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Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori
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Antonello Colonna Lebico (RM) Data recensione : 11/2004 Prenotiamo con due settimane di anticipo per il pranzo di sabato 22 novembre 2003. Labico e' un piccolo paese a sud di Roma, a pochissimi km dall'uscita Valmontone sull'autostrada Roma-Napoli. Il viaggio da Roma, in mancanza di traffico, non dura piu' di 40 minuti. Il ristorante si trova nei pressi della piazza principale di Labico. Una piccolissima insegna non aiuta la ricerca, ma basta chiedere al primo passante per avere indicazioni precise (Antonello Colonna a labico e nella zona e' una sorta di istituzione). L'inconfondibile porticina rossa di ingresso e' l'indizio ultimo per individuare il locale. Per entrare suoniamo il campanello e veniamo immediatamente accolti dal personale che dimostra di conoscere in anticipo il cognome della nostra prenotazione. Veniamo fatti accomodare in un grande tavolo circolare e il sommelier (che da quel momento segue in prima persona il nostro tavolo) ci mette immediatamente a nostro agio chiedendoci del viaggio da Roma. Per il resto del lungo pranzo si svolge un interessante e fitto scambio di pareri e consigli che rende ancora piu' appagante l'esperienza. I 20 coperti complessivi della sala sono organizzati in modo da avere grande spazio tra un tavolo e l'altro. L'aspetto della sala e' sobrio, con pochissimi quadri alle pareti. Eleganti porte di vetro separano la cucina e l'ingresso. Unica evidente concessione al colore la porticina rossa di entrata sia del ristorante che della cantina (nella parte opposto della strada). La mise en place e' sobria ed elegante. Sulla spaziosa tavola una composizione di due piccole orchidee e due piccole candele. Sedie belle e comode e poggiaborsa per le signore. Posate e piatti di pregio, cosi' come le tovaglie. La sala e' occupata da altri due tavoli per un totale di 6 commensali, noi compresi. Dal secondo in poi resteremo gli unici clienti in sala. Insieme ai menu vengono proposti come appetizer dei piccoli e gustosi assaggi di salame di cinta senese abbinati ad un originale quanto azzeccato Sherry secco. Ci viene consigliato di mangiarli rigorosamente con le mani. Accettiamo volentieri l'invito. Il menu di mia moglie non riporta i prezzi. Oltre alla carta viene proposto a parte l'unico menu degustazione, che cambia periodicamente in base alle disponiblità del mercato e della stagione. Il menu degustazione non deve necessariamente essere ordinato da tutto il tavolo e costa 90 euro (vini eclusi). Optiamo per due menu degustazione con variazione sul secondo piatto e, fuori menu, una porzione dei celebri bucatini mantecati cacio e pepe. La carta dei vini e' divisa in due: vini del Lazio e Italia/resto del mondo. I ricarichi si aggirano intorno al 100% rispetto ai prezzi di enoteca. Non mancano rarita' e grandi vini italiani e internazionali. Con nostro stupore, il sommelier ci dice che il vino del Lazio raccoglie i favori di gran parte della clientela del ristorante. Optiamo inizialmente per un Taurasi Feudi di San Gregorio, ma l'ultima bottiglia rimasta in cantina e' rovinata (sentori di tappo piu' che evidenti). Il sommelier ne prende atto e ci propone in sostituzione un altro vino campano con caratteristiche simili: il Ravello Rosso Riserva 1999 di Cuomo-Gran Furor Divina Costiera. Un vino prodotto nella Costiera Amalfitana da uve piedirosso (70%) ed aglianico (30%). Maturato in barrique nuove per 12 mesi. In bocca piccoli frutti rossi, note di pepe con chiusura dolce e piena. Buona persistenza in bocca e gradevolezza complessiva che e' si esaltata quando le note di pepe hanno incontrato la sapidita' del cacio e pepe. Una bella scoperta. Gli squisiti pani e grissini sono stati cambiati tre volte, prima che finissero e senza che noi dovessimo richiederli. Il vino e' versato in tempi perfetti, cosi' come l'acqua minerale. Passiamo alle portate. - Pancotto con tempura di sarde Un antipasto dal gusto deciso e, almeno nel mio caso, rievocativo di uno dei sapori della mia infanzia. - Animelle rosolate in salsa di capperi