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Ristorante Mason
Via Parri - S. Allucio Uzzano (PT)
Tel. 0572 451363
Data recensione : 04/2005


Dopo qualche mese, ieri sera abbiamo deciso di tornare dal vecchio amico Mason,
ex stella Michelin a S.Allucio di Uzzano, vicino a Pescia (provincia di Pistoia,
a 10 Km da Montecatini Terme).
La stella è ormai ex, dicevo, ma è comunque sempre uno di quei posti dove
difficilmente si resta delusi a fine cena.

Arriviamo verso le 21 e ci sistemiamo (siamo in 4) in un bel tavolo rotondo
all'angolo della sala.
Rispetto all'ultima volta è sparito il menù cartaceo (nota negativa) ed i piatti
vengono "decantati" a voce dal sempre più professionale giovane proprietario
Riccardo Nardini.

Il posto era nato (tanti anni fa) come trattoria con piatti di carne del
territorio, ma si è piano piano evoluto in un ristorante
"tutto-o-quasi-tutto-pesce" dove la carne si è ormai ridotta a pochi piatti
(anche se sempre di alto livello e ben curati, come il piccione disossato,
l'agnello presalè, la pernice al crostone o il torchon di foie-gras con cipolle
spadellate).

Tutte le materie prime sono comunque al top della qualità.

Il locale è ben curato; anche se restano ancora molti tratti della vecchia
trattoria, l'apparecchiatura è all'altezza, il servizio professionale ed attento
e il finestrone con vista sulla cucina davanti all'ingresso ti dà subito appena
entri la tranquillità sulla pulizia.

Decidiamo di stare sul pesce.

Antipasti.
Personalmente (assieme ad uno degli amici a tavola con me) scelgo un'insalata di
mare calda con frutta esotica, olio ed un goccio di aceto balsamico. Ottima,
anche se forse leggermente indietro di sale. Il pesce (calamaretti, scampi,
moscardini) è freschissimo e non mancano due code di gamberone di notevoli
dimensioni (tutto sgusciato).
Mia moglie sceglie invece l'insalata di mare al vapore, identica alla mia a
parte la frutta ed il balsamico.
Ultimo antipasto la degustazione di mare, quattro antipartini serviti nello
stesso piatto ovale, che non ho modo di assaggiare ma che mi vengono descritti
come notevolmente buoni.
In sala passano poi diversi piatti di misto crudo che hanno un bellissimo
aspetto.

Tutti e 4 passiamo al primo.
In tre scegliamo gli spaghetti ai frutti di mare. Stupendi. Il sugo di
moscardini, calamaretti, arselle, e cannolicchi (il tutto sgusciato e tagliato)
si lega benissimo con la pasta. Unico neo: evidentemente in cucina hanno messo
la pasta per due e poi, accorgendosi che avrebbe dovuto essere per tre, l'hanno
divisa in tre piattini striminziti che ci hanno lasciato con la voglia (abbiamo
visto servire ad altri tavoli gli stessi spaghetti in porzioni molto più
abbondanti).
Il quarto commensale sceglie il risotto scampi e champagne, molto bello a
vedersi, ma che non ho assaggiato dato che sarebbe stato letteralmente "ucciso"
dal sapore di mare intensissimo dei miei spaghetti.

Andando ai secondi (che prendiamo solo in tre su quattro), io e l'altro
maschietto del tavolo optiamo per gli scamponi al vapore, serviti su un piatto
ovale ricoperti con fagioli di Sorana bolliti ed olio di frantoio.
Nulla da dire: bianchi, sodi e freschissimi, ben accompagnati (come è noto) dal
gusto delicato del fagiolo.
Mia moglie invece sceglie la tagliata di tonno, servita a mo' di filetto con una
crosticina fatta di rosmarino, pepe e sale ed accompagnata da due palline di
purea di patate; ne assaggio un pezzettino ed è veramente stupenda.

Niente dessert (anche se in tavola arriva comunque qualche biscottino), passiamo
subito al caffè e, soprattutto all'ammazzacaffè: le signore stanno sul classico
limoncello (che viene servito, giustamente, ghiacciato di freezer) mentre noi ci
facciamo servire un rum Zacapa bicentenario che, accompagnato da mandorle
caramellate (nota positiva) fa finire in bellezza la serata.

Vino.
Non volevamo volare alto e ci siamo accontentati di stare sul locale, con due
bottiglie di Vermentino Fubbiano delle colline lucchesi, consigliatoci dal
proprietario e che ci ha piacevolmente sorpreso per la sua freschezza ed il suo
corpo, non inferiore ai vermentini di Bolgheri o ai migliori di Luni.


Il conto. Purtroppo (almeno con i clienti consociuti) non è abitudine del posto
dettagliare il conto finale; il bravo Riccardo ti guarda in faccia, ripercorre
mentalmente quello che hai bevuto e mangiato e ti "spara" a voce una cifra tonda
(anche la ricevuta riporta solo la cifra); nel nostro caso la cifra è stata 200
euro, equilibrata per la qualità del mangiare e per il livello del locale, forse
sulla strada giusta per riconquistare la stella perduta.


Alessandro