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Ristorante PARODI Locanda del Castellano
Via Borgo Diritto, 59 Caprigliola Aulla (MS)
Tel.0187/415547
Data recensione : 06/2005


Come sono giunto a questo ristorante non ricordo bene, ma deve essere stato il classico passaparola da bar, quando ci mettiamo a indicare le nostre ultime mete enogastronomiche. Resta il fatto che, mal sopportando l’afa fiorentina, alle otto di sera abbiamo prenotato e siamo partiti per mangiare in questo ristorante che mi avevano detto con una bella e fresca veranda.

E’ molto semplice da trovare, all’uscita di La Spezia si seguono le indicazioni per Aulla e poi si devia per Caprigliola piccolissimo borgo fortificato posto a dominio della strada di fondovalle e della Val di Magra. Fu residenza estiva dei Vescovi di Luni ed è proprio nel castello di quest’ultimi che è stata ricavata la Locanda. L’auto viene lasciata nel parcheggio fuori del paese ed a piedi, non più di 200 metri, raggiungiamo il ristorante. Suonato il campanello accediamo alle sale, ampie ma apparecchiate con non più di 2 o 3 tavoli, quindi molto tranquille. Veniamo accompagnati nella veranda: bella, grande, fresca e con pochi tavoli: spaziosi ,distanziati e rotondi. Per il tipo d’ambiente l’apparecchiatura è normale, sottopiatti in Silver, tovagliato di fiandra in tono chiaro, posateria in lega d’argento di buona fattura, cristalleria ordinaria. Ci sono due tavoli già occupati da altre due coppie, il nostro, apparecchiato ovviamente per due, ed altri due tavoli che resteranno vuoti per tutta la serata.

Accomodati a sedere ci viene prontamente servita dell’acqua, purtroppo purificata. Veniamo poi lasciati “nel limbo” senza né menù né carta dei vini in attesa del sig. Parodi vero “deus ex machina” della sala ed impegnato a prendere le ordinazioni degl’altri commensali, in compenso ci viene servito, come appetizer, una pallina di caprino gelato con salsa di pomodoro e un sottile crostino di pane tostato al rosmarino. Buona preparazione ma la flute di spumante che ci viene offerta è a temperatura ambiente. Ci viene portato anche un piccolo piatto con 4-5 fettine di pane ai diversi aromi. Dopo circa 20 minuti il sig. Parodi si porta al nostro tavolo: “Poiché, lo scritto, è superato dal pescato giornaliero” non vi è traccia di menù stampato ed inizia ad “interpretare”, con molta enfasi, quali sono i piatti tra i quali scegliere la nostra cena. Ad ogni modo la “recita” del menù è molto coreografica, il sig. Parodi intercala parole in francese ed inglese e, parlando della cuoca sig.ra Parodi, la chiama “milady”. Chiediamo un percorso degustazione ma, gentilmente, ci viene detto che “milady” preferisce cucinare quello che più ci piace e/o solletica la gola. Riusciamo, quindi, pur nella confusione di non ricordare tutti i piatti elencati, ad ordinare.

La carta dei vini non l’ho chiesta ma nemmeno mi è stata proposta, il sig. Parodi ci dice che a disposizione ci sono le migliori etichette dalle Alpi alla Sicilia, ci credo e, volendo restare in zona, scelgo un Vermentino di Luni Costa Marina 2004 di Lambruschi (ahi, ahi troppo giovane)

Molto velocemente arrivano gli antipasti:

Per Dinella un……..piccolo sformatino di zucchini e gamberetti, forse dimentico qualche ingrediente. Per me una passatina di ceci con totanini novelli e cubetti di pane abbrustolito.

Buone preparazioni e gusti equilibrati.

Ci vengono serviti i primi: per Dinella i Nidi di pasta con Frutti di Mare, sapore buono, forse un filino troppo cotti, peccato per la sabbia che ogni tanto si fa sentire fra i denti.

Io ho scelto Sfoglie di Pasta con Gamberi di Santa Margherita Ligure e pomodoro. Piccola preparazione, tipo lasagnetta, di pasta fresca con ripieno di gamberi e pomodorini. Buona riuscita merito anche di una strepitosa materia prima.

La stessa ottima materia prima che si ritrova nei secondi: Scaloppa di Pesce San Pietro involtato con fungo porcino affettato a lamelle ed accompagnato da verdurine lesse per Dinella mentre a me viene servita una Scaloppa di Rombo con Lardo di Colonnata e fave stufate. Avevamo scelto solo il tipo di preparazione, il tipo di pesce è stato scelto dalla cuoca.

Ambedue i piatti sono di buon livello.

Decidiamo di terminare qui la cena senza aggiunte di dessert che, vedendoli sugli altri tavoli, sembravano interessanti.

Faccio a questo punto alcune considerazioni che magari ai più sembreranno banali e prive di significato, ma, alla luce di quanto speso, non mi sento di nascondere: il locale è molto bello, pretenzioso oserei dire, ma con delle cadute di stile notevoli per ristoranti di questo tipo.

Con la moderna tecnologia (computer, stampanti, ecc.) non mi sembra sia cosa impossibile stampare, giornalmente, una decina di menù con i piatti “secondo il pescato”. Personalmente mi sento molto imbarazzato dover studiare la pietanza che più mi piace davanti al maitre, non conoscerne il prezzo o peggio far ridire tutte le portate daccapo.

I piatti, al momento del servizio in tavola, non ci sono mai stati presentati, anzi ci è stato chiesto anche quale commensale avesse scelto l’uno o l’altro. Eravamo solo in due, un uomo ed una donna, non mi sembrava cosa difficile, nel corso dell’ordinazione, distinguere le portate in modo che il cameriere possa poi servirle correttamente, oppure è colpa del cameriere che non legge la comanda.

Il pane, una volta terminato, non può essere richiesto più volte e riportato solo ad un commensale (l’altro aveva solo una fettina e c’erano da mangiare ancora i secondi).

Avrei preferito che i caffè, il mio doppio, ci fossero stati serviti almeno con un cioccolatino, meglio se della piccola pasticceria.

Altro appunto: i bagni sono pulitissimi ed ordinati ma dopo un corridoio rivestito in pietra con una sapiente illuminazione quindi di grande atmosfera, non posso arrivare alla porta e trovare attaccate le figurine in plastica dell’uomo e della donna da trattoria degli anni settanta (quelle con l’omino vestito con la marsina, il cilindro ed il monocolo) trovando poi all’intero il dispenser per i tovagliolini piegati a C invece di piccoli asciugamani appoggiati su di una mensola come si trova oramai dappertutto in locali di un certo livello.

A mio modo di vedere sono piccolezze che fanno la differenza non dico fra trattoria e ristorante ma fra “ristorante” e “RISTORANTE” senz’altro si.

Questo il conto (non particolarmente economico):

2 Coperti 10,00 Euro
1 Vino 26,00 Euro
3 Acqua 9,00 Euro
2 Antipasti 46,00 Euro
2 Primi 30,00 Euro
1 Pesce con funghi 40,00 Euro
1 Pesce con fave 30,00 Euro
3 Caffè 9,00 Euro
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TOTALE 200,00 Euro

offerti l’appetizer e i 2 flute di spumante
Visitato Sabato 18 giugno 2005 a cena


ZIONGIU