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Locanda della Tamerice Via Argine Mezzano 2 Ostellato (FE) Telefono ristorante : 0533.680795 Data recensione : 07/2004 Visitato il 16.07.04 a cena e il 17 a pranzo Quest'anno abbiamo deciso di spezzare in due il viaggio che da Milano ci porta in vacanza a S.Benedetto del Tronto e ci siamo fermati presso il 'santuario' di Igles e Pia Corelli, ormai meta fissa di pellegrinaggio dei forumisti. Giunti a Ostellato nel tardo pomeriggio, siamo stati ricevuti con grande cordialità da Pia, che ci ha accompagnato nella stanza a noi riservata ('La zucca innamorata' - e come avrebbe potuto sceglierne una diversa…), molto accogliente, disposta su due livelli (con il letto sul soppalco) e arredata con gusto e attenzione ai dettagli (il nome è indicato da una ceramica artistica, come sulle altre stanze, in bagno si trovano amido - un ricordo di un passato romantico - e saponi profumati). Dopo una piacevole conversazione con Pia abbiamo fatto una breve passeggiata nel verde e nel silenzio della splendida oasi naturalistica in cui è immerso il ristorante, lungo i prati degli argini del delta del Po, abbelliti da un notevole numero di sculture che formano un percorso artistico a cielo aperto. Un piacevole momento di relax per chi, come noi, solo poche ore prima ancora si trovava nel caos e nel cemento della metropoli lombarda. Alle 20.30, affamati, entriamo nel ristorante, dove veniamo accolti dai due giovani camerieri che ci conducono al tavolo. Il ristorante, su due livelli, è di impostazione moderna e dai colori vivaci, con le pareti adornate da splendide lampade in vetro colorato e i tavoli caratterizzati dalla presenza di piccole ceramiche, mentre oggetti artistici sono sparsi un po' ovunque. Colpiscono i numerosi fili neri dei lampadari, che movimentano il soffitto. Il nostro tavolo, ben distanziato dagli altri, consente di vedere la cantina e la vetrata che dà sulla cucina, dove Igles e i suoi aiutanti sono già indaffarati. La carta propone un menu degustazione ('Oggi al mercato') a 60 euro, oltre a una buona scelta di antipasti, primi e secondi, sia di carne che di pesce, con prezzi tra i 14 e i 30 euro. Mentre stiamo scegliendo ci viene proposto un calice di prosecco Foss Marai. Subito dopo arriva una entratina offerta dallo chef: tortino di patate e fagiolini con eccellente ventricina (di Outsider!), che ci aiuta a visionare il menu con più tranquillità. Chiediamo di continuare con il prosecco, da noi molto gradito, per gli antipasti (ci viene portata e stappata una bottiglia nuova), poi passeremo a un buon sangiovese riserva Zarricante S.Patrignano 1999. Arriva il pane, appena sfornato, molto ben presentato su una fondina di ceramica. Vi sono panini alle olive e all'uvetta, delle tigelle e dei grissini normali, al peperoncino e al rosmarino. A metà pranzo arriverà poi una fantastica focaccia ancora calda, la migliore che abbiamo mai mangiato. Scegliamo un menu degustazione, che comprende: Sformato di scampi con guazzetto di cozze: buono (non amo particolarmente gli sformati per la presenza della panna, ma è una questione di gusto mio) Zuppa di finferli e pollo al dragoncello, quenelles di ricotta: un ottimo piatto, dal gusto intenso e armonico, con un brodo molto buono Risotto di granchi di scoglio, fondente al prezzemolo: un risotto da manuale, cotto e mantecato alla perfezione Millefoglie di branzino e patate, salsa di mandorle al dragoncello: sapori delicati in un buon insieme Semifreddo al torroncino con crema di pistacchi: ottima esecuzione di un dolce di impostazione classica Dalla carta assaggiamo: Scaloppa di fegato grasso