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Flipot Corso Gramsci, 17 Torre Pellice (TO) Telefono: 012191236 Data recensione : 10/2004 Visitato domenica 24 ottobre 2004 a cena. Non amo scrivere di esperienze non entusiasmanti. Per cui sarò breve e sintetico. Flipot è considerato uno dei grandi ristoranti piemontesi. Si trova a Torre Pellice, a circa 50 Km a ovest di Torino. Domenica 24 ottobre 2004 prenotiamo un tavolo per 5 persone, arrivando con qualche minuto di anticipo. Il ristorante si trova nel centro della piccola cittadina. L'arredamento è elegante senza essere eccessivamente formale. La tavola è apparecchiata in modo classico. Due dei 5 commensali optano per il menu degustazione della tradizione valligiana (2 antipati, un primo, un secondo, formaggi e dolce) mentre gli altri ordinano alla carta. I pani sono molto buoni e di 4 tipi diversi. Particolarmente buono il pane al nero di seppia. La carta dei vini ha ricarichi alti, che diventano altissimi quando si arriva alle vecchie annate di Barolo e Barbaresco. Optiamo per i vini dal prezzo più conveniente: - Vintage tunina 00 jerman (45 euro) - Nobile di montepulciano asinone 99 poliziano (60 euro) Il servizio è molto distaccato. Pochi sorrisi e una cordialità lontana dalla nostra idea di servizio "avvolgente". Veniamo ai piatti provati: - Filetto di salmerino cotto sulla pietra di Luserna, alla spuma di petto d'anatra affumicata in salsa di limoncella (sufficiente) - Insalatina tiepida di spalla di capriolo su letto di valeriana e mele Gambafina (sufficiente) - Cocotte di lumache di vigna alla borraggine e noci (molto buone) - Il fegato grasso d'oca (molto buono) - Terrina di storione, torchon di fegato grasso d'oca e melanzane al coulis di pomodori freschi (mediocre) - Agnoli di Mostardela su crema di porri e porri croccanti (molto buono) - Gnocchetti di barbabietole rosse al foie gras (mediocri) - Raviolini di cardi gobbi alla bagna caoda gentile e tartufo bianco d'Alba (discreti) - L'agnello delle nostre valli cotto nel fieno di maggio, piccola prustinenga valdese (sufficiente) - Piccione in crosta al tartufo nero e fegato grasso d'oca (sufficiente) - Filetto di cervo in salsa di pino mugo della sea (mediocre) - Formaggi valligiani - Crostatina tiepida di giuncà al profumo di miele di castagno (buono) Conto finale di 100 euro a testa, inclusi i vini. I due menu degustazione tradizionali costano 75 euro, mentre un altro menu del mercato a base di funghi costa 110 euro. Elevato il costo delle portate ordinate dalla carta. A parte i due sconfinati carrelli dei formaggi, non abbiamo trovato punte di eccellenza. Laddove lo chef si è cimentato con piatti tradizionali (lumache e agnoli) ha ottenuto i migliori risultati. Una cucina eccessivamente pesante, dove ogni piatto è accompagnato da riduzioni e salsette in alcuni casi fuori luogo. La presenza di bicchierini è ridondante, così come l'uso di grassi animali, generosamente presenti in quasi ogni portata. Delusi lasciamo il locale e ci dirigiamo in aeroporto, per la nostra ultima tappa di un'indimenticabile viaggio piemontese. Prolet |