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Piccolo speciale su Miami a cura di Marcello TigullioVino.it collabora da anni con il newsgroup italiano it.discussioni.ristoranti (di cui è anche fondatore). Qui di seguito, alcune note di Marcello sulle sue esperienze enogastronomiche a Miami - Sushisamba Ristobar trendy in Lincoln Road, che è una strada pedonalizzata molto bella e curata, fitta di negozi e locali (a proposito: prezzi e qualità ottima per chi ama lo shopping). Vista la temperatura piacevole (sui 18-20°) si è mangiato fuori sul marciapiede. Un misto tra giappo, brasiliano e peruviano. Detta così poteva sembrare una sòla modaiola, invece la qualità era buona. La parte giap rientrava nella norma, pregevole per la creatività. Riso dei nighiri molto buono. Ho preso dei calamaretti fritti, particolari per la pastella agrodolce che li rendeva assai interessanti. Decisamente positivi. Val la pena farci un salto per la location comodissima (e bella) e per la cucina sfiziosa. Spesa (in due) sui 140 dollari, mangiando parecchio e tax+tip incluso. Una nota di merito al servizio: cameriere carinissime (in particolare una...) e gentili. - Joe's Stone Crab Ristorante "classicone" per i parametri USA. Molto grande, con ampia zona bar e clientela medium/upper class. Rumoroso. La loro specialità sono i granchi, che infatti erano ottimi, serviti al vapore, grigliati o in qualunque altro modo. Scarsa invece l'aragosta (supposta "del Maine"). Buono anche il pane (per inciso: ho trovato piacevolmente positiva, in generale, la qualità del pane servito nei ristoranti). Servizio buono, personale efficiente e gentile. Meno il barista, un energumeno che pensava di saper mescolare gli alcolici e invece ci ha servito delle brodaglie imbevibili. Conto anche qua sui 140 bucks, all included, per 2 persone. - Smith & Wollensky Risto "tradizionale" USA, presente in svariate città. Collocazione davvero bella, a riva della laguna interna, con vista splendida. Qualità del cibo scarsa: in teoria sarebbe un must per le bistecche, che invece, in pratica, sono mediocri. Molto tenere, niente da dire, ma insapori. Preso un prime rib mastodontico, cotto bene (al sangue) ma deludente. Con uno shiraz californiano (di cui non ricordo il nome, ma buono), spesa sui 150 dollari, sempre in due. Sono convinto che Miami offra di meglio, probabilmente bisogna starci un pò per scoprire i vari localini. La materia prima di mare è interessantissima e molto varia, e basterebbe davvero poco per valorizzarla appieno. Marcello |