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Osteria del Laghetto
Via Case Sparse, 11 Veveri - 28100 (NO)
Tel. 0321.472962 - non chiude mai (sembra)
Data recensione : 06/2005


La giornata è calda assai, 31° all'ombra.
L'impegno di lavoro ha portato nella città che ha come illustre cittadino
l'Oscar di trista memoria. La provincia invero offrirebbe mete allettanti,
vedi quel Lago d'Orta dove esercita il Tonino Cannavacciuolo, ma sono
35km. e la road map lavorativa non lo permette.

Consultiamo (di nascosto) la Guida Giallo.Rossa, i nomi sono due. Il
lunedì il primo è chiuso, l'altro è aperto, fish only alla Carta.
Pesce di Lunedì? che famo?
Chiediamo al barista, la bionda vicino a lui s'illumina d'immenso e dice
che è il miglior ristorante di pesce della città.
Rischiamo, il digiuno penitente non fa per noi.

Sulla tangenziale novarese, ad un tiro di schioppo, pardon di lenza dalla
rinomata De Agostini, troviamo l'Osteria. Viottolo che fa tanto fuori
porta.

Gazebo a riposo sui prati, il sottoportico è attivo, ma poichè non c'è
vento agli orginali 31° aggiungete qualche percentile.
Arriva quello che poi scopriamo essere Vito, le proprietair, anche se
dalla faccia pare il cuggino di Jack la Motta.
Il menù è recitato a soggetto, con il solito odioso block notes scritto a
mano.

Non si sa se manca la Carta, non si sa se manca la Carta solo il lunedì
perchè non si può sapere cosa passa il convento o hanno lasciato gli
avventori del uicchend.

Ci giriamo attorno perplessi cercando di meorizzare i piatti elencati.
In un angolo del giardino il Lupo di famiglia accompagna come un buon
padre il micio di poche settimane alla sua cuccia senza sbranarlo...
Nel vederci guardar piano-sequenza di amorevole cino-gattitudine Vito ci
ricorda che si fa anche di carne assortita.

Chissà se la messa in scena era studiata con Fido & Co.?
Optiamo di pesce, nell'attesa guardiamo la Carta dei Vini.
Però, Vito e i suoi picciotti: la Carta è abbellita a piè di ogni pagina
da piccole etichette scannerizzate un po' qua e un po là, non solo per
Enotria felix, ma anche di Transalpe & Oceania.

Optiamo per quel vecchio amore che risponde a Villa Bucci, targato 2002.
Nell'attesa sbirciamo di rossi...uelà etichetta Chateau Margaux...il
prezzo è ragionevole; Petrus! in un locale ittico...andiamo a guardare,
così per curiosità, ma non lo troviamo.
Specchietti per allodole? Forse, intanto ci arriva sì il Villa Bucci, ma
2003...non approfondiamo.

All'entrèe dei tavoli vicini vediamo arrivare flute di prosecco con
lamponi gelati e un trionfo imperiale di cruditè, tra cui,
inqequivocabili, Ricci di mare.Il ghiaccio è abbondante.

A noi meschini che proprio dalla terra del prosecco veniamo il Villa Bucci
sta bene, tanto più che in rapida sequenza ci si presenta una Mousse di
Astice, con Chela testimonial a fianco, e due coulisse di peperoni
rossieggialli. Non male. Forse a'mousse è un buon espediente per aggirare
il rischio lunedì...bisognerebbe accertare se è preparata solo ad inizio
semana.

Segue una dadolata di Ricciola servita a "Sevice" che, ci viene spiegato,
è alla famola brasilera: lime, peperoncino fresco, cipollotto.
Around è posizionato un carpaccio di tonno che ci sembra all'altezza del
lunedì, pardon della situazione.

Tagliolini alla saracena, laddove si trovano frutti di mare a gogo, dalle
cozze, alle vongole, passando per gamberi e piccola piovra.
Era stato definito piatto "in bianco", senza pummarò...siamo stati forse
timidi nel non chiedere a Jack un po' di pepe e un pizzico di sale.
Sui secundis la scelta era ampia: branzini, sanpietrini, Gamberoni di
Sanremo, anche se, alla fine, abbiamo optato per mazzancolle siciliane,
alla piastra.

Arrivano, formato piatto unico, con patata al cartoccio come si usa nel
Kentucky e trifola di zucchine.
Chissà come si sarebbe sentito il retroflavour di ammoniaca se avremmo
optato per saraghi o branzini?
Comunque la cottura era bbona, l'ammoniaca meno, cosa ci facessero
zucchine e tubero è ancora da capire, a meno non fossero state messe lì a
far da assorbiodori...

Ai dessert partita doppia.
Una Cassata "mandata apposta da Trapani" e il dolce della casa...lasciata
cadere così la cosa era inevitabilmente da approfondire, e quindi
scopriamo trattarsi di Frutta Gelata.
La Cassata sapeva effettivamente di Sicilia, nel senso che la Ricotta
aveva una prevalenza che in genere dalle nostre parti, in the North, viene
attenuata. Comunque ci è sembrata Ok.

La frutta gelata "raccolta nel nostro parco" rispondeva ad un'Arancia (a
Novara?), una Noce e una Fragola. Svuotate di polpa, rimpinguate della
polpa fatta gelato, congelatore, Sararlo.
Non male, forse la più curiosa era quella alla Noce.

L'acqua era finita da un pezzo, il Verdicchio è inevitabilmente evaporato
per osmosi, una lieve brezza ha portato a valle l'ammonio residuo; Fido &
Micio riposano nella stessa cuccia in attesa dell'esibizione serale.
Todo compreso la cuenta viaggia nei limiti, a 80 eurozzi.
Vito "jack" ci saluta - obligado - ha cercato "di fare del suo meglio".
L'Osteria del Laghetto non merita una spedizione e nemmeno una deviazione,
ma se veleggiate dalle parti di Novara può essere una meta piacevole e
divertente, magari non di lunedì.

p.s.
scusate la prosa un po' fumettistica, da videoclip, ma è una bella serata
estiva, e qui il prosecco, magari semza i lamponi congelati, rallegra lo
spirito e la mente


Giancarlo Saran