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Locanda Cervia
Nicola - Ortonovo (SP)
Tel. 0187 - 660491 / 0187 - 662034
Chiuso il Lunedì
Data recensione : 04/2005


Indipendentemente dal fatto che Gino Veronelli lo classificasse tra i suoi
locali "del Cuore", la Locanda Cervia merita un piccolo angolo nel ricordo
e nella memoria dei Palati curiosi non solo di ricerca molecolare, ma
anche di sana tradizione locale.
Già l'arrivo al paesino di Nicola meriterebbe un capitolo a parte.
Abbarbicato sul cocuzzolo di una delle ultime diramazioni collinari delle
Apuane, permette, a chi si addentra nei suoi vicoli di ciottolato, larghi
un palmo o poco più, di ripiombare in un' atmosfera senza tempo, dove ci
starebbe bene la location per uno dei film di De Sica, conditi con pane,
amore e...un salto alla Locanda Cervia.
All'entrata vi è ancora il bancone del Bar dei tempi di...De Sica,
appunto; nell'attigua saletta che separa dalla cucina vi sono foto di un
Rivera sbiadito con accanto Giussy Farina e il titolare della Cervia
(dichiaratamente interista) che evidentemente faceva la posta alla giovane
cuoca, allora francamente bambina, la Signora Sonia Lorenzini.

Al piano superiore sono stati ricavati da qualche hanno locali più ampi
per dare refezione a chi si abbarbica ai ciottolati del borgo per arrivare
sin qui.Al principio troverete le tortine di verdure della casa. Con
spinaci, carciofi; una crespella di formaggio fresco, zucchine gratinate
con pomodoro. Eccellente il (vero) Lardo di Colonnata.
Ottimo il pane, tra cui occhieggia anche preparazione dedicata con capperi
e olive. Non vi sono invenzioni particolari, è tutto molto normale, come
nella cucina della zia di campagna, ma forse è proprio lì il bello.

Sui primi merita segnalazione il Risotto con Asparagi selvatici e
taleggio, oserei dire..intrigante, in quanto, oltre alla perfetta
mantecatura, il palato resta vigile nell'attesa di papparsi il boccone più
solido del resto a base di taleggio, appunto.
Buone le Lasagne con i carciofi, nulla da dire per i Ravioli di carne al
Ragù, ma...fatevi bis di Risotto.

Sui secondi si può spaziare da una Tagliata di chianina con aceto
Balsamico, ad una più interessante di Vitella con con pesto di olive e
salsa all'arancio.
Piatto forte della casa è considerato l'Agnello di Zeri, impanato alle
erbe. Tuttavia la pastella è prevaricante, fa da sparring partner a carni
di cui si voleva percepire maggiormente gourmand Dna ovino...pare quasi un
panino imbottito all'agnello. Peccato.
Un'altra volta provare a ordinare Agnello solo, senza cotonature impanate.
Il gioco è riuscito molto meglio con il Filetto di Maiale impanato alle
nocciole.
Il vello a ciccia suina è sottile e croccante, con quel lieve controcanto
dolce e tostato della nocciola.
Ottime, veramente, le patate al forno di contorno...torniamo alla cara
vecchia cucina della mamma, della nonna, di quel tempo che fu che alla
Cervia gode di ottima salute.

Sui dessert nulla da dire, in quanto introdotti probabilmente a beneficio
turistico. Evitare la Torta di nocciola, troppo secca (e forse un po'
vintage). Se proprio non avete fatto tris di risotto o di maiale,
beccatevi una Crema Chantilly con le Fragole.

La Carta dei vini o è stata un omaggio postumo e riconoscente al Veronelli
o il Gino nazionale aveva voluto premiare, già da allora, sì tanto impegno
di ricerca e di cru che fanno veramente onore a questo locale di
"Resistenza umana (e palatale)", con un plauso sincero ai coniugi
Lorenzini (ma sì, anche a quello interista), per come sanno tenere salde
le tradizioni in questo lembo di Lunigiana ad un tiro di schioppo dalle
tentazioni e comodità della Versilia felix.
Senza strafare di cantina, sui 30-35 euro.


Sararlo