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Il Cantico
Ristorante dell'Abbazia di San Pietro in Valle
Km 20 S.S. 209 Valnerina - Via Case sparse 4, Località Macenano 05034 Ferentillo (TR)
Tel. e Fax 0744.780005
Da marzo ad ottobre aperto tutti i giorni. In inverno chiuso lunedi' e martedi'.
Dal 7 gennaio alla fine di febbraio chiuso per riposo invernale.
Data recensione : 04/2004


Lasciamo dietro di noi le bandiere rosse e verdi delle mobilitazioni sindacali. Lasciamo i turni domenicali e il profilo inquietante delle acciaierie, simbolo e polmone economico di una citta' cosi' tanto diversa dalla stereotipo della verde Umbria.
"Tagliare" Terni per imboccare la Valnerina e' un percorso ricco di spunti riflessivi che lasciano spazio allo stupore quando, senza preavviso, la vista di impetuose cascate riesce a togliere il respiro. Le acciaierie lasciate alle spalle pochi minuti prima sembrano lontanissime. L'Umbria verde prende il sopravvento sul paesaggio che si fa sempre piu' suggestivo. Qualche kilometro ancora e poi Ferentillo e infine un cartello giallo che indica "Abazzia San Pietro in Valle".

Molti di voi ricorderanno il "Gatto Mammone", ristorante di Terni che fino allo scorso settembre era centro di interesse per molti frequentatori del newsgroup e del forum. L'esperienza di Gatto Mammone si e' conclusa e dalle sue ceneri e' nato questo ristorante, incastonato in un luogo suggestivo e ricco di storia, oltre che di impareggiabile bellezza naturalistica.

Renato, deus ex machina del Gatto Mammone, ha trasferito il suo impegno e parte della filosofia del vecchio e glorioso ristorante di Terni tra le mura antiche di una splendida abazzia del VIII secolo ( http://www.sanpietroinvalle.com ).

Del Gatto Mammone restano gli arredi, la carta dei vini, gran parte del menu e soprattutto lo spirito di accoglienza.

Prenotiamo un tavolo per due persone per il pranzo di domenica. La sala è piccola con muri a volta che danno un senso di austerita' e rigore. Le sedie con i braccioli sono molto comode e i tavoli larghi e sufficientemente distanziati. Nessuno ha fumato durante la nostra visita anche se non c'e' un divieto esplicito.
Il servizio e' affidato alla moglie del patron e ad una giovane sommelier giapponese. Il personale di sala risulta essere piu' che sufficiente a garantire un servizio efficiente e attento.

La carta dei vini comprende vini italiani e stranieri. E' la stessa del Gatto Mammone con gli asterischi ad indicare i vini esauriti. Il patron vuole passare da una cantina di 500 etichetta a 300, ritenendola una quantita' sufficiente ad accontentare clienti esigenti senza rischiare perdite.
Ricarichi onesti intorno al 70% rispetto al prezzo di enoteca.

In cantina, cosi' come in cucina, ci siamo abbandonati ai consigli di Renato, patron e Sommelier de Il cantico.

Apriamo con discrete bollicine offerte insieme all'appetizer. Con l'antipasto arriva un ottimo calice di Riesling Brut La Palazzola. Con l'altro antipasto un calice di Sauvignon Winkl 2002 della Cantina di Terlano.
Dalla carta dei vini, su consiglio, ordiniamo una bottiglia di Pafoj 1999 di Icardi. Langhe rosso a base Nebbiolo e Pinot nero molto gradevole e ben abbinato ai tanti piatti di carne degustati.
Un'altra bottiglia dello stesso produttore viene aperta e, vista una leggera ossidazione percepita dal sommelier, cambiata senza alcun problema.
Con i dolci beviamo due calici di Vin Santo 2000 La Palazzola.

I pani realizzati dalla cucina sono di due tipi e a nostro avviso andrebbero rivisti. Li abbiamo trovati poco fragranti.

