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Archivio recensioni ristoranti inviate dai lettori
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Gambero Rosso Piazza della Vittoria, 13 San Vincenzo (LI) Telefono ristorante : 0565701021 Data recensione : 02/2004 Puo' l'esperienza di qualche ora in un ristorante essere talmente assoluta da regalare una persistente, incomprensibile e inquietante emozione? Puo' una cucina straordinaria colpire l'intelletto quasi quanto il palato? Puo' uno chef essere artigiano e intellettuale, senza mai cadere in banalita' o contraddizioni? Siamo entrati nel locale di San Vincenzo con molti dubbi e numerosi pregiudizi. Siamo usciti con nuove e inaspettate certezze, prima fra tutte la consapevolezza che d'ora in avanti il nostro approccio alla ristorazione di qualita' non sara' piu' lo stesso. Questa premessa per chiarire a chi intende proseguire nella lettura che cio' che segue e' un racconto di emozioni, oltre che di menu e portate. Le emozioni, si sa, bisogna saperle raccontare con una prosa adatta senza farsi sovrastare dall'entusiasmo retorico della scoperta. Cosa, quest'ultima, che non mi sento di garantire. Il ristorante si trova direttamente sul mare, davanti al piccolo porto di San Vincenzo. Come ubicazione e struttura esterna non è molto diverso da altri ristoranti della zona. Visto da fuori è un ristorante che passa inosservato, senza grandi piante o portoni imponenti tipici di una certa ristorazione medio-alta. L'interno è strutturato su un'unica sala da pranzo, con la cucina leggermente rialzata. Gli spazi sono stretti ma in una sala attigua c'è un salottino che è anche lo studio dello chef. La dimensione ridotta del locale non consente di distanziare i tavoli quanto necessario. Nonostante questo i coperti totali non sono piu' di 20/22. Le sedie sono comodo e le tovaglie pregiate. I sottopiatti e le brocche di argento sono forse l'unica eccezione ad una sobrietà spiazzante. Con il passare dei minuti ci si abitua e l'ambiente diventa familiare. Con il passare delle ore e delle portate ci si rende conto che la scelta di non ostentare eccessivo lusso è un modo per valorizzare ancora di piu' la cucina. E' vietato fumare in tutto il locale. Il servizio è diretto da Emanuala Pierangelini, sorridente e garbata. In generale il servizio è attento e professionale. La dimensione ridotta del locale crea qualche piccolo inconveniente, ma tutto sommato il pranzo scorre su buoni ritmi. La carta dei vini meriterebbe una recensione a parte. Per intelligenza, profondità e ricarichi "onesti" e' di gran lunga la migliore che abbia mai avuto modo di scorrere. Etichette da tutto il mondo, ma con particolare attenzione alla Toscana. I ricarichi rispetto ai prezzi di enoteca si attestano sul 30/40%, ma si puo' trovare anche di meglio. Noi, per esempio, abbiamo optato per un Trebbiano d'Abruzzo Valentini 1997 a 33 euro. In enoteca, lo stesso vino, costa solitamente 30 euro. Il carello dei formaggi, che pure non abbiamo avuto di provare, è molto fornito, cosi' come l'accostamento di confetture (di melone bianco, per esempio). L'ottimo pane è, volutamente, di soli due tipi: bianco e integrale. Sul tavolo un ottimo burro e un piccola ampolla di olio toscano. Il menu degustazione è unico e costa 85 euro. Va ordinato dall'intero tavolo anche se è possibile fare delle variazioni. E' possibile aggiungere alle 5 portate del menu degustazione un piatto di carne proposto dallo chef (ieri il maialino di cinta senese) ad un costo complessivo di 100 euro per un menu di: due antipati, un primo, un secondo di pesce, un secondo di carne e un dolce. Il menu degustazione riprende i classici che hanno reso famoso il locale, mentre i piatti piu' recenti vanno ordinati alla carta. Essendo alla nostra prima visita optiamo per due menu degustazione, con aggiunta di due secondi di carne. Passiamo ai piatti degustati: - Baccalà con bottarga Squisito appetizer. Una pallina di baccalà mantecato con piccola spolverata di bottarga. Equilibrio perfetto e consistenza gradevolmente