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La Buca dei Vageri
Via Dei Lecci n. 83 Viareggio (LU)
Telefono ristorante : 0584.384533
Data recensione : 09/2004


Consigliati da amici decidiamo di andare a mangiare a Viareggio fuori
dal circuito di locali della zona piu' modaiola e prenotiamo alla Buca
dei Vageri, presso l'area dell'ex aeroporto.
Come al solito riesco a perdermi dentro le vie di Viareggio, ma alla
fine trovo parcheggio proprio davanti all'ingresso.
Ci ricevono il cordiale proprietario e due cameriere e ci sediamo vicino
alle finestre; il locale e' composto da un'unica lunga stanza divisa da
un porticato che accoglie tavoli per una cinquantina di coperti, la
cucina a mezza vista, molto sobri gli arredi con piccole eccezioni
kitsch (uno dei tavoli ha le sedie "tigrate").
Prima della carta, dalla cucina arriva un crostino con uovo di quaglia e
una tartare di pesce e verdurine.
Sulla carta leggiamo una buona scelta sia per la carne che per il pesce,
ma decidiamo di affidarci completamente al proprietario, anche per il
vino.
Questi innanzitutto ci fa assaggiare l'olio appena arrivato da Morro
d'Alba: uno saporito di Vicari (dal quale compera anche la lacrima) e
l'altro in una bottiglia da due litri, piu' morbido, ma non ricordo il
nome della fattoria (casamici?).
Per il vino ci porta un giallo dei muri 2002 di Valgiano (lucchesia)
passato in barrique (ma il legno si sente molto lievemente), davvero
convincente.
Poi arriva una passatina di fagioli sulla quale versiamo una lieve
macinata di pepe e un filo d'olio di Vicari.
Buona.
Quindi il piatto (quadrangolare in porcellana colorata) con l'assaggio
di antipasti:
calamaretti sminuzzati in salsa di rucola, crespella ripiena ai
gamberetti e verdure con salsina di pomodoro, salmone affumicato ripieno
di ricotta fresca di mucca, involtino di verza ripieno di cernia,
spiedino di gamberone panato e fritto con cipolle di tropea.
Su tutto spiccava la crespella.
Notevoli anche le altre composizioni.
Stonava il salmone che ho trovato banale e forse fuori contesto.
Arrivano poi i piatti con due assaggi di primi: tagliolini con salsa di
cicale e orecchiette in salsa di totanini.
La salsa di cicale era davvero eccezionale, non troppo asciutta e con il
sapore di mare che ne denotava la freschezza.
Per i secondi il proprietario torna con la carta e tra i vari piatti
(branzino ripieno ai funchi porcini, baccala' in bianco, seppie con
bietole) scegliamo un fritto di totani freschi e verdure pero' da
dividerci in due.
Arriva un vassoio con un fritto perfetto (rare volte ho visto una
frittura cosi' leggera) che non riusciremo a finire perche' la porzione
era davvero generosa.
Tra le verdure: fiori di zucca, zucchine, mela, melanzana.
Per i dolci io scelgo una bavarese alla fragola, lei un semifreddo di
croccantino con salsa al caffe'.
La scelta di lei e' azzeccatissima; il proprietario ce ne descrive la
laboriosa lavorazione (tutti i dolci sono prodotti in casa) che prevede
lo sminuzzamento del croccantino.
Con i dolci ci viene portato un bicchierino di zibibbo di Pellegrino.
Terminiamo con un piccolo assaggio di due grappe (moscato e nebbiolo)
piemontesi con bottiglia al tavolo di una casa che purtroppo non mi
sovviene.
I due caffe' chiudono la serata.
Il conto finale e' di ottanta euro.

Siamo stati trattati bene, con molta cordialita' e siamo usciti molto
soddisfatti per la qualita' di quel che s'e' mangiato e anche per il
conto.


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