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Becco della Civetta
Indirizzo: Vico I° Maglietta, 7, Castelmezzano (PZ)
Telefono ristorante : 0971.986249
Data recensione : 11/2004


La scelta del ristorante non è stata casuale, data la mancanza nell'archivio recensioni di ristoranti recensiti nella Basilicata. Volendo colmare questa lacuna, ci siamo diretti verso il ristorante Becco della civetta a Castelmezzano (PZ), ristorante pluricitato nelle principali guide italiane.
Il luogo si raggiunge facilmente da Metaponto verso Potenza, uscendo ad Albano di Lucania. Diciamo subito che ne è valsa la pena, anche se più per il paesaggio che per l'esperienza gastronomica che, in parte, ci ha deluso.

La giornata festiva (1° Novembre) ha fatto sì che il ristorante fosse pieno di gente e forse questo ha portato a trascurare i tavoli più piccoli (eravamo in due), facendoci aspettare oltre un quarto d'ora tra una portata e l'altra. Siamo partiti con antipasti alla castelmezzanese, nulla di particolarmente entusiasmante, buono il pane al finocchietto selvatico e il peperone fritto croccante che sovrastava, visivamente, l'antipasto. A seguire, zuppa di castagne e fagioli tiepida parte integrante dell'antipasto. Eccellente il capocollo.

I primi piatti si sono rivelati la portata migliore, strascinati con l'un trupc e mollica fritta per me (tutto pane fritto sopra la pasta) e cavatelli con funghi e salsiccia per la mia compagna, forse eccessivamente piccanti. Il secondo è risultato al di sotto delle aspettative, essendo la carne (maiale con mele cotogna e melograno per me e sfogliatina di vitello con verdure croccanti per la mia lei) troppo dura mal cotta. Si salvava il formaggio, un ottimo caciocavallo podolico, servito con confettura d'arance.

Il dolce, da cui ci aspettavamo il riscatto sul secondo, ha invece confermato la nostra personale impressione di mancanza di organizzazione del ristorante: le crostole (classiche chiacchiere o cartellate) col miele e origano erano un poco insipide. Il vino che ci ha accompagnato per tutta la durata del pranzo, un Aglianico del Vulture azienda Cantine di Venosa, non ci ha particolarmente entusiasmato. Il locale, poi, non offre possibilità di appartarsi essendo costituito da un'unica grande sala, forse un poco anonima nel complesso.

Il conto finale è stato di 62 Euro, forse leggermente sproporzionati rispetto alle pretese del ristorante. In conclusione, un locale da riprovare in un giorno feriale, sperando in un minor affollamento con una più attenta scelta del vino. Da riprovare in condizioni diverse.
Il paesaggio bellissimo delle dolomiti lucane, comunque, vale da solo la pena di arrivare fin qui, anche solamente per passeggiare tra le inerpicantesi stradine di Castelmezzano.


Francesco D'Alò