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La Mongolfiera dei Sodi Via Cavour, 7 25030 Erbusco (BS) Tel. 030.7268303 Chiuso giovedì Data recensione : 12/2004 (Questa recensione non è assolutamente influenzata dal finale). Mercoledì 1 dicembre, di ritorno dall'ultimo addio a Gino Veronelli, ci siamo fermati a Erbusco per andare alla Mongolfiera dei Sodi. Conoscevo Luigi Coppini solo tramite internet, un'amicizia virtuale nata dal comune interesse per le cose buone. Il locale è molto molto curato e tranquillo. Luigi per il benvenuto ha aperto una bottiglia di Breg 2000 di Gravner, abbiamo dedicato il brindisi a Gino, grande estimatore di Josko. Come antipasto ho preso la Cipolla al forno ripiena di Fonduta tartufata, il mio compagno di viaggio, Angelo Rasi che ha enoteca in Padova, ha saltato l'antipasto ed è partito con la Minestra di Farro che Luigi ha condito in tavola con l'olio "Per mio Figlio" di Armando Manni. Non so chi dei due fosse più soddisfatto, ma la cipolla è sublime. Abbiamo chiesto a Luigi di farci assaggiare un Franciacorta un po' meno conosciuto, ci ha presentato il Vezzoli brut 2000, molto buono, veramente impressionante, tanto che ci siamo poi fermati dal produttore per passargli un ordine per il ristorante enoteca di Angelo. Io ho continuato con la Ribollita dei Sodi, Luigi mi ha anche spiegato come la fanno, ma ricordo solo che era molto molto buona, densa praticamente il pane ben imbevuto del brodo di cavolo nero. Luigi ci ha suggerito il Niteo 2000, un merlot cabernet sempre di Giuseppe Vezzoli, buono ma, pur in campi diversi, non all'altezza del Brut. Angelo Rasi ha preso Il Piccione in Casseruola in Salsa di Verdure e Fegato, i complimenti non sono un'abitudine di Angelo, ma non ha potuto fare a meno di esprimere un giudizio più che buono. Per me le mousse di cioccolate all'arancio, molto delicate e degno finale del pranzo, Angelo ha invece gradito il gelato di Latte e Panna. Complimenti anche per il caffè cablo Verde di Frasi. Finale: non siamo riusciti a pagare, Luigi ci ha detto di essere felice di averci conosciuti, di aver rivissuto con noi gli insegnamenti di Veronelli e che accettta di sentirsi in obbligo di accettare un nostro invito a cena. Siamo usciti sicuri di aver onorato nella giusta maniera il nostro Maestro (Gino non ti arrabbiare se ti chiamiamo così). Giuseppe Trisciuzzi |