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Ristorante Le Calandre
Sarmeola di Rubano (Padova)
Data recensione : 12/2003


Veniamo accolti nella sala d'attesa e "parcheggiati" qualche minuto in attesa che vengano sistemati altri ospiti arrivati prima di noi. Vengono presi in custodia i nostri cappotti e veniamo fatti accomodare al tavolo.

Le due sale del locale sono moderne e luminose. I tavoli sono sufficientemente distanti, ma non abbastanza da evitare di ascolare i discorsi degli altri ospiti. Questo aspetto non aiuta certo l'intimita' della serata. Le sedie sono molto comode. I tavoli ampi e decorati semplicemente con vegetali all'interno di piccoli vasi di vetro (sul nostro tavolo l'erba cipollina, in altri fragole, kiwi ecc.). La sala e' in linea con l'immagine del locale, giovane e creativa. In occasione del Natale il soffitto e' arricchito con i disegni a tema natalizio di alcuni bambini (credo della scuola locale). Bicchiere, posate e tovaglie di ottima fattura.

Le due sale sono al completo, con buona percentuale di ospiti stranieri (soprattutto francesi). Abbiamo prenotato con due mesi di anticipo e ovviamente non abbiamo avuto difficolta' a trovare posto.

Il servizio, affidato a Renato Alajmo (fratello di Massimiliano) e altri giovani camerieri, e' di altissimo livello. A parte alcune piccole cadute di stile (per esempio commenti ironici ad alta voce su alcuni ospiti e una cameriera che masticava chewing gum) l'impressione e' di un servizio poco incline ad assecondare le nostre richieste. Ci e' sembrato, tra l'altro, che manchi una vera e propria filosofia di approccio al cliente. Per esempio si passa dalla freddezza di alcuni camerieri, alla battuta sagace di altri. L'idea finale e' di un servizio lasciato all'iniziativa personale piu' che alla pianificazione. In un altro ristorante non ci avremmo fatto caso, ma in un ristorante come questo ......

I tempi tra una portata e l'altra sono quasi perfetti fino al predessert, quando rallentano eccessivamente.

La cantina e' vasta con buona disponibilita' di etichette regionali, nazionali, francesi e dal resto del mondo. I ricarichi variano tra l'80% e il 100% rispetto al prezzo di enoteca.
Trovate la carta dei vini completa e aggiornata sull'ottimo sito Web: http://www.calandre.com/calandre/carta.asp?lingua=ita
Desiderosi di provare vini veneti, seguiamo il consiglio del sommelier che, messo al corrente del nostro orientamento di spesa, ci indica un "Soave Classico superiore Contrada Salvarenza V.V. 2001 Gini" (35 euro). Il vino si rivela inferiore alle nostre aspettative, ma tutto sommato ben abbinato alla prima parte del menu.
Successivamente attingiamo ai vini al calice con un ottimo Sauternes (10 euro), un buon Recioto (10 euro) e un mediocre Cabernet Sauvignon (8 euro) di cui mi sfugge il nome e che abbino ai piatti di carne.

Deludente la scelta dei pani: grissini, crackers al burro, focaccia, pane integrale su un bel vassoio di legno. Gia' presenti al nostro arrivo li abbiamo trovati leggermente secchi e poco gustosi.

Il menu prevede due degustazione a 125 euro: "I grandi classici" (appetizer, 2 antipasti, 2 primi, 2 secondi, formaggi, pre-dessert e dolce) e "adesso" (stesso numero di portate).
In carta gli antipasti costano da 18 a 38 euro, i primi piatti da 18 a 28 euro, i secondi piatti da 26 a 60 euro, i dessert 18 euro. Trovate il menu completo e aggiornato qui: http://www.calandre.com/calandre/menu_calandre.pdf
I menu degustazione vanno ordinati da tutto il tavolo. Optiamo entrambi per il menu "I grandi classici". La nostra richiesta di sostituire al risotto con polvere di liquirizia il riso al fumo non viene assecondata (perche' il riso al fumo va ordinato da minimo due persone). Sul dolce, invece, e' possibile effettuare la scelta tra due opzioni.

Veniamo ai piatti degustati:

- Appetizer: crema di ricotta con scorza di arance, cozza e bottarga di muggine
Ottima la ricotta e riuscito l'accostamento con la cozza e la bottarga. Buono.

- Involtino di scampi fritti su salsa di lattuga
Due squisiti scampi su altrettanti bastoncini avvolti in un leggeressimo fritto. Salsa di lattuga con finalita' per lo piu' scenografiche. Molto buono.