cremosa. Ottimo. - Tonno scottato Cottura perfetta del tonno e grande materia prima. Molto buono. - Passatina di ceci con gamberi Un piatto celebre al quale si devono, per emulazione, gran parte delle passatine (fagioli, lenticchie, porri ecc.) che riempiono i menu dei ristoranti italiani. Ero molto curioso di assaggiare questo piatto perchè io stesso mi sono cimentato nella sua preparazione. Un piatto tanto semplice quanto straordinariamente gustoso. La passatina è adagiata su un piatto piano con tre bei gamberi sgusciati. La consistenza della passatina di ceci e' quasi spumosa. Una semplicità disarmante per un grande piatto. Ottimo. - Ravioli di pesce alla crema di frutti di mare Il miglior piatto del pranzo e senza dubbio il miglior primo mai assaggiato finora. Sei ravioli con un cremoso ripieno di pesce e squisiti frutti di mare al centro del piatto. In bocca i ravioli sciolgono il proprio ripieno e sprigionano un sapore leggero ma deciso. Ottimo. - Pesce San Pietro con carciofi Sul menu viene indicato come "pesce del giorno". Soltanto all'arrivo delle piatti scopriamo un bellissimo filetto di pesce San pietro. Grande materia prima con i carciofi a chiudere un piatto che lo chef rispetta senza voli pindarici. Molto buono. - Maialino di cinta senese Piatto molto buono ma non straordinario. - Piccione di campagna al rosmarino Altro piatto storico del Gambero Rosso. Il petto del piccione viene servito sul piatto principale a media cottura, mentre la coscia viene servita in un altro piatto e molto piu' cotto. Ottimo. - Crepe con ripieno d'arancia e gelato al mandarino Dolce storico e di consolidato successo. Due crepe calde con una squisita crema di arance, accompagnate da un gelato al mandarino. Ottimo. - Ravioli con peperoni e fagioli Piatto offerto dallo chef, quale esempio di una delle ultime creazioni. Un dolce straordinario, tra i migliori mai assaggiati. Le creme sono raccolte tra sfoglie sottili. Mentre l'accostamento dolce dei peporoni (riuscitissimo) non stupisce, il gusto della creama di fagioli è imprevedibilmente vicino a quello delle castagne. Ottimo. - Piccola pasticceria 6 tipi diversi di pasticcini: gelatine (mai mangiate cosi' buone), cannolo alla crema, bignè di crema e cioccolato ecc. Una piccola pasticceria perfetta, sia nel gusto che nella quantità. - Pralineria Con i caffè arrivano squisite piccole preparazioni al cioccolato, tutti estremamente buoni e alcuni molto originali (soprattutto quelli speziati). Il conto finale è di 257 euro cosi' ripartiti: - 200 euro due menu degustazione completi - 33 euro il vino "Trebbiano d'Abruzzo Valetini 1997" - 10 euro due tisane - 6 euro due caffè - 5 euro un calice di rosso di Bolgheri - 3 euro una bottiglia di acqua minerale Sono stati gentilmente offerti: pani, appetizer, piccola pasticceria, un dolce fuori degustazione e la pralineria (con il caffè). Una parentesi conclusiva riguardo Fulvio ed Emanuala Pierangelini. Avevo letto alcuni giudizi negativi sul carattere schivo e riservato di Pierangelini, tanto da provare un leggero imbarazzo all'idea di visitare un locale apparentemente freddo e distaccato. Ricordavo la cena di gala delle Tre forchette alla citta' del gusto, in ottobre. A fine cena, mentre tutti gli altri chef si complimentavano tra di loro in sala, al secondo piano vidi Pierangelini sistemare pentole; assolutamente indifferente al momento mondano che si stava vivendo al piano di sotto. Un'immagine che non seppi interpretare se non come massima estraneazione, che altro non è che la rivendicazione stessa del proprio lavoro come massima espressione di sè. Fulvio ed Emanuela Pierangelini si sono dimostrate nei nostri confronti due persone squisite, appassionate e divertenti, con un'altissima considerazione del proprio lavoro. Siamo usciti dal locale con un pioggia scrosciante e la consapevolezza di aver provato una sensazione irripetibile: la scoperta di una nuova dimensione di cucina, piena e coinvolgente. Il centro del mondo, per due romantici appassionati come noi, per un pomeriggio è stato San Vincenzo. Prolet |