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RESIDENCE - ESSEN KETTWIG Auf der Forst, 1 D 45219 Kettwig, sobborgo di Essen Tel: (+49)02054.95590 Data recensione : 12/2004 Provato sabato, 4 dicembre cena - seconda visita. Chef: Alfred Voigt. Guide: 2 stelle Michelin, 18/20 G&M, 4,5 F Feinschmecker (Rivista e guida tedesca di grande prestigio: il massimo del suo punteggio é 5F). Giudizio personale: non sono mai riuscito ad apprezzare la città di Essen né sul piano culturale, né su quello gastronomico, ma é per questo ristorante che nella serata di questo sabato mi sono spostato da Duesseldorf, dove alloggiavo. Il gradito ricordo della prima visita, nello scorso dicembre, é confermato e probabilmente il piacere che ho tratto da questa é ancor maggiore. Cucina di ottimo livello e servizio come lo vorrei sempre. Prezzo: il menú in 7 portate che mi viene proposto é a 112 Euro (tre euro in più di quello equivalente dello scorso anno), con il vino (un'ottima bottiglia di bianco del Baden), l'aperitivo ed il caffé arrivo a 187 euro. Malgrado il nome della via non ci sono foreste, ma siamo nel centro abitato lungo una via che si inerpica verso l'alto in un quartiere residenziale. É una palazzina moderna (il ristorante é anche albergo) addobbata per il Natale con lampade irraggianti una luce azzurra che, come mi accorgerò poi, impedisce la vista dall'interno verso l'esterno. Non mi piace, ma non é kitsch come si potrebbe pensare. La porta si apre davanti a me, senza aver bussato, ed entro in un atrio marmoreo di medie dimensioni su due livelli. Mi accoglie una delle fanciulle che m serviranno poi a tavola: me la ricordo dall'anno scorso, ma ora, con i biondi capelli sciolti, ha un'aura intrigante, fatale. Vengo introdotto in una delle due sale da pranzo, la stessa dello scorso anno, probabilmente la più piccola. Sono le 19.30 e solo un tavolo é occupato, poco dopo anche gli altri si riempiranno: in tutto cinque tavoli (uno in meno dello scorso anno), ben distanziati. Ambiente moderno senza le stramberie, che sovente si vedono nei ristoranti, dai toni verdi riposanti: una boiserie laccata in un verde scuro corre lungo le pareti sino alla base delle finestra, sopra una tapezzeria di un verde più chiaro, interrotta da una serie di quadratini bianchi, che spezzano opportunamente l'altezza della sala, superiore al normale anche per i pianterreni; quadri moderni non rilevanti alle pareti. Il servizio é sbrigato da incantevoli ed efficienti fanciulle, sempre sorridenti e gentili, in giacca e pantaloni neri. Hanno colpito anche il critico della G&M che parla del "perfetto servizio di giovani signore fasciate in nero che servono serene delizie del palato". Una chicca del servizio é il menù che trovo sul tavolo "le nostre raccomandazioni per il Sig. Piodi", raccomandazioni non solo di piatti, ma anche di vini. Scelgo il menù con una modifica, sulla quale mi viene fatto osservare che i contorni sono gli stessi della seconda entrata, ma non lo cambio perché i tartufi d'Alba non sono mai una ripetizione. Gli stuzzichini sono numerosi e consistono di variazioni di pesce, soprattutto tonno, terminando con una zuppetta fredda di zucca. Inizia quindi la sequela di delizie del palato: Astice arrostito con radici di scorzonera e tartufi d'Alba di notevole fattura Capesante saltate con lo stesso contorno del precedente che gusto di nuovo, non solo per il tartufo, di cui nulla di più che il suo nome occorre dire, ma anche per la radice di scorzonera, giustamente dosata in modo che il suo amaro esalti e non sopraffaccia il sapore dei crostacei. Piatto anche bello a vedersi, poiché si presenta come un tortino multicolore. Spigola arrostita in crosta con una bolognese di seppia (Tintenfischbolognese) e pesto: chiedo che cosa si intenda col termine italiano. Mi spiegano che si riferisce a qualsiasi cosa tagliuzzata: la spiegazione non mi convince, poiché la seppia non é affatto tagliuzzata, ma é un bel pezzo che troneggia sul piatto a fianco della spigola. Non ha molta importanza, poiché questo é un piatto divino, il migliore della serata e me lo gusto, non senza le mie consuete riflessioni sul pesto, ormai piatto nazionale tedesco visto che Liguria e Provenza sono le vere ispiratrici dei cuochi tedeschi le molte volte che indulgono a suggestioni mediterranee. Guancetta di vitello brasata in knödel al tovagliolo (cioé uno knodel bollito nel tovagliolo) con purea di crescione e salsiccia di anatroccolo: piatto di fattoria, che precede la selvaggina, graduando l'intensità dei sapori: la purea di crescione attutisce il forte sapore del vitello brasato e la salsiccia aggiunge delicatezza ad un piatto che malgrado le apparenze é equilibrato. Medaglione di lombata di capriolo con foglie di cavolo di Bruxelles e porcini in salsa al pan pepato: la selvaggina vuole conservare la forza dei suoi sapori e qui nulla l'attutisce, ma l'eccellenza della preparazione evitano che questo piatto, evocante le caccie che un tempo dovevano svolgersi nella foresta che qui ora é scomparsa, sia troppo pesante. Crèpe e ragù di arance con gelato di stracciatella, ottimo seguito alla selvaggina. Tortino di torrone al marzapane con pere aromatizzate e gelato di panna acida, dolce più elaborato del precedente che conclude gloriosamente una cena deliziosa in un ambiente deliziosa. Franco C.E. Piodi |