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Ristorante Vairo del Volturno Via IV Novembre 1 Vairano Patenora 81058 (CE) Tel. 0823.643018 Fax 0823.643835 Data recensione : 03/2005 Membro da qualche anno dei Giovani Ristoratori D'Europa, il Vairo del Volturno del giovane chef Renato Martino, è considerato uno dei migliori indirizzi della regione. La location non è certo delle migliori, la zona è bruttina (uscita Caianello sulla Caserta-Roma e proseguire per qualche km direzione Roccaraso) ed il locale, all'esterno, non invoglia di certo ad entrare, abbastanza anonimo. Gli ambienti interni sono, sinceramente, "tristi", arredamento demodé, un pò anni 70, marmi dai riflessi verdi e rosa con piccole mattonelline rosse danno freddezza all'ambiente. La sala, in compenso, è ampia, tavoli distanziati e buona mise en place. Siamo in 6 e rimarremo per buona parte della serata gli unici avventori (2 coppie avevano terminato il loro pasto poco tempo dopo il nostro arrivo), e pensare che è un sabato sera.. Ci vengono portate le carte: discreto numero di proposte con antipasti a 11 euro, primi a 9 euro, secondi a 15/22 euro, dolci 9/15 euro. Sono previsti due menu degustazione a 30 euro (della tradizione) e a 45 euro (creativo). La carta dei vini è piuttosto ampia e sbilanciata verso i rossi, con buone etichette e ricarichi spesso incomprensibili; alcune bottiglie con maggiorazioni nell'ordine del 50/70 per cento rispetto al prezzo di enoteca e altre con costi davvero spropositati (terra di lavoro 97 e ornellaia 90 a 500 euro, ma di esempi se ne potrebbero fare tanti). Beviamo un Rosso piceno Sup. Poggio del Filare 1999 di Velenosi (23 euro). 1) come appetizer viene offerto un flan di pesce (non meglio identificato), con alcune gocce di balsamico. Discreto. 2) Dalla carta opto per delle quenelles di patate in zuppa di mozzaella con prosciutto essiccato. Il risultato è discreto, con la sapidita del salume ad equilibrare un piatto altrimenti un pò scialbo. Presenti nella zuppa alcuni pezzetti di mozzarella di ottima qualità. 3) risotto con agnello, carciofi e ricotta infornata. La ricotta era posta a crudo alla sommità del piatto. La mantecatura non era delle migliori, il risotto non era all'onda e aveva eccessivi residui "acquosi", ma il risultato gustativo era più che piacevole. Buona la commistione dei sapori. 4) Agnello Laticauda in crosta di mais. La Laticauda è una particolare razza ovina della zona che si sta tentando di recuperare. La cottura non è ottimale, la carne non è rosata, ma comunque l'insieme è più che sufficiente. Assaggio anche una tagliata di Chianina, con balsamico al fior di sale, molto buona. 5) sorbetto di gazzosa con polvere di liquirizia. Intrigante. 6)Variazione di mela annurca. Tre differenti preparazioni di questa particolare varietà di mela, prodotto tipicamente campano. Crème brulée, solo sufficiente. Rivisitazione della pastiera. Buona. Mela cotta al forno ripiena di datteri e noci. Discreta. Ho assaggiato anche altri dolci, ma nessuno di questi, con tutta sincerità, superava la soglia del discreto, con alcune punte di mediocrità, specie sulla piccola pasticceria. Il Vairo del Volturno propone una cucina di ricerca utilizzando prodotti soprattutto locali (presente in carta anche il maialino nero casertano), ma con risultati altalenanti. Inferiori (e di molto) alle altre portate i dolci. Servizio cortese e senza sbavature. Conto che per 4 piatti alla carta si aggira sui 45/50 euro, sinceramente un pò elevato per la qualità dell'offerta complessiva. Fabio Fiorillo |