d'oca con fichi, pera volpina, salsa allo sciroppo di rosa: un eccellente fegato (per il quale abbiamo un debole), con cottura impeccabile e combinazione perfetta di profumi e sapori Bauletti al prosciutto di Praga, crema di patate al tartufo: una pasta fresca ben eseguita. Insieme al risotto del menu del degustazione viene portato un gradevole assaggio di spinaci e uovo di quaglia. Petto di germano reale, salsa peperata: il piatto migliore che abbiamo mangiato da Corelli. Il petto del germano viene riempito delle proprie cosce, cotto in una retina di maiale e servito a fettine con una salsa dal sapore deciso, insieme a un cestino di pasta filo con spinaci. Davvero eccellente e una sorpresa per noi che non avevamo mai assaggiato il germano. Durante tutta la cena, accuditi da un servizio preciso e mai invadente, abbiamo potuto osservare Igles operare in cucina. Siamo rimasti impressionati dalla serietà e dalla concentrazione di tutti i componenti la brigata, che si scambiano pochissime parole e si muovono compiendo gesti essenziali, quasi eseguissero un copione imparato ormai alla perfezione, che li porta alla realizzazione di piccoli capolavori che deliziano il palato. Dopo la cena abbiamo potuto vedere la cucina, ancora in attività per gli altri commensali, e ci siamo fermati a parlare con Igles e Pia, estremamente disponibili, fino a quando, stanchi, ci siamo ritirati in camera per dormire beatamente, complice il silenzio e la leggerezza della cucina. Il mattino dopo abbiamo deciso di prendercela comoda e, dopo un'altra camminata nell'oasi, osservando piante, pesci e uccelli, ci siamo fermati a pranzo. Questa volta Igles ci ha riservato il tavolo per due che si trova all'interno del locale cantina, molto d'atmosfera. Dopo un appetizer di fagioli borlotti cotti sotto vuoto conditi con olio e pepe bianco (davvero ottimi), abbiamo preso: Verdure ripiene con crema acida e gelato salato di pistacchi: buone le verdure, e gradevole il contrasto con la panna acida e il freddo del gelato. Insalata di piccione con canditi e Balsamico Tradizionale di Modena: molto buono, uno dei piatti migliori (anche i canditi che di solito non amiamo …) Filetto di struzzo con croccante di sesamo, salsa al vino rosso: lo struzzo è una carne ormai piuttosto diffusa, ma questo filetto è di ottima qualità, e si sposa molto bene con la salsa. Moretta alle ciliegie con sformato di zucchine: un altro esempio della maestria dello chef nel trattare la cacciagione, il suo vero punto di forza. Il tutto accompagnato da acqua (per me, purtroppo) e una ottima mezza bottiglia di Cabernet Sauvignon 1997 della cantina Schloss Schamburg (spero sia corretto!). Dopo il pranzo abbiamo preso un caffè con Igles e Pia, i quali si sono intrattenuti con noi con grande disponibilità fino a quando abbiamo dovuto lasciarli per ripartire, gratificati anche da una bottiglia di sciroppo di sambuco e una di sciroppo di rosa fatti da Igles, il quale ci ha addirittura raggiunti mentre stavamo salendo in auto per regalarci un vassoio di 'brutti ma buoni' appena sfornati. Un mito!. Una bellissima esperienza, in un ottimo ristorante dove è possibile gustare piatti di alto livello, eseguiti alla perfezione da un cuoco che sa il fatto suo. Se decidete di recarvi alla Tamerice, non limitatevi al ristorante, pur caratterizzato da una cucina notevole; fermatevi almeno una notte e trascorrete un po' di tempo nell'Oasi e, se ne avete la fortuna, parlate con Igles e Pia, una coppia innamorata del proprio lavoro, la cui simpatia e competenza rappresentano il vero elemento in più della sosta in un esercizio che fa onore alla cucina italiana. Luca |