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Don Alfonso 1890
Corso S. Agata, 11 S. Agata sui due Golfi (NA)
Tel. 081 878 00 26
Data recensione : 12/2004


Visitato sabato 04 dicembre 2004 a cena.
Don Alfonso 1890, uno dei nomi storici della ristorazione italiana, si trova al centro della frazione di Sant'Agata sui Due Golfi, sospesa tra il Golfo di Napoli ed il Golfo di Salerno, nel mezzo della penisola sorrentina.

Esternamente il ristorante si presenta come una bella ed elegante struttura divisa in due parti da un vialetto. A sinistra il ristorante e a destra le camere e gli uffici amministrativi.
Scopriremo a fine cena che sotto la struttura un profondo e antico cunicolo, utilizzato come cantina e per l'affinamento di formaggi, arriva alla profondità di 40 metri.

L'ambiente interno del ristorante è di eleganza tanto sfarzosa da apparire perfino kitsch. L'azzurro pastello è il colore dominante. Colonne bianche e lucide separano in due l'ampia sala da pranzo. Ai muri quadri e numerosi specchi.

Veniamo accolti dal personale di sala che si occupa dei nostri cappotti, e fatti accomodare ad un tavolo accanto alle finestre che danno sul cortile.
I tavoli sono eccessivamente ravvicinati e la permanenza è condizionata da un'eccessiva rumorosità. Lo spazio sul tavolo è risicato e le sedie non proprio comode.

Il servizio svolge il proprio compito con competenza e distaccata cortesia. Gli onori di casa sono fatti da Livia Iaccarino, moglie di Alfonso, e padrona di
casa gentile e premurosa con tutti gli ospiti, senza distinzioni.

La sala è quasi al completo, con forte presenza di clientela giovanile. Segno, questo, che il locale riesce a rinnovarsi e di conseguenza a creare interesse
nelle "nuove leve".

Mentre consultiamo il menu vengono servite piccole chips e grissini con burro e olio prodotto dall'azienda agricola di famiglia (molto buono).

Sono disponibili due menu degustazione: "La tradizione" (105 euro per 7 portate) e "la degustazione" (115 euro per 8 portate).
Alla carta si spende mediamente 25 euro per gli antipasti, 23 euro per i primi e 33 euro per i secondi.

I menu degustazione non sono vincolanti per l'intero tavolo e dunque optiamo per entrambi, in modo da avere una visione ampia della cucina.

La carta dei vini è ricca e completa, con oltre 1.300 etichette regionali, nazionali e francesi. I ricarichi sono altrettanto importanti e mediamente si
attestano sul 200% rispetto all'enoteca.
Optiamo per un Breg '99 di Gravner, che risulterà una discreta scelta seppure sovrastante rispetto ad alcuni delicati piatti di pesce.

I pani di quattro tipi: tradizionale, sesamo, pomodoro e patate, sono serviti continuamente e abbondantemente. Particolarmente buono il pane tradizionale
(ancora di più se provato con l'olio d'oliva prodotto dall'azienda agricola di famiglia).

Decliniamo gentilmente ma prontamente la proposta di un calice di bollicine e cominciano ad arrivare le portate:

- Alici fritte e un fungo fritto su crostino con sugo di crostacei
Molto buone le due piccole alici fritte ed il sugo di crostacei. Meno buono il fungo, con una frittura eccessiva. Nel complesso un buon appetizer.

- Veli di orata, cernia affumicata ed alici marinate
Tre assaggi di pesce. Molto buone le alici marinate (adagiate su un cucchiaio) e perfetta affumicatura della cernia. Buono.

- Tonnetto di passo leggermente scottato al pepe rosa con purea di favette e salsa di cipolle rosse
Il tonno è servito in piccole fettine con leggera cottura sull'esterno. Azzeccata la salsa di cipolle, meno la purea di favette. Buono.

- I preferiti di nonna Titina
Questo piatto ci viene presentato come "antipasto tipico del Sud": zeppola con ricotta, mozzarella in carrozza, lonza, prosciutto, melanzane e peperoni
sott'olio, salame. Buono.

- Anatra all'anice stellato con frittelle di mela annurca e salsa di Aleatico
Gioco perfettamente riuscito di contrasti tra il salato dell'anatra ed il dolce della mela (disidratata, fritta e in purea). Particolarmente riuscito anche
l'abbinamento con la salsa di Aleatico. Molto buono.

