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Don Juan Ristorante Argentino Via Altaguardia, Milano Telefono ristorante : 02.58430805 Fax 02.58440462 Data visita: 09/2004 Buongiorno a tutti, la recensione di oggi mi porta ad avventurarmi in un campo assolutamente nuovo, che è quello della cucina "estera", ma non posso tirarmi indietro dal raccontare una cena che, a prescindere dalla indiscutibile qualità della cucina, ricorderei comunque sempre con piacere per la splendida compagnia della ragazza con cui ho avuto la fortuna di trascorrere la serata. La scelta del locale ha un suo perchè: quando i miei hanno saputo che sarei salito per l'ennesima volta a Milano mi hanno consigliato di andare a mangiare in un ristorante sotto la galleria dove erano stati diversi anni prima. Presumo si riferissero a Savini ( del resto in galleria come alternativa c'è solo il McDonald), ma, sapete com'è, venir su a Milano e mangiare da Savini è banale come l'aspirina che il medico ti prescrive quando va di fretta, così, trovandomi nella città più cosmopolita d'Italia, dopo aver provato nei giorni precedenti un fusion, un indiano ed un tailandese, ho creduto che fosse ora di verificare di persona quanto di buono si dice sulla qualità della carne argentina. "Don Juan", individuato da gran parte della critica come il miglior ristorante argentino in Italia, si trova appena usciti da Porta Romana, non lontano dalla Bocconi ( difficile trovare un posto per l'auto ). Il ristorante è stato diviso in quatto sale non troppo grandi, ognuna a tema con oggetti tipici della tradizione argentina ( una con vista sulla griglia ), i tavoli però sono troppi e soprattutto troppo vicini, ci ritroviamo così nel bel mezzo di una delle sale nonostante al momento della prenotazione fosse stato richiesto un minimo di riservatezza. Comunque bello l'arredamento, anche se a mio giudizio abbastanza impersonale, il contrasto tra i colori delle pareti, il soffitto con travi di legno. Ho trovato un pò confuso il personale. Il menù è davvero ricco e naturalmente imperniato sulla carne, la vera protagonista di ogni piatto, cotta e condita in tutti i modi immaginabili, le proposte variano comunque tra originali antipasti, animelle, empanadas e contorni a base di patate. Vista l'abbondanza delle porzioni decidiamo di optare per un piatto unico, così ci lanciamo su un "lomo a la pimenta", ossia un controfiletto accompagnato da ottime patate e salsa Borgogna, e su un "chorizo con pancetta", nome indigeno che sta ad indicare un'ottima tagliata di manzo con pancetta croccante ed un insolito riso con cipolla e patate tagliuzzate alla julienne e fritte. Al di là della bravura negli accostamenti e della attenzione nella cura della decorazione del piatto, la nota di maggior rilievo va alla bontà della carne, al suo taglio perfetto ed al giusto grado di cottura. Come dolce abbiamo ordinato un sorbetto all'ananas ed un piatto di pesche cotte in crema chardonnay, davvero buona. La cena è stata accompagnata da un cabernet sauvignon del 2000 argentino ( di cui, chiedo scusa, non ricordo la cantina ), scelta all'interno di una carta sufficientemente ampia, ( naturalmente le etichette di vino "tinto" , ossia rosso, erano in netta maggioranza ) e divisa tra vini argentini, cileni ed italiani, forse mi sono sembrati un po' alti i ricarichi. Il conto è stato di 100 euro tondi, compreso il vino ( 24 euro ), un po' troppo se si guarda il numero dei piatti ordinati, anche se vale la pena ripetersi sulla qualità della materia prima. Cosa dire di più, non è certo una alternativa ai più rinomati ristoranti che tengono alto il nome della gastronomia milanese ( Cracco, Joya, Aimo e Nadia ), ma va a piazzarsi, a mio avviso, tra gli indirizzi di maggior rilievo per chi cerca un posto alternativo al classico ristorante italiano senza rinunciare alla qualità. Un saluto e, alla prossima. Alessandro |