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Ristorante Magorabin Corso San Maurizio 61 10124 Torino Tel. 011.8126808 Data recensione : 03/2005 Il Magorabin ha aperto a Torino da poco meno di due anni in una zona molto ricca di locali sul lato sinistro di corso San Maurizio, dal lato opposto di Palazzo Nuovo. E' nato sulle ceneri di un pre-esistente e mediocre ristorante toscano in omaggio al quale ha mantenuto in carta una bella Fiorentina servita sul tagliere. Ieri sera (23/03/2005 ndr) una serata Slow Food un po' atipica. Atipica perche' Marcello Trentini, il giovane chef, con look rasta ha studiato un menù innovativo in abbinamento ai vini di Cascina Baricchi di Neviglie. Cascina Baricchi di Natale Simonetta che è a suo modo come Marcello un innovatore, ma legato al territorio e, pur essendo giovane, è conosciuto soprattutto per il suo Eiswein Essenza Solenne che rappresenta un caso quasi unico di produzione di questa tipologia di vino. La serata Slow Food è stata giocata proprio sulla reinterpretazione del territorio di questi due giovani. L'Eiswein è stato servito subito in abbinamento all'appetizer: un cucchiaio di bavarese di gorgonzola con una gustosa gelatina dolce di cipolle rosse. Il piatto era eccellente e la cosa più interessante è stata di poter gustare l'Eiswein, non a fine pasto, provati da una batteria di altri vini, ma con il palato sgombro e pronto. E' seguito il secondo (al posto dell'antipasto!) in omaggio alle nonne del passato che cosi' facevano per obbligare figlie e nipoti a mangiare la carne prima della pasta. La guancia di vitello brasata con delle ottime verdure e dalla cottura lentissima senza vino si scioglieva veramente in bocca e veniva ben valorizzata da Shara, un'interpretazione di Langa dello Shiraz. Si passava al primo: ottimi tagliolini al sugo d'arrosto con fegatelli e delle morbidissime creste di gallo in umido di pomodoro. Le creste erano strepitose e male e' stato per chi non ha avuto il coraggio di assaggiarle. Insieme a questo piatto il Pinot noir di Cascina Baricchi, Brigante che ben reggeva l'abbinamento importante. Originalissimo il piatto successivo: un piccolo "bonet" di asparagi con petto d'anatra affumicata, accompagnato da un gelato di carciofi su cialda di parmigiano e riduzione all'aceto balsamico. Il rischio preso per abbinare un piatto cosi' ostico e' stato assunto dal vino dolce il Guardo che e' costituito da Moscato (come del resto l'Eiswein) composto da tre successive vendemmie: passito, botritizzato e eiswein; il Guardo è un vino di bella freschezza, più semplice (e fortunatamente meno costoso) del Solenne anche se la Botrytis, com'e' logico non e' in primo piano. Il gelato al carciofo e' stato un azzardo: forse un po' ghiacciato, assaggiato da solo lasciava perplessi per la sua sapidita'; il segreto era di assaggiarlo con la cialda (difficile da tagliare, pero') e la riduzione al balsamico. Piu' semplice nonostante tuttoil tortino di asparagi: il grasso dell'anatra affumicata trovava splendido sposalizio con il Guardo. Dessert abbondantissimo: due variazioni di cioccolato in due portate. La prima conteneva una eccellente mousse di bianco e l'opera, un dolce lievemente carico e impegnativo a questo punto della cena. Validi il sorbetto al fondente e la biscottata al Gianduja (anche se sul genere di quest'ultima la torta di Claudio Pistocchi e' ancora insuperata). In abbinamento ancora una curiosita': Calissaia, un Pinot nero chinato (in luogo dei piu' classici Baroli e Barbere tipici delle nostre zone). Il costo della cena e' stato indubbiamente fuori dall'ordinario: 30 euro per i soci e 32 per gli accompagnatori, grazie allo sforzo di tutti per farne una serata accessibile. Devo peraltro rilevare che i prezzi abituali del Magorabin sono abbastanza in linea e il menu' degustazione (naturalmente di stampo ben piu' tradizionale) costa 26 euro. Alla carta mediamente trenta euro per uno dei ristoranti emergenti e dal rapporto qualita'/prezzo favorevole di Torino. Leo Rieser |