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Ristorante Gambero Rosso Piazza della Vittoria 13 57027 San Vincenzo (LI) Telefono ristorante : 0565.701021 Data recensione : 04/2005 San Vincenzo, borgo di pescatori, non particolarmente affascinante a dir la verità, ospita uno dei più celebrati e discussi ristoranti della penisola. Il Gambero Rosso è situato proprio sul porticciolo del paese, a non più di 20 metri dal mare. Dall'esterno si possono riconoscere le finestre a quadroni di legno e le tende color verde con il logo del locale, appartenente sia a "le Soste", sia al circuito "tradition&qualitè - grandes tables du monde", i cui loghi sono ben in vista a lato della porticina verde, all'ingresso. Siamo 3 coppie di amici, e il benvenuto da parte dei coniugi Pierangelini è caldo e cordiale. La sala è piccola e raccolta, non bellissima, ma comunque accogliente, 6/7 i tavoli per non più di 30 coperti. I bagni, se pur curati, sono davvero mini. La mise en place è di livello, la cristalleria è Riedel. Vengono portate le carte; quella dei vini è molto ampia, con ricarichi miti, da questa scegliamo uno chardonnay Cuvèe Bois di Les Cretes 2001 (38 euro) ed un timorasso Costa del Vento Walter Massa 2000 (32 euro). La carta delle vivande presenta un menu degustazione di 4 portate più il dolce (85 euro) con la possibilità di aggiungere il piccione (100 euro). I prezzi alla carta variano da circa 25 a circa 35 euro, 15/20 euro i dolci. La comanda viene presa direttamente dallo chef e dalla gentilissima moglie, e , seppur siamo in 6 non viene posta alcuna limitazione (anche se l'obbligatorietà del degustazione per tutto il tavolo è riportata per iscritto sul menu ) in merito alle ordinazioni. In tre diamo ampia libertà a Pierangelini di farci percorrere un "viaggio" attraverso la sua cucina, con una serie di tanti mini-assaggi. Due ragazze ordinano alla carta, un'altra opta per il degustazione. 1) il primo appetizer è un mantecato di baccalà con lamelle di tartufo. buono, molto ben fatto, l'olio di condimento (prodotto in esclusiva per il Gambero Rosso) è eccezionale. 2)secondo appetizer è uno sformatino di carote con salsa alle spezie. Delicato. Il primo di numerosi piatti con una connotazione "orientale". 3) Sandwich di spigola con verdurine e balsamico. Buono, anche se la marinatura della spigola è leggermente prevaricante. 4) Passatina di ceci con gambero. Le imitazioni di questo celebre piatto sono tante, ma questa versione resta comunque un unicum. Incredibile la setosità della crema, grande la qualità del gambero. L'olio, anche in questo caso, dà una marcia in più alla preparazione. 5) Capesante con mortadella, salsa di mele e finocchi. Il mollusco è perfettamente grigliato e in esso sono inseriti dei tocchetti di mortadella. La salsa e i finocchi essiccati si sposano benissimo con il gusto della capasanta dando vita ad un risultato gustativo sorprendente. 6) Minestrone asciutto di palamito con verdure appena sbollentate e spezie. Preparazione semplice ma gustosa, anche in questo caso spezie in grande evidenza con leggera prevalenza di una nota piccante. 7) Ravioli di aringa con burrata. Ottimi. Gioco di note salate (aringa) e dolci (burrata) rendono questo un piatto di notevole livello. 8) Ravioli di mariola, salsa di melanzane e scampi. Il raviolo è molto buono, la mariola (insaccato di produzione locale) dà una giusta sapidità che forse è troppo accentuata dalle spezie con cui erano stati spadellati gli scampi. La salsa di melanzane bilancia il tutto. 9) Pacchero con razza, pomodoro e origano. Viene portato in tavola un piccolo piattino con un solo pacchero condito con ali di razza e pomodoro. Molto gustoso. 10) Spigola con carciofi. Semplicità e perfezione in questo grande secondo di pesce. Perfetta la cottura (magari il pesce fosse sempre cucinato così) e la qualità della materia prima, buonissimi i carciofi in accompagnamento. Il trancio, per essere un assaggio, era piuttosto abbondante. 11) Il piccione. Petto cotto molto bene ed adagiato su una perfetta purea di patate. Coscetta rosolata e filetto in pasta fillo portati a parte, successivamente. Buono, senza dubbio, ma non è riuscito a superare nella mia personale classifica, il, per ora, inarrivabile piccione di Cracco-Peck. 12) Creme Brulèe. Ottima interpretazione di questo grande classico. 13) Gelato alle spezie con melanzana candita. Ancora spezie, ma il risultato è più che buono. Riuscito l'abbinamento con la melanzana candita. 14) Ci viene data la possibilità di scegliere il dolce. Provo i fagottini di fagioli e peperoni su crema pasticcera. L'idea è senza dubbio originale per un dolce che è buonissimo. I ripieni sono giustamente di minime proporzioni, e, mentre i fagioli sono appena percettibili, i peperoni (da degustare successivamente su consiglio del commis di sala) evidenziano tutto il loro caratteristico sapore, accentuato ancora di più da una probabile canditura. La crema è la medesima della creme brulèe. 15) Crostatine di pere. Semplici e buone. 16) Gelato di liquirizia con panna. Molto buono. Il mio amico chiede il conto durante il servizio dei dolci, e la piccola pasticceria non viene servita. Non importa. Esperienza complessivamente ottima, la formula dei piccoli assaggi consente di avere una panoramica piuttosto completa dell'offerta, ma, ovviamente, di contro, non consente di gustare appieno alcuni piatti che meriterebbero ben più di una forchettata. La materia prima utilizzata ha pochi pari, e la capacità di saperla trattare e cucinare è evidente in ogni proposta. Non mi aspettavo un utilizzo tale delle spezie, presenti in più di una proposta (che, personalmente, ho, comunque apprezzato). Il loro olio (ribadisco, grande) fa da complemento alla maggior parte dei piatti. Il servizio è stato professionale, cortese e attento (solo una volta ho dovuto sollecitare il sommelier, per il bicchiere del vino rimasto vuoto). I coniugi Pierangelini si sono dimostrati gentili e premurosi, spesso presenti in sala sia a supervisionare sia a servire direttamente ai tavoli. A fine cena oltre ad averci omaggiato del loro olio, ci hanno invitato ad accomodarci nel salottino, che hanno definito "la nostra casa", offrendoci distillati e passiti e intrattenendo con noi una piacevole discussione. Conto totale (onesto) di 670 euro di cui 70 euro per i vini e 30 euro per ben 10 bottiglie d'acqua. Fabio Fiorillo |