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Locanda Mongreno Strada comunale Mongreno 50 Torino Tel. 011.8980417 Chiuso: il lunedě, in gennaio e in agosto Data recensione : 07/2005 Ai piedi della collina torinese in una location ideale (o quasi) per le calde serate d'estate, il ristorante di Pier Bussetti ha scalato negli ultimissimi anni tutte le classifiche delle grandi guide nazionali, assestandosi al top assoluto in Torino Citta' sia per l'Espresso che per Il Gambero e aggiudicandosi una stella Michelin. Il dehors e' arredato con buon gusto con sedie e tavoli in ferro battuo e una mise en table adeguata alla classe del locale. (I bicchieri sono adeguati ai vini proposti e le stoviglie bianche e moderne sono molto adatte alle pietanze piu' innovative della carta. La vicinanza di un corso d'acqua attira qualche insetto e zanzara di troppo. Sono proposte quattro tipologie di menů: il Medium abbastanza tradizionale a 55 euro a 55 euro, l'Hard a 65 euro (una specie di gioco sulla cucina piemontese), l'Extreme a 79 euro che gioca sull'innovazione piu' spinta e viene modificato spesso. Il quarto menu', uno speciale dello chef da prenotarsi con un giorno d'anticipo e, secondo le passate guide a 80 euro, ora e' decollato a 120 euro. C'e' una certa liberta' nelle scelte dei menu' e nelle modifiche dei piatti e si puo' comporre un menu' alla carta pizzicando qua e la' tra le proposte dei menu. Per il menu hard che prevede piatti classici della cucina piemontesi declinati contemporaneamente sia in versione tradizionale che innovativa c'e' la richiesta di applicarlo all'intero tavolo. Cosi' facciamo e cortesemente ci viene offerta la possibilita' di integrarlo con un piatto dell'extreme che ci intrigava. Si parte con gli sgrunchies, che sono curiosi grissini di seppia, pomodoro e, credo, sedanorapa accompagnati da un cartoccio di riso soffiato. Buono snack, ma ormai utilizzato da Bussetti invariabilmente da qualche anno. In accompagnamento Ca' del Bosco che dalla corretta metodologia di proposizione comprendiamo che sara' a pagamento (e infatti ritroviamo l'aperitivo a menu' a 7 euro). Si parte con l'insalata russa, ottima in versione classica (verdure cotte singolarmente, come ci spiega la cortese Rosanna in sala) e la versione destrutturata in bicchierino (squisito quello ai piselli). Berremo per tutta la sera Barbera Vigneto Gallina 2000 della Spinetta (47 euro), assurto ai vertici delle guide enologiche con evidente merito. L'acciuga al verde classica e' buona anche se l'abbinamento con Panbrioche pare poco azzeccato; meno interessante la versione in tempura, servita troppo fredda. Eccezionale il vitello tonnato classico, la carne e' rosata e suadente e la salsa e' perfettamente bilanciata; divertente il cucchiaio di tonno vitellato in abbinamento. Ottima la crema di mandorle con tonno crudo marinato nell'aceto, proveniente dal menu extreme e servita in ampi piatti fondi per tutto il tavolo. La zuppa del pover uomo di uova e pomodoro e' molto buona, alla temperatura corretta nella versione tradizionale e perfettamente proposta anche nellea versione destrutturata. La cotoletta in carpione e' di buona qualita', morbida e preparata con il balsamico tradizionale che le conferisce un serio equilibrio, qui la versione innovativa e' meno appariscente (e si' che Bussetti lavora con gran maestria i vari sushi di carne e pesce). Meglio la flute di crema di mele innovativa tiepida che la tradizionale torta di mele, buona ma senza picchi degni di ricordo perenne. Il sommellier, alla richiesta di un Moscato a calice ci porta un mosto, francamente del tutto dimenticabile. Da applauso le friandises (superbi un cioccolatino bianco al sale e dei microbaci di dama) che accompagnano il caffe'. Cena sostanzialmente ottima e grande organizzazione della brigata di cucina (abbiamo scoperto che lo chef quella sera era assente). Le note dolenti: si paga tutto, oltre all'aperitivo, 27 euro (!!) in 4 di acqua minerale (forse la nota piu' stonata), 4 euro i caffe', 3 euro il mediocre vino di dessert. Per contro l'offerta (gentilissima!!!) del piatto extreme e' stata assolutamente gratuita. Conto finale 390 euro in quattro tutto compreso, comunque ancora adeguato (seppure in lievitazione notevole rispetto ai mesi precedenti). Il sommelier non mi ha entusiasmato: positivo che assaggi prima lui il vino, ma negativo che, all'assenza del Marun in carta, porti direttamente in tavola il fuoriclasse Roero Roche d'Ampsei proponendolo, in quanto del medesimo produttore (il mai abbastanza rimpianto Matteo Correggia). Del Moscato, poco interessante, gia' ho detto. Ben scandito nei tempi e nell'esecuzione il servizio. James P. Sullivan |