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Osteria Bohemia
Via Canale, 497 - Sozzigalli di Soliera (MO)
Tel/Fax. +39 059 563041
Chiuso il Lunedi' sera e tutta la Domenica
Data recensione : 05/2005


Era tempo che miravo a provare questo locale, fino ad un
provvidenziale lavoro in zona e grazie anche al fatto che e' aperta
anche a pranzo nei giorni infrasettimanali (dato non scontato e che mi
fa sacramentare parecchio per molti posti in cui vorrei andare... ma
io il week end la macchina la butto e di muovermi di sera non ci penso
minimamente)

Il locale e' stato gia' precedentemente descritto dal buon miogo,
quindi vi rimando alla sua recensione
http://tinyurl.com/785cg
unica avvertenza, portatevi dietro il numero civico perche' anche se
armati di satellitare come noi, quello dovete cercarvelo da voi ed e'
facile che sfugga, l'insegna non e' molto grande. (il sito comunque
http://www.osteriabohemia.it/ e' molto ben fatto e c'e' anche uno zip
scaricabile con la piantina)
C'e' un ampio parcheggio e, l'entrata si trova di fronte a un
bellissimo orticello dove in un cartello a lato e' dipinto il motto
"l'agricoltura e' l'arte di saper aspettare"; il luogo e l'atmosfera
riescono ad esser distensivi e rilassanti anche dall'esterno del
locale. E' venerdi' a paranzo e ci siamo solo noi.

Ci arriva il benvenuto di qualche tocchetto di mortadella e una fetta
di quel che sembra pane abbrustolito fatto in casa ma che conserva un
forte sapore di crescenta ai ciccioli, davvero ottimo. L'antipasto lo
prendo solio io: coppa salame e lardo aromatizzato con crostini. Non
prendo spesso i salumi nei locali, a meno di non considerare di esser
in un posto che possa aver accesso a prodotti di eccellenza e questo
e' proprio il caso, ho trovato ottima anche la coppa parmense che
normalmente non trovo un insaccato molto interessante. Il salame era
buonissimo ed ho lasciato per ultimo la poesia del lardo. E' molto
diverso da un Arnad o Colonnata (anche se oggi spacciano di tutto per
Colonnata) diciamo che e' un lardo "in purezza" passatemi il termine,
di un biancore immacolato, tagliato non troppo grosso e non
evanescente e i profumi sono dati dalle erbe/fiori con cui viene
servito. Botanicamente sono di una ignoranza abissale quindi non ho la
minima idea e lo ammetto di cosa ho mangiato (e nemmeno di quel che
c'e' nell'insalata di cui parlero' in seguito). Viene servito con del
pane caldo fatto quasi sicuramente in casa, o comunque molto
artigianale, un matrimonio perfetto. Per creare armonia con una fetta
di lardo il pane e' fondamentale.
In ogni caso anche il cestino di pane che e' presente sulla tavola,
seppure non casalingo presenta un pane di una freschezza e di una
fragranza notevole.
Maccheroncini al pettine (Garganelli in realta') con ragu' di Anatra
per entrambi. Buonissimi, ne avrei mangiata una porzione
supplementare. Il ragu' d'anatra era tirato con il latte come la
nostra tradizione emiliana impone, non troppo pomodoroso e non cotto
per tempi immemori, l'anatra si sentiva ottimamente anche come
consitenza, e la pasta fresca era di cottura e fattura ottimale.
Come secondo ho seguito il consiglio di prendere la Mischianza di
insalate erbe e fiori, che personalmente detestando l'insalata in
genere non avrei mai ordinato. Incredibile ed eccezionale, un melange
di sapori che mi ha riconciliato con le verdure crude con cui non ho
un grande rapporto, diciamo che normalmente le ignoro. Qui si sentono
vari sapori, indubbiamente il finocchietto sulle prime era il piu'
forte di tutti ma non restava come retogusto, predominante.
L'ho fatta condire con olio e sale (hanno gentilmente chiesto se
preferivo balsamico o aceto di vino, ma il primo mi incute timore per
l'onnipresenza che gli viene sempre piu' concessa e per l'arroganza
del suo sapore che mi copre tutti gli altri, forse riesco degnamente
ad apprezzarlo solo consumato in maniera canonica tradizionale su un
buon parmigiano, per il secondo invece ho il rifiuto piu' completo e
totale a livello anche di intolleranza di odore, quindi solo olio e
sale, per me, grazie).
Secondi: Maialino con le erbe e patate, tenero, non troppo cotto e
quindi restava sugoso e saporito, nelle patate c'era una presenza di
pomodoro non coprente e non invadente. Io ho preso il Gulash,
passatemi il controverso termine, boemo, accompagnato con una sorta di
canederli che potete assimilare piu' che ai canaderli trentini a cui
siamo avvezzi, a del pane cotto a vapore. Anche il gulash non aveva
l'aspetto bruno e papricoso canonico ma era piu' simile ad un morbido
spezzatino lievemente piccante ma non troppo, con la sua salsa morbida
ma non farinosa, nel complesso piu' che discreto.
Per dolce il classico strudel di pere con uvetta servito tiepido,
davvero meraviglioso, sopratutto per l'incrediile consistenza morbido
croccante della pasta strudel, mi sarebbe piaciuto provare anche una
tisana alle erbe, segnalata nel menu', ma la temperatura esterna non
invoglia per ora all'assaggio. Tre caffe' in due. Conto di 63 euro
considerando anche due bottiglie d'acqua.


Ruggine