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Ristorante Al Cambio
Via Stalingrado 150 Bologna
Telefono : 051.328118
Data recensione : 04/2005


Dopo quasi un paio d’anni torno in questo celebrato locale di Bologna
che allora mi aveva lasciato qualche perplessita’, purtroppo non fugata
in questa seconda occasione.
Avevo prenotato per due alle 20.30 e puntuali ci presentiamo al
ristorante e veniamo accolti dal maitre e da un cameriere che
gentilmente ritirano i nostri giubbotti. Noto qualche novita’
nell’arredamento, ora piu’ sobrio e con meno bottiglie e confezioni di
vino in giro per la sala. Anche il bagno e’ stato un po’ riassettato,
anche se non capisco perche’ nella stanzina del wc c’e’ un lavandino ma
non le salviette per asciugarsi (perlomeno, io le ho cercate ma proprio
non le ho viste), obbligandomi ad aprire la porta con le mani grondanti
e a spostarmi nell’antibagno per asciugarle.

Appena accomodati al tavolo ci viene consegnata la carta del menu’, che
presenta piatti di mare e terra in misura piu’ o meno uguale. Ci sono
anche dei menu’ degustazione: ne ricordo uno di mare a 49e che comprende
due antipasti, primo e secondo a discrezione della cucina e dessert a
scelta del cliente. La proposta e’ abbastanza creativa, ma per
accontentare tutti sono presenti in carta anche piatti della tradizione
bolognese, come le lasagne, che Poggi ha mostrato su TG5 Gusto proprio
qualche giorno fa.
Noi vogliamo provare sia terra che mare, quindi optiamo per una scelta
alla carta.

Nell’attesa degli antipasti ci viene portato un bel cestino di pane, con
grissini, gnocco e un paio di tipi di panini, buono. A seguire un
benvenuto consistente in una crema di melanzane con pancetta, buona e di
giusta sapidita’. Peccato che il piatto nel quale era servita (molto
fondo e stretto) non permetteva alla forchetta fornitaci di raccogliere
tutta la crema; io mi sono arrangiato facendo la scarpetta con il pane
perche’ era un peccato lasciarne.

Come antipasto ho provato il flan di cotechino con insalatina e aceto
balsamico. C’erano anche delle lenticchie sopra il flan ma in numero
molto ridotto. Anche questo piatto era buono, peccato pero’ che il flan
fosse tiepido all’esterno e ustionante al cuore e l’insalata riccia di
contorno, che giustamente doveva ripulire e rinfrescare la bocca,
consistesse di sole tre fogliette.

Il primo piatto e’ stato superbo. Tortelli di carciofi in brodo di
scampi leggermente aromatizzato di erba cipollina. I tortelli erano
disposti a mo’ di tortino in perfetto abbinamento con dei pezzettoni di
scampi, il tutto poi irrorato del brodo degli stessi. Mi e’ piaciuto
proprio tanto, ero molto tentato di chiedere il bis.

Ho assaggiato anche il primo del mio compagno, dei pennoni con carciofi
e crema di vongole e cozze. Francamente non ci e’ parso granche’, troppo
cremoso il tutto, i pennoni erano ripieni di crema di carciofi e su
tutto era versata questa seconda crema.

Per secondo ho preso la spalla di fassona piemontese con lattughe
brasate e crema di patate. La carne, cotta a 120 gradi per tutto il
pomeriggio, era tenerissima e succulenta, molto buona. Peccato che le
lattughe brasate fossero disposte proprio sotto e abbiano finito per
mescolarsi con la crema di patate piuttosto liquida e pesante aggravando
il senso di grasso della carne.

Per dessert ho infine scelto una crema bruciata alla cannella con
sorbetto all’ananas e gelatina di fragole. La crema aveva la superficie
caramellata molto spessa e dura e confesso che mangiandola ho avuto
nostalgia delle creme preparate dall’Arnaldino del Minestraio come
pre-dessert. Mi e’ invece piaciuto il rinfrescante sorbetto all’ananas,
adagiato in forma di quenelle sopra un quadretto di gelatina alla
fragola, anch’essa buona e per niente gommosa.

Terminato il dessert ci viene portato un piatto di vetro rettangolare
con una variazione di piccola pasticceria. Buona, pero’ non apprezzo per
niente che ne venga proposto solo un pezzo per tipo quando a tavola
siamo in due.

Terminiamo la cena con un ottimo caffe’, la Sinfonia di Lelli.

Per accompagnare i piatti abbiamo scelto dalla carta dei vini (non male
i prezzi) un ottimo Villa Gemma ’98 a 52e.

Il servizio e’ stato corretto ma con qualche sbavatura: il caffe’ l’ho
dovuto richiedere io dopo una decina di minuti che ci era stata servita
la piccola pasticceria; quando siamo andati via, dopo aver salutato il
maitre, non ci sono stati portati i giubbotti che avevamo consegnato
all’ingresso, ma siamo dovuti andare noi a prenderceli dal guardaroba
(e’ vero che siamo tutti dei gentilomi, ma avremmo potuto
tranquillamente frugare nei cappotti altrui per sbaglio..).
L’impressione che ci e’ rimasta e’ quella di un servizio distaccato,
abituato forse ad una clientela che va li’ piu’ che altro per pranzi di
lavoro (siamo del resto appena fuori della zona fiera).

Il conto e’ stato di 148e, cosi’ suddivisi:
1 vino 52e
2 antipasti 26e
2 primi 27e
2 secondi 36e
1 dolce 7e

Non sono stati conteggiati pane, acqua, piccola pasticceria e caffe’.


miogo