Tigullio Vino Homepage Home TigullioVino.it Blog Blog Vinix

> Operatori
» Registrazione operatori
» Operatori già registrati
» Club
» Pubblicità
» Newsletter
» Annunci vino-cibo
» Aggiungi ai Preferiti

> News e iniziative
» News ed eventi di rilievo
» Eventi locali, degustazioni
» Terroir Vino

> Contenuti e risorse
» Naviga per regione
» Vino & Olio
» Aziende testate
» Rubriche
» Tgv Blog
» Doc e Docg
» Recensioni Ristoranti
» Esperti
» Strade del Vino
» Parchi italiani
» Viaggi
» Video
» Contatti
» Faq

> Interagire col sito
»
Invia campionatura vino
»
Invia campionatura olio
» Segnala eventi
» Invia comunicati stampa
» Associati al Club
» Recensioni ristoranti
» Invia ricette


> Iscrizione newsletter
Iscriviti alla newsletter di TigullioVino.it per ricevere settimanalmente gli aggiornamenti via e-mail con le degustazioni, le news e gli approfondimenti della Redazione.
La tua e-mail :



> Pubblicità

> Siti e blog del Network
TigullioVino (Magazine)
Vinix (Social Network)
VinoClic (Pubblicità)


Aggiungi alla barra di Google
Il Blog Network di TigullioVino.it
VinoPigro
A Modest Proposal, di Riccardo Modesti
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0
Rotfl! il Blog di JFSebastian usenettaro 2.0

TigullioVino.it ©
E' vietata la copia, anche parziale, senza esplicita autorizzazione della Redazione.
Mappa del sito
Chi siamo / curiosità
Links
Privacy
Contatti







          
                      


          Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori


           Torna all'archivio

           Invia una recensione
Ristorante La Peca
Via Giovannelli 2 Lonigo (VI)
Tel. e Fax 0444.830214
Chiuso domenica sera e lunedì
Data recensione : 01/2005


L'impronta, appunto la "peca" in dialetto veneto, che imprime questo singolare ristorante è indelebile.
L'architettura classica di grande casa collinare, non fa presagire all'ospite quello che lo aspetta all'interno. L'entrata esibisce una sala d'attesa o di relax, nella quale fà bella vista una cantinetta in vetro termoregolata dove sono conservate ottime bottiglie di vino.
L'accostamento all'architettura tecnologica del Beaubourg, non è azzardata; al piano superiore due sale comunicanti fra loro da un office centrale che serve da plancia per le comande e i servizi.
La prima, impone la sua spazialità; l'altra di notevole ispirazione,si presenta con una vetrata a tutta sala che porge la vista dei Colli Berici. La cura dei tavoli e i dettagli sono degni di nota.

Al mio arrivo sono stato accolto come se fossi l'unica persona che aspettavano, cosa che non capita spesso e specialmente fra i grandi stellati.
Immediato il menù al tavolo, molto chiaro anche nella scrittura, distinto in : degustazione di pesce; i classici in degustazione e la carta.
Mi vengono offerte tre possibilità di aperitivo(Champagne), ho optato per il Selosse Gran Cru 90, chiedendo che mi fosse servito in un calice da Pinot nero. Ciò ha aperto un interessante scambio di opinione con il patron - sommelier Pierluigi Portinari, preparatissimo ed esperto di "cose di vino". Mi consegna dunque la carta dei vini; biblica! 1800 le etichette descritte nel dettaglio e separate per regioni (anche europee) e sopratutto per produttori con più annata per lo stesso e con prezzi ben meditati.

Lo chef mi offre, una sintesi gradevolissima di peperonata scomposta nei suoi elementi base:peperone, pomodoro e salsa di sedano infusa in un finissimo trito di ghiaccio sedimentato sul fondo del bicchierino. Cerebrale. Solo ora arriva il pane (giustamente), tiepido e non odiosamente bollente, fatto in casa con il lievito "madre",cosa che quasi nessuno osa fare. Scelgo un Miani Bianco 98, non voglio il cestello col ghiaccio, va bene la temperatura di cantina.
Comincio con i moscardini di laguna adagiati su gelatina tradizionale calda e accompagnati con fagioli coco e sedano al peperoncino.Capisco che i moscardini non erano stati lavati,(grazie allo chef) cottura perfetta, grande fragranza.

Continuo con degli scampetti tiepidi su trippa di maialino, fave di cacao e Kumquat. Questo è uno di quei piatti che entrano nell'archivio della memoria, difficile da eseguire e pericolosissimo perché può esporti a figuracce irreparabili. Mi sono soffermato otto minuti per la sua degustazione, tanto da suscitare la curiosità dei tavoli vicini che non capivano se ero felice o rabbuiato. Volevo trovargli un difetto, forse l'acidità del mandarancio doveva essere più spinta, ma quando ho mangiato il pane tutto è tornato in perfetto equilibrio palatale. Diavolo di un cuoco!

Fra i primi piatti, ho scelto i soffici di zucca con fegatelli d'anitra (a parte) in zuppa aspra di pomodori verdi. La chimica della natura fusa in quest'esecuzione dove si continua a rischiare in cucina ma che ti fa capire che nulla è lasciato al caso Il Marsala dei fegatelli asseconda il pomodoro verde e non infastidisce la piacevolezza della zucca. Ottimo
Trancio di Tilapia croccante, con frutti di mare, polenta ed erbe fritte. Pesce d'acqua dolce, particolarmente pregiato, che si trova (purtroppo) solo nei Colli Berici e "fresca" solo in questo ristorante.Va premiata l'originalità.

Decido di far aprire un Barolo Vollero di Castiglione Falletto 90 perché ho scelto la Pernice bianca con polenta di Marano (vicentino e non lagunare) arrostita e accompagnata da raperonzoli all'aceto con lardo, semplicemente lardo buono (fra poco faranno anche il lardo di Maranello)
Il cuoco questa volta ha lasciato che la natura eseguisse il suo corso, l'ha approntata intelligentemente nel piatto, ovviamente dopo la cottura. Bravo
Non mi soffermo sui formaggi e salumi anche se meritevoli di interesse.
Discretamente mi affido alla mousse di liquirizia con gelatina al lime adagiata sulla mousse e salsa di limone e menta. Questo, è arrivato dritto al cuore. Accompagnato da un Aleatico di Massavecchia.

Qui ho trovato amorevolezza e impegno, una sintesi del territorio in piena purezza e tecniche di cucina invidiabili.Qualche grande stellato dovrebbe umilmente fare tappa qui, ma anche altrove credetemi. Il conto è stato di 127 E, ben spesi.


Bruno Catapano