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Locanda al Gambero Rosso
Via Giuseppe Verdi, 5 47026 San Piero in Bagno (FC)
Tel. 0543.903405
Chiuso il lunedì
Data recensione : 11/2004


Decidiamo di provare quest'osteria, recentemente "trigamberizzata",
incuranti delle previsioni meteo che per la Domenica [14/11/04 N.d.R.]
davano, nella zona, un tempo da "lupi". In effetti siamo arrivati nella
piazza principale di S. Piero in Bagno che nevischiava e soffiava un forte
vento gelido, è stato pertanto molto piacevole entrare nella sala d'ingresso
di questa trattoria (con alloggio) dove, nel caminetto, scoppiettava un bel
fuoco. Questa prima stanza funge da hall anche per la locanda e da salottino
da fumo per il ristorante. Tre piccole sale in successione per un totale di
circa 60 coperti. I tavoli sono normalmente distanziati e ben apparecchiati.
I sottopiatti in ceramica hanno lo stesso disegno di un decoro floreale,
diverso per ogni saletta, che fa da cornice alle pareti della stanza.

Appena seduti ci sorprende piacevolmente la premurosità e la gentilezza di tutto il
personale che ci accompagnerà per tutto il pranzo. Alla distribuzione del
menù e della carta del vino provvede direttamente Moreno che con la moglie
Giuliana, in cucina, e la figlia Michela, anche lei in sala, gestisce questa
locanda. Nel menù si trovano i piatti tipici di questa regione: le paste
fresche e ripiene, gli insaccati, le carni grigliate ed una sezione di
pietanze "povere" peculiari di questa particolare zona, l'Alta Valle del
Savio, che ripropone quei piatti oramai dimenticati che con i loro sapori
sono capaci di risvegliare anche i ricordi, è questa la sezione alla quale
Giuliana è più legata. Decidiamo di lasciar fare alla cuoca ed inizia il
nostro pranzo.

Benvenuto dalla cucina: piccola panzanella con carne bianca, sarà stata la
fame ma la ricordo molto buona e "famelicamente" scomparsa dai nostri
piatti. Nel frattempo dalla carta dei vini, con un'ampia sezione d'etichette
romagnole con ricarichi molto onesti, scegliamo un bianco " Il Tornese" '01
dell'azienda Drei Donà.

Proseguiamo il pranzo con un assaggio di pappa di pane che loro definiscono
"al pomodoro" ma, diversamente dalla fiorentina, non è rossa ma bianca con
dei piccoli pezzetti di pomodoro.
Minestra di castagne e fagioli nella quale il dolce della castagna è
attutito dal sapore del fagiolo creando un nuovo gusto molto ben amalgamato.
Manfrigoli, polenta di farina di fagioli e pancetta, accompagnati dal
formaggio Raviggiolo (presidio Slow Food) anche quest'assaggio si è rivelato
gustoso.

Ogni piatto ci viene ben presentato dal cameriere e, in più, raccontata l'
origine dello stesso da Moreno che fa trasparire, durante il racconto, un
attaccamento alle proprie radici e tradizioni non comune.
Abbiamo intanto terminato il vino e decidiamo di passare al rosso scegliendo
un Ombroso '01 di Giovanna Madonia, Sangiovese di Romagna Superiore Riserva.
Proseguiamo il pranzo con la Farinata di grano con la gota (guanciale) e
formaggio di fossa forse il piatto che, indistintamente a tutti i
commensali, è piaciuto di più.

E' la volta dei "Basotti" piatto tipico del luogo. Si tratta di tagliolini
all'uovo cotti nel brodo e poi gratinati in forno, veramente notevoli.
Continuiamo con i Tortelli alla lastra. Sono tortelli ricavati da una
sfoglia di sola farina e acqua con il ripieno (il compenso) che varia
secondo le stagioni, nello specifico di patate. Sono poi cotti su lastre di
pietra arenaria.

Concludiamo questa prima tornata d'assaggi tipici con un delizioso Savarin
di patate con funghi porcini.
Decidiamo di assaggiare anche le carni preparate dalla bravissima Giuliana e
ci dividiamo una porzione d'Agnello in umido ottimo, una di Trippa in bianco
che si presenta quasi asciutta ed aromatizzata con chiodi di garofano e
cannella ed una porzione di Spezzatino di Maiale con le mele, senza dubbio
il piatto più "innovativo ed omologato" del pranzo. Dei buonissimi funghi
porcini fritti hanno fatto da contorno.

E' finito anche l'Ombroso, continuiamo con il Pietramora '00 Sangiovese di
Romagna Riserva della Fattoria Zerbina.
Incuranti delle grida di dolore che il nostro apparato digerente emette,
assaggiamo anche i dolci. Ci dividiamo una zuppa inglese, fatta con il
ciambellone come da Artusi, buona ed il Caffè in forchetta .del Gastronauta
del quale non ricordo la realizzazione ma il buon sapore.

Terminiamo con i caffè. Il conto finale, per sei persone, è stato di 265,00
Euro di cui 93,00 Euro per la cantina, acqua e bar e 172,00 Euro per la
cucina ed i coperti. Usciamo consapevoli che Giuliana ci ha fatto riscoprire
alcuni sapori che nell'omologazione odierna della ristorazione sono
praticamente scomparsi.


Ziongiu