Sono presenti due menu degustazione da 33 euro (5 portate di territorio) e 36 euro (5 portate di lago e fiume). In carta gli antipasti hanno un costo di 8 euro, i primi di 8 euro, i secondi tra 10 e 13 euro e i dolci 6 euro.

Lasciamo carta bianca allo chef chiedendogli di fornirci una panoramica della cucina.

- Fave con guanciale e caramella di pasta con ripieno di verdure
Appetizer gustoso. Sono un amante delle fave e le ho gradite maggiormente rispetto alla "caramella". Con l'appetizer viene offerto un calice di discrete bollicine.

- panzanellina di frise d'orzo con gamberi di fiume in salsa verde
Abbiamo trovato eccessiva e invadente la presenza di aceto nella panzanellina. L'unico piatto tra quelli degustati che mi sentirei di sconsigliare, anche perche' lo trovo piu' estivo che adatto a questo periodo.

- Tortino di zucchine con sorpresa di trota di torrente, zafferano di Civita di Cascia
Molto buono. Le fettine di zucchina a racchiudere un tortino dalla piacevole consistenza e dal gusto deciso ma non eccessivo.

- Sformatino di erbe pasqualine con salsa di pecorino di Vallo di Nera
Piatto molto gustoso che riprende un piatto tradizionale della zona preparato nel periodo pasquale. Buono.

- Terrina di coniglio con olive impunite e cuccia di arancia
Piatto solo discreto e sicuramente migliorabile. Ho trovato la carne di coniglio troppo secca.

- Gnocchi artigianali ripieni di ragout di baccala' su salsa di broccoletti
Ottimi. Contrasto gestito perfettamente tra il baccala' e piccoli pomodorini secchi. Piatto molto goloso.

- Nudi di ricotta di pecora e spinaci con salsa di zucca gialla e tartufo
Ottima materia prima. Mia moglie ha gradito moltissimo l'abbinamento con il sapore dolciastro della zucca.

- Chicchi bronzi con piccione, vera e ceci al rosmarino
Ottimo. Piatto semplice e piu' di ogni altro legato alla tradizione umbra, eppure uno dei migliori provati.

- Variazioni di agnello di Castellonalto e carciofi violetti dorati
Molto buono. Lo chef si cimenta in tre diverse preparazioni di angello. Tutte buonissime.

- Guancine di manzo brasate al vino rosso
Molto buono. Carne tenerissima e materia prima di eccezionale gusto.

- Semifreddo di croccante in salsa di caramello
Buono anche se eccessivamente "scioglievole".

- Tortino caldo di cioccolato con cuore morbido
Buono. Un classico della ristorazione di questi anni intepretato senza gli eccessi di alcuni cuochi che concentrano una quantita' eccessiva di cacao rendendo il tortino immangiabile a fine pasto.

Chiudiamo con tre caffè e uno splendido Rum Cadenhead's 36 anni Guyana. 70 gradi, grandi e inattesi profumi e un coloro scuro inteso.
Infine, dopo una visita della splendida Abbazia, ci viene offerta una discreta piccola pasticceria.
In tutto beviamo due bottiglie di acqua minerale.

Il conto è stato di 110 euro in due, tra cucina e cantina. Per quanto abbiamo mangiato e bevuto il conto e' davvero poca cosa. Soltanto la bottiglia di vino rosso aveva un prezzo in carta intorno ai 40 euro.

L'abazzia e' anche una residenza d'epoca dove trascorrere la notte. Le camere doppie hanno un costo di 110 euro.

La cucina ci ha soddisfatto pienamente: gustosa, leggera e legata al territorio senza banalita'. Piatti belli oltre che buoni e solo uno, tra gli 11 provati, non completamente soddisfacente. Rapporto qualita' prezzo assolutamente positivo.
Una bella riscoperta che mi porta a consigliare la visita a chi ha apprezzato l'esperienza di Terni e oggi vuole riscoprirne i sapori in una cornice molto suggestiva, con grande attenzione alla materia prima dei produttori circostanti.

Alle 19.30 riprendiamo la via di casa. Il verde dei boschi. Le cascate. Il profilo delle acciaierie. Le bandiere di protesta ....


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