- Nastri di pasta di grano duro con bottarga di tonno, cozze e maggiorana
Un piatto semplice ma riuscito, dagli intesi profumi e dal gusto delicato. Ho apprezzato la cottura della pasta e il tocco di sapidità dato dalla bottarga di
tonno. Cozze di eccellente qualità. Molto buono.

- Ristretto di cappone di mare con nudi di ricotta ed ortiche
Due piccoli nudi di squisita ricotta adagiati in un brodo di cappone di mare con foglie di ortica sminuzzate. Il miglior piatto della serata. Ottimo.

- Gnocchetti di patate con scamorza affumicata, basilico e pomodorini
L'eccessiva nota affumicata della scamorza toglie equilibrio ed armonia ad un primo piatto evitabile. Sufficiente.

- Orecchiette e broccoli con tartufi di mare, pane raffermo, colatura di alici e pomodori essiccati al sole di agosto
Un altro piatto non particolarmente esaltante. Pasta, a mio avviso, leggermente scotta ed eccessiva sapidità dei pomodori essiccati. Sufficiente.

- Pesce di scoglio al pomodoro, capperi e prezzemolo
Il pesce di scoglio è adagiato su un'acqua pazza con due piccoli crostini. Buono.

- Pezzogna sfumata al Greco di Tufo con pan grattato e olive nere
Panatura delicata con leggere note aromatiche. Ottima qualità della materia prima. Buono.

- Naif di costine di maiale in tre stili... napoletano, piccante e caramellato con broccoletti stufati
Delle tre preparazioni di maiale la più interessante è quella caramellata. Non esaltante lo stile napoletano (una sorta di "pizzaiola"). Nel complesso un
piatto discreto.

- Selezione di formaggi
Ci vengono proposti 4 tipi diversi di formaggio, da una ricotta (molto buona) a più stagionati pecorini. Il tutto accompagnato da una buona confettura di
melanzane e miele.

- Yogurt di bufala con croccante e cestino di cioccolato bianco
Predessert composto da un bicchiere con yogurt di bufala dal quale "pescare" croccanti di mandorle e nocciole. Superflua la presenza di un cestino di
cioccolato bianco ripieno di arancia. Ottimo (ma senza il cestino).

- Impressionismo di caffè
Una sorta di crema di caffè all'interno di una cialda a forma di tazzina, con due cucchiani anch'essi di cialda. Buono.

- Sfogliatella napoletana
Realizzata magistralmente, ma non tanto da rivoluzionare il nostro concetto di sfogliatella. Discreto dessert.

Con il dolce arriva la piccola pasticceria, di 10 tipi diversi e tutti buoni e ben realizzati.

Il conto finale di 286 euro è così ripartito:

105 euro - un menu degustazione "La tradizione"
115 euro - un menu degustazione "La degustazione"
55 euro - vino bianco "Breg 99" di Gravner
7 euro - 2 bottiglie d'acqua
4 euro - 2 bottiglie di acqua minerale

Sono stati gentilmente offerti: un appetizer, una tisana ed i pani.

A fine cena visitiamo la splendida cantina dove, a 40 metri di profondità, vengono affinati direttamente alcuni formaggi locali.
Veniamo informati dalla Signora Livia Iaccarino delle attività editoriali e agricole dell'azienda di famiglia e invitati a prendere visione di un video
realizzato a questo scopo. L'estrema cordialità (ci viene regalato anche un pacco di paccheri) non nasconde una legittima, se pure troppo evidente, politica di marketing. Cosa, quest'ultima, che non ci spinge a intavolare un confronto.

All'una lasciamo il ristorante per la nostra stanza d'albergo a 65 euro a notte, che abbiamo preferito ad una delle stanze messe a disposizione da Don
Alfonso (190 euro a notte).

La proposta di cucina, seppure di innegabile qualità, non ci ha regalato spunti tali da elevare questa cena a grande esperienza. Tutti i piatti, tranne uno,
sono stati tra il buono e il molto buono, ma nessuno, se non uno, ci ha regalato vere emozioni.
Una cucina che tratta con rispetto e "devozione" la materia prima del territorio; che rivendita fin dall'apertura del menu lo stretto legame con la tradizione; eppure priva di quella genialità capace di trasformare piatti apparentemente semplici in esperienze indimenticabili.

Una cena appagante in un ristorante grande sotto tutti i punti di vista, ma non grandissimo.


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