pomeriggio molto piacevole. Complice forse la stanchezza del viaggio, abbiamo affrontato il pranzo in maniera rilassata, accompagnati in questo dal servizio informale ma corretto delle giovani e sempre sorridenti cameriere e del sommelier (unico appunto: in due tavoli le portate sono state servite nonostante uno dei commensali si fosse temporaneamente assentato, costringendo così i compagni a spiegare i vari piatti .). La cucina di Moreno Cedroni è piacevole, alcune proposte hanno forse perso parte della loro originalità e della sorpresa che potevano generare qualche tempo fa ma restano comunque ottimamente eseguite e di grande piacevolezza. Qualche perplessità sull'inserimento della carne, di cui forse non si sente il bisogno, e soprattutto sulla sua presentazione. Non so se ci tornerei, ma sono contento di esserci stato. Conto: 253 euro 2 degustazione 200 1 acqua 3 1 sauvignon lafoa 40 1 passito garofoli 4 2 caffè 6 Pumpkin |