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Ristorante Villa Crespi Via G. Fava 8/10 28016 Orta S. Giulio (NO) Telefono ristorante : 0322 911902 Data recensione : 08/2004 Visitato il 17 agosto 2004, a cena. Il piccolo centro di Orta San Giulio, sulle rive dell'omonimo lago, occupa un posto speciale nel mio cuore e in quello di Paola. Romantico sfondo delle prime 'fughe' da Milano, è il luogo che abbiamo scelto per il nostro matrimonio, celebrato nel giardino del palazzo comunale. Tornare in questa zona, caratterizzata da un fascino un po' malinconico, costituisce perciò di per sé un motivo di piacere. All'incrocio che dal lungolago conduce all'abitato di Orta, è impossibile non soffermarsi a osservare Villa Crespi, una prima volta con occhi increduli, le successive con familiarità crescente, data dalla consapevolezza di ritrovare il segno inconfondibile di un ambiente conosciuto. Questa costruzione è un sogno diventato realtà, la realizzazione dell'anacronistica fantasia di un'industriale dell'Ottocento, che fece erigere la villa in stile moresco, con tanto di archi a punta e minareto, come tangibile omaggio verso le terre da cui provenivano le materie prime che acquistava per la propria attività. E a questo incrocio ci ritroviamo verso le 19.30 del giorno del mio compleanno, questa volta per dirigerci al ristorante, già aperto. Veniamo fatti accomodare nella veranda, i cui portici vengono chiusi da finestre (sta infuriando un temporale), che consentono comunque di ammirare il grande giardino. La veranda accoglie un'unica fila di 6-7 tavoli, piuttosto distanziati, e apparecchiati con cura. Mentre esaminiamo i grandi menu, recanti in fronte un acquerello della Villa, ci viene offerto come aperitivo un prosecco Bisol. Due sono i menu degustazione: stagionale (52 euro per tre portate più dolce, con possibilità di abbinare una degustazione vini) o il grande 'itinerario dal Sud al Nord Italia' (74 euro per sei portate, formaggi, sorbetti e dolce). Gli stessi piatti dei degustazione si ritrovano anche nella carta, oltre ad altre proposte, comprese tra i 20 e i 30 euro. La carta dei vini (in realtà sono due, una per i bianchi - che non consulto - e una per i rossi) è piuttosto ampia, con una vasta scelta di vini locali. Scegliamo un per noi ottimo Gattinara Tre Vigne Travaglini 1997 (a 35 euro), servito in ampi calici. Ci viene portato il cestino con vari tipi di pani (tra gli altri allo zafferano e alle olive) e dei fragranti grissini stirati, oltre a burro allo zafferano (non particolarmente impressionante). Arriva un primo amuse-bouche: alice marinata con colatura e insalata di finocchio. Una falsa partenza, forse anche dovuta alle tante alici che abbiamo mangiato quest'estate. L'insieme dei sapori appare troppo marcato e poco armonico. Poi un secondo omaggio della cucina: tartare di salmone con uovo di quaglia e fili croccanti di riso, panna acida. Bella presentazione, ma anche questo piatto non ci convince particolarmente. La tartare è corretta ma nulla più, mentre uovo e fili di riso risultano un po' insipidi. Insomma, ci guardiamo un po' dispiaciuti. Certo, gli appetizer sono offerti e pertanto meritevoli di un occhio più benevolo, ma costituiscono comunque una prima indicazione dello stile della cucina. Ci consoliamo con il Gattinara, che si apre lentamente nei calici, passando dai profumi di rosa e viola a sentori più complessi con spezie e sottobosco. Arrivano i primi due piatti: Sinfonia di pesci crudi e marinati con erbette e caviale. Un'ottima selezione, ben disposta su piatto trasparente, di pesce spada con agrumi, tonno scottato con sesamo, tartare di scorfano con tuorlo di quaglia, veli di branzino con pomodori, seppia con senape (l'unica delusione), gambero rosso di Sicilia (eccezionale) e caviale. Crema di burrata con scarola alla partenopea, triglie di scoglio e cialda di mais. Un buon piatto (a me è piaciuto di più che a Paola), a cui però manca qualcosa. Mi spiego: buona la burrata, buona la scarola, buone le triglie … ma l'insieme non riesce ad elevarsi. Saltiamo i primi e passiamo ai secondi. Piccione leggermente scottato con friarielli fritti e composta di ciliegie. Molto buono il piccione, al cui petto è accostata la propria coscia croccante, e gradevoli anche i friarielli. Forse avremmo preferito un contorno più fresco che fungesse da contrappunto all'uniformità del piccione, comunque un piatto bene eseguito. Coda di manzo brasata al Gattinara e cipolle di Troppa, scaloppa di fegato d'oca. Finalmente la cucina di Cannavacciuolo che si esprime. Il piatto migliore della serata. La coda, cotta alla perfezione, è un'esplosione di sapori intensi e note dolci dati dal vino e dalle cipolle, e viene presentata molto bene all'interno di un timballo di patate. Buono il fegato d'oca, particolarmente indovinato l'abbinamento con l'aceto balsamico. Chiediamo poi il carrello dei formaggi, dal quale scegliamo seguendo un criterio scientifico: i più 'puzzolenti'. Il cameriere ci asseconda con generosità. Capra con fiori di campo e con margherite e mimosa, toma stagionata (eccellente), cabrales (così così), stilton (ottimo), gorgonzola naturale stagionato un anno oltre il disciplinare (si scioglie in bocca) e testun maturato nelle vinacce di barbera (già provato e sempre fantastico). Funziona l'abbinamento con composta di pomodori verdi e confettura di lamponi e aceto balsamico. A questo punto Paola si arrende, la mia golosità no. Chiedo la carta dei dolci e ordino la variazione di cioccolato. Il dolce arriva accompagnato da un'alzatina con piccoli pasticcini, un vassoio di cioccolatini e un altro con babà e sfogliatine: il tutto per due! E per soli 10,5 euro !!!! La variazione comprende un cilindro di cioccolato bianco con mousse e frutto della passione, un cilindro di cioccolato fondente con mousse e ciliegia immersa per metà nel cioccolato bianco, una mini sacher con foglia d'oro, frutti di bosco e salsa al lampone, un bicchierino di liquore al cioccolato con medaglia e un gelato al cioccolato (in una coppetta a parte). Il tutto eseguito alla perfezione per una conclusione in crescita. Il conto è di 170,50 euro. Gli aperitivi sono stati offerti, così come gli appetizer, e la piccola pasticceria. In sala il servizio è stato puntuale, anche se, nel nostro caso, un po' caotico (al nostro tavolo si sono alternate sei persone …). In conclusione, un ottimo ristorante, con un'ambientazione di grande fascino e una cucina di ottimo livello. Sebbene non sia scoccata la scintilla dell'emozione, abbiamo trascorso una serata molto piacevole. Luca |