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Waldhotel Sonnora Auf dem Eichelfeld, 1 Dreis-Wittlich (Germany) Tel. 06578.98220 Data recensione : 12/2004 Siamo nell'Eifel, la regione collinosa sulla sponda sinistra della Mosella a nord di Treviri (Trier). Wittlich più che una cittadina é un insieme di centri minori. Dreis é uno di questi, a otto chilometri dal centro principale, ma il ristorante, che, come dice il nome, é anche un albergo nella foresta, é fuori dal grazioso paese: per un'erta strada lo si raggiunge, isolato nel verde di una foresta abbastanza fitta, dopo un altro paio di kilometri. Tel: 06578.98220 Chef : Helmut Thieltges, che é anche il proprietario; in sala la moglie Guide: tre stelle Michelin, 19/20 G&M 5F Feinschmecker, le massime votazioni per tutte le tre maggiori guide tedesche. Giudizio personale: questo é il top-ristorante più vicino a Lussemburgo, 76 kilometri, e trovo che sia un peccato non esserci venuto più spesso; ricordo che la prima visita mi deluse, forse perché la cucina non é originale come molte volte pretendo, ma é un'eccellente cucina borghese, alleggerita rispettando il gusto dei piatti. L'ambiente é in stile con la cucina, di bon ton ed il servizio, impeccabile, é non solo cortese, ma gentile e simpatico, pur mantenendo lo stile che la categoria del ristorante impone. Prezzo: ho smarrito il conto, ma la carta di credito mi indica un versamento di 180 euro per un menù di sei portate con l'accompagnamento dei vini: é probabile che, com'é mia abitudine, la mancia sia stata imputata alla carta di credito. L'ambiente, come ho detto, é di bon ton, molto borghese, elegante, ma di un lusso contenuto ed anche un po' rapé. La sala da pranzo é luminosa e la luce é moltiplicata da un paio di grandi bovindo. Alle pareti una boiserie bianca e sul pavimento una moquette rossa che meriterebbe di essere cambiata: é stata installata a striscie e con gli anni le giunture si sono lievemente sollevate. Vengo fatto accomodare in un bovindo che é in realtà un dehors sul terrazzo. La giornata é grigia, a tratti piovosa; fuori una radura e intorno gli alberi, ma l'elemento che attira di più é sulla colonnina che regge la ringhiera ad un angolo del terrazzo: una casetta di legno, una sorta di nido artificiale per gli uccelli che, nella stagione invernale, é vuoto pur continuando a dare una nota di gaiezza ad una scena esterna dal carattere tardo-autunnale. Una cameriera dai capelli rossi a caschetto e diafana, di nero vestita, mi recita il menù in italiano e faccio una gaffe, quando mi complimento per il suo italiano: in effetti é trevigiana e da quattro anni vive in Germania. Mi scuso, ma quattro anni di tedesco con una sola mezzora settimanale di conversazione telefonica con la madre (in italiano o in trevigiano?) hanno radicato dei tedeschismi nel suo italiano. Il menù é un crescendo di sapori ben assortiti: Degustazione di fegato grasso d'oca del Perigord con fichi, noci, tartufo e mele glassate con Chutney di barbabietola rossa; piatto squisitamente perigordino che fonde due capisaldi gastronomici della regione del sud della Francia, il fegato d'oca ed i tartufi, ma la maestria con cui é eseguito ne fanno un esempio di come l'alta cucina tedesca sappia assimilare i sapori di altri paesi, evitando di scadere nelle imitazioni servili. Capesante su scorzanera con salsa all'aceto balsamico, una delizia che si fonda sul precario equilibrio del delicato sapore del capesante e quello ben più forte dell'aceto balsamico Filetto di San Pietro su un ragout di carciofi con salsa al burro di vino rosso, per il quale si può ripetere il discorso fatto per la degustazione di fegato d'oca, sostituendo al Perigord qualche regione di mare del mediterraneo, soprattutto Liguria e Provenza, cucine di riferimento per uella tedesca nelle sue evocazioni mediterranee. Astice della Bretagna su verdure alla cinese con salsa al curry e cocco, il piatto che ho preferito per la sua semplicità e per quel gioco di sapori forti e deboli, vera "prova del cuoco"; a me non piace il curry ed il fatto che questo sia il piatto che ho preferito dà la misura della sua eccellenza. In piena cucina borghese tedesca il piatto di selvaggina locale, capriolo dell'Eifel con crosta di uvetta di Corinto su salsa di mirtilli rossi e pepe: la selvaggina con salsa di mirtilli é uno dei migliori classici della cucina tedesca, ma in questa creazione la crosta di uvetta attutisce, senza uccidere, il selvatico della carne, mentre il pepe si accosta mirabilmente al mirtillo Rinuncio al formaggio e passo alla quiche di cioccolato con gelato alla banana e terrina di maracujà su un ragoût di ananas, degna fine di un pranzo regale, al termine del quale mi sono ripromesso di venire qui più spesso e magari trascorrervi un week-end gastronomico e sportivo smaltendo pranzi e cene lungo i sentieri dell'Eifel. Ciao Franco |