Uno dei migliori piatti del pranzo. Eccezionale per gusto e per cottura. - Cappelletti di coda alla vaccinara in brodo di cappone 6 cappelletti in un leggerissimo brodo di cappone, ripieni di coda alla vaccinara tanto gustosa e ben preparata da restituire intatto anche il sapore del sedano (immancabile in ogni preparazione tradizionale di questo piatto). - Ravioli di pecorino e trippa alla romana Altro primo piatto che riprende la tradizione romanesca rivisitandola e allegerendola. Trippa morbissima e ravioli dal sapore deciso ma non invadente. Un piatto incredibilmente equilibrato. - Bucatini mantecati cacio & pepe Il piatto e' preparato davanti al nostro tavolo. Viene portato un piccolo fornello e la pasta a meta' cottura viene mantecata per circa 5/6 minuti con pepe e pecorino romano. Il risultato e' un cacio e pepe dal gusto eccezionale. - Guanciale brasato con purè alle erbe Carne molto tenera e saporita. Ottima materia prima ma forse il piatto meno esaltante insieme al pancotto. - Fegato di vitello polenta e funghi pioppini Amaro del fegato forse eccessivo. Azzeccato l'abbinamento con una polenta croccante. Un buon secondo piatto. - Piccola pasticceria Nove diversi tipi di pasticcini tutti buonissimi. - Predessert: sorbetto di mele Semplicissimo ma gustoso preludio al dolce. - Dessert Non ricordo il nome del dessert perche' sulla mia copia del menu non e' riportato. Ricordo due vasetti con un gioco di consistenze al caffe' in un uno e una mordida ed eterea crema nell'altro. Un buon dessert anche se non eccezionale. Sul dessert c'e' stato l'unico piccolo neo del servizio. Nel degustazione era semplicemente presentato come "dessert" e ci aspettavamo la possibilita' di scegliere quale dalla carta. Invece ci e' stato portato un dessert a sorpresa. Io avrei provato il diplomatico di cui ho letto note molto positive. Sara' per la prossima volta. Insieme al dessert ed alla piccola pasticceria ci viene proposto un "vino santo" del Trentino. Uno splendido vino dolce da uve nosiola (vitigno autoctono della zona nord del Garda). In bocca colpiscono i sentori di frutta secca e miele di acacia. Un vero gioiello. A fine pasto la carta dei caffe', distillati e tisane. Chiedo al sommelier di stupirmi con un distillato insolito. Vengo accontentato con un Tequila reposada molto orginale e inconsueto, dove il gusto tipico e spesso eccessivo del Tequila viene ammorbidito creando un distillato che per certi versi ripende caratteristiche della grappa. Dopo il Tequila, dietro mia richiesta, viene servito un Bas Armagnac del 1984. Nonostante la presenza di diverse miscele di caffe' (alcune delle quali rare e costose), optiamo per due miscele base. Insieme al caffe' due squisiti cioccolatini all'anice. Il conto finale e' di 257 euro cosi' ripartiti: 180 euro - 2 menu degustazione 42 euro - Vino Ravello riserva 1999 15 euro - 2 calici di vino santo 12,50 euro - Bas Armagnac 6 euro - 2 acque minerali 1,50 euro - caffe' Ci sono stati gentilmente offerti: pane, predessert, bucatini cacio e pepe, piccola pasticceria, appetizer, sherry secco, Tequila e un caffè. Antonello Colonna non era presente in sala perche' impegnato in una manifestazione a Roma. Intorno alle 16.30 avvertito dal sommelier che in sala c'erano due giovani appassionati ha fatto in tempo a venirci a salutare. Il saluto e' diventato un serrato dialogo di piu' di un'ora. Colonna ci ha parlato della sua filosofia di ristorazione e dei numerosi progetti che sta portando avanti. Abbiamo poi visitato la cucina e la splendida cantina. Ho avuto l'impressione di un professionista appassionato con infinite idee ed energie. Oltre ad una visione imprenditoriale chiara e decisa. Come ho letto su una rivista, Colonna e' riuscito nell'intento di recuperare i "file della mia memoria gastronomica". Ho ritrovato nella cucina di questo locale i sapori, rielaborati ed attualizzati, che meglio rappresentano la cucina di Roma. Ho avuto conferma che trippa, animelle, coda alla vaccinara, quando trattati con maestria e consapevolezza possono diventare alta cucina. Note di merito ulteriori per la leggerezza dei piatti (non ci avrei giurato) e per il servizio attento e premuroso. Prolet |