- Cappuccino di seppie al nero
Piatto gia' provato in occasione della cena delle "Tre forchette" a ottobre, si conferma il miglior piatto della serata. Viene servito in un piccolo bicchiere di vetro. In fondo le seppie sono l'unica consistenza solida del piatto e si "raggiungono" dopo aver affondato il cucchiaino oltre uno strato di spuma di patate. L'effetto visivo "caffe'" sul fondo e' dato dal nero di seppia. Ottimo.

- Cannellone croccante di ricotta e mozzarella di bufala con passata di pomodoro
Una sorta di pizza destrutturata e riassemblata in forma di cannellone (in realta' e' un cannelloncino). Ottima la ricotta e la mozzarella. Buona l'idea. Su invito dello chef mangiato il tutto con le mani. Buono.

- Risotto allo zafferano con polvere di liquirizia
La grande curiosita' per questo piatto ha creato aspettative in parte deluse. Liquirizia non troppo invasiva a dare piu' che altro un effetto aromatico al piatto. Buono.

- Piccione di Sante arrostito con Sangue Morlacco e friggitelli
Buon secondo piatto. Sante, ci e' stato detto, e' un allevatore toscano che fa ascoltare musica classica ai suoi piccioni. In effetti la carne e' buona. Lo sono ancora di piu' i friggitelli. Un piatto riuscito.

- Gallina e manzo alla "canevera"
Il piatto meno riuscito della serata. I due tipi di carne sono accompagnati da un paio d confetture. Piatto anonimo e al limite dello stucchevole.

- Carrello dei formaggi
Comtempliamo per qualche minuto i due carrelli dei formaggi e finalmente ci affidiamo al cameriere, che prepara 5 diversi tipi di formaggio per mia moglie e 5 erborinati per me, ai quali abbino un ottimo Sauternes.

- Predessert: sorbetto di pompelmo rosa con isalata di olive candite e aneto, spuma frizzante di limone e gin
Predessert riuscitissimo. Fresco, piacevolmente amaro e con splendidi giochi di consistenze. Ottimo.

- Crema fritta con gelatina di frutta e sorbetto al latte di cocco
Dessert anonimo e un po' fiacco. Crema avvolta in una pastella, buona ma nulla di piu'.

- Sformato caldo di cioccolato Papuasie, salsa di lamponi e gelato allo Yogurt
Buono lo sformato ma troppi altri elementi nel piatto. Anche qui, un dessert buono ma non indimenticabile.

Il conto e' stato di 317,50 euro per due persone, cosi' ripartiti:

250 euro 2 menu "grandi classici"
35 euro 1 bottiglia di Soave Classico
10 euro 1 calice di Sauternes
10 euro 1 calice di Recito della Valpolicella
8 euro 1 calice di Cabernet sauvignon
4,50 euro 1 bottiglia d'acqua minerale

Massimiliano Alajmo, l'enfant prodige della ristorazione italiana, e' stato molto disponibile presentadosi al nostro tavolo per qualche minuto di convenevoli, salutandoci a fine serata e firmando per noi una copia del menu. E' un ragazzo con la battuta sempre pronta e un'apparente semplicita' che lo rendono immediatamente simpatico.

L'esperienza, in tutta sincerita', e' stata inferiore alle nostre aspettative. La cucina, seppur di grande qualita', ci ha entusiasmato solo in un paio di casi. Nota di merito per la leggerezza delle preparazioni e per la quantita' di portate del menu degustazione che fa alzare soddisfatti, anche in termini di quantita', per quanto speso.
Se a qualche piccola delusione sulla cucina aggiungiamo il servizio discutibile e l'ambiente non eccezionale, possiamo ritenere questo ristorante decisamente al di sotto di altri grandi locali italiani che abbiamo avuto la fortuna di visitare nell'ultimo anno.

Abbiamo pernottato tre notti presso l'hotel della famiglia Alajmo proprio sopra il ristorante. Un tre stelle dignitoso e arredato in modo originale, al costo di 120 euro a notte per una doppia matrimoniale. Putroppo la prima colazione "offerta dalla famiglia Alajmo" e' stata dozzinale e molto "continentale". Nulla a che vedere con la splendida colazione offertaci da Caino a Montemerano in luglio. Oltre al ristorante e all'hotel, il "fortino Alajmo" di Rubano comprende un alimentari, una pasticceria e un caffè.


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