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Enoteca Pinchiorri
Luogo: V. Ghibellina, 87 Firenze
Tel. 055.242777 Fax 055.244993
Data recensione : 11/2004


Chef: l'Enoteca Pinchiorri é uno di quei ristoranti che s'identificano in una tradizione e non in uno Chef; la linea della cucina é data dai due proprietari, Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde; in cucina i primi Chefs sono Italo Bassi e Riccardo Monco

Guide: tre stelle Michelin e 18, 5 L'espresso 2005
Giudizio personale: questo é, in Italia, un tempio della grande ristorazione per l'insieme di quegli elementi, non solo la cucina, che fanno grande un ristorante. Non é il ristorante italiano che preferisco, ma é quello nel quale si può sentire meglio che altrove di essere in una Maison.

Prezzo: Scelgo il menù da € 160 (un altro é a € 190) con l'abbinamento a quattro vini a € 140, in totale € 300

Come spesso accade con questo ristorante, celebrato mondialmente e situato in una città con un grande afflusso di turisti in grado di apprezzarlo, ho avuto qualche difficoltà a prenotarlo: avevo stabilito un certo percorso in Italia e contavo di andarci il 28 ottobre. Ho mandato un e-mail che ha avuto una risposta negativa e quindi ho preso il telefono, ho chiesto se avevano disponibilità per il 2 novembre ed ho cambiato il mio percorso di conseguenza. Tutto questo avveniva nella prima metà di settembre. Tutto é bene quel che finisce bene e ne valeva la pena.

Il personale di ricevimento mi accoglie all'ingresso e mi fa accomodare nella sala da pranzo, dove sono sempre stato accomodato. Dall'ultima volta i quadri alle pareti sono cambiati, ma la sala resta quel trionfo del buon gusto toscano che rappresenta il primo piacere della serata. L'alto soffitto é bombato e sorregger un grandioso lampadario di Murano, le pareti sono intonacate in beige rotto dal verde intenso delle tende perfettamente drappeggiate intorno alla barra d'ottone che le sostiene. I quadri sono l'elemento che da il tono alla sala: di fronte a me ho paesaggi di boschi e campagna del primo novecento (mi parevano di scuola francese, ma ho poi accertato che sono del medesimo periodo italiano)

Perfettamente drappeggiate anche le tovaglie rosa. Questa perfezione dei drappeggi é il segno tangibile del lavoro d'alto livello che viene fatto a ristorante chiuso.

Il menù che scelgo é in sei portate (l'altro é a otto portate):

Fagottini di coda di rospo farciti di cipolla fondente e pancetta, a fianco un mucchietto di barbabietole in agrodolce ed un insalata di carote al timo bottarga. La cipolla offre un particolare retrogusto al fagottino.

Branzino cotto lentamente e poi rosolato sulla plancia accompagnato da una purea di melanzane affumicate con un crostino di pomodori acerbi e salsa di telline. Preparazione perfetta nella quale le telline accentuano il sapore di mare.

Cappelletti di faraona con burrata e mele, salsa di fegato grasso e pistacchi al sale. Deliziosi, fanno rincrescere la quantità.
Carré d'agnello marinato con rafano all'aceto, pepe di Szechuan e fave di cacao servito con fagiolini all'aglio, crema fritta e pancetta croccante. Un trionfo di sapori a me carissimi, il rafano ed il pepe esaltano la carne dell'agnello e le fave di cacao sono una fortunata trovata aggiungendo una lieve tonalità di amaro al tutto. La crema fritta fa da base al tutto.

Formaggi

Tortino di cioccolato amaro con mndorle e nocciole, fragole marinate all'olio, mandorle fresche e sorbetto alla fragola. Cioccolato e fragole sono sempre un ottimo connubio e queste fragole marinate all'olio hanno un retrogusto molto particolare e gustoso.

Servizio inappuntabile e di grande livello, ma per nulla supponente come sovente accade in questogenere di ristoranti.


Franco C.E. PIODI