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Il Don Giovanni Cucina per passione
Corso Ercole I° d'Este,1 Ferrara
Telefono ristorante : 0532.243363
Aperto lo la sera, anche a pranzo la domenica. Chiuso Lunedì e domenica sera.
Data recensione : 12/2004


Purtroppo il tempo tiranno mi costringe a lasciare solo una breve
impressione.
Il locale è molto piccolo, arredato un po' barocco, dal mio punto di
vista, però con la sala illuminata da una bella vetrata di comunicazione
visiva con la cucina.
Originale la trovata della scala a chiocciola, al centro della sala
stessa, che conduce l'occhio verso la cantina.
In sala Marco Merighi è decisamente ad alto tasso di comunicatività.
Si percepisce subito che i suoi vini sono frutto di ricerca e passione
personale, con un occhio particolare per quei "vini veri" di cui Velier,
con la sua Triple A, ha saputo far conoscere anche in Italia etichette
altrimenti di difficile reperibilità, Borgogna in primis.

L'abbinamento con i piatti è una Jam Session di calici che fa
divertire,tra i molti ricordo un uvaggio a base di Vernaccia di San
Giminiano di una produttrice a nome Fagiuoli, notevole, veramente.
La Carta si alterna tra "Tradizione", "Dalla Terra" e "Dal Mare".
Poi vi sono degli "In Più" che declinano per materia prima eletta: Rombo,
Crudità, Mazzola (non il calciatore), per cui si può dare, volendo,
ulteriore farcia alla linea principale prescelta.

Mi ha divertito la terrina di Canocchie in crudità con pomodori confit ai
tre pesti, anche per la volutamente piacevole presentazione al piatto.
Ottima la farinata di ceci con schie di Goro al rosmarino. La farinata di
ceci (che credo piatto autoctono di Lunigiana e dintorni) qui viene
presentato a fare il verso alla polenta delle nebbie padane, il retrogusto
è più lungo e importante; le schie, microgamberetti del Delta di meno di
1cm. cadauna, vengono presentate come sgusciate una ad una.... anche se,
invero, l'impresa è riuscita solo in parte.

Anche se in carta vi era un Trancio di Branzino con cime di rapa e salsa
all'aglio dolce, viene segnalato che dal mercato sono giunte delle ottime
orate a fare supplenza... ottimo il piatto e dell'orata se ne apprezzano a
pieno le carni sode e sapide.

Sui Dessert curiosa, intrigante e piacevole una Crespella di carruba
pralinata alle nocciole, con crema di nespole, salsa al cioccolato bianco
e rosmarino. Un bell'assolo dello Chef e il piacere di ritrovare quelle
carrube che non incrociavo più dai tempi delle elementari.

Marco Merighi ( il Sommelier) e Pier Luigi Di Diego ( Chef) provengono da
quel grande vivaio che fu il Trigabolo di Igles Corelli.
Si ha l'impressione che a volte la cantina rincorra la cucina anche se,
per la verità, più di una volta è sembrato esattamente il contrario, forse
anche per la presenza diretta del Merighi e, come dicevo, di una sua
comunicatività che, pur dettata dall'esigenza professionale, fa trasparire
un reale divertimento e il desiderio di far divertire.

I tavoli sono molto pochi, il locale lavora solo la sera e quindi, come in
molte realtà similari, il flusso di cassa è favorito dall'attiguo wine bar
dove vi sono ottimi Patanegra, salumeria assortita di alto livello e
piccoli piatti pronti per una clientela che, all'ora della mia personale
uscita dal ristorante, verso mezzanotte, era superiore agli avventori in
sala.

D'altra parte credo che la realtà attuale, per chi vuol far qualità in
ristorazione, preveda una presenza vicina e parallela che assicuri il
necessario "rimborso spese" ad una gestione impegnativa.
Segnalazione per chi si avvicina la prima volta, come è capitato a me.
La Salama da sugo non è in carta,ma esiste in cucina, per cui, se si è
curiosi di tale pepita autoctona, basta chiedere...

Una esperienza molto piacevole, come dicevo, per una "qualità globale" che
traspare dai diversi punti di osservazione.
Ulteriore curiosità: vi è una proposta di confetture e marmellate di un
pittoresco artigiano locale da non lasciarsi sfuggire, anche per semplice
asporto.

A voler proprio cercare il pelo nell'uovo...l'impresa sarebbe ardua, in
quanto le luci in sala sono talmente basse che..non vi riuscireste.
Per una cena di buon livello, jam session di vini inclusa, calcolate tra
gli 80 e i 120 Euro, ben spesi e con il piacere di ritornarvi.


Sararlo