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Locanda Delle Tamerici
Indirizzo: V. Litoranea SE, 106 Loc. Fiumaretta (SP)
Telefono ristorante : 0187.64262
Chiusura: Lun e Mar, e sotto natale
Data recensione : 06/2004


Dopo aver prenotato parlando con una signorina gentilissima, ci
rechiamo al ristorante intorno alle 21:00. Raggiungerlo non e'
difficile: basta seguire la litoranea e, poco prima del paese di
Fiumaretta venendo da sud, si vede sulla sinistra l'insegna
illuminata. Un parcheggio, non grande, stile stabilimento balneare,
precede l'entrata, piccola e intima, attraverso una siepe ed un
giardino sul fronte della casa. Una doppia porta in legno scuro e di
ampie vetrature isola l'anticamera dalla prima sala. Vi si trovano la
toilette e una cassapanca (o un tavolino?) su cui stanno i biglietti
da visita del locale. Si entra in un salone ampio con pochi tavoli non
apparecchiati (probabilmente viene usato solo d'inverno):
l'arredamento e' semplice, anticheggiante, sempre in legno scuro, e il
pavimento e' in piastroni in cotto con fregi, anch'esso piuttosto
classico. Si vede uno scorcio di cucina, e una signorina straniera ci
saluta e ci indirizza al giardino sul retro, dove sono i tavoli. Il
giardino e' curato, coperto in parte da una tettoia decorata in legno
e ferro battuto, in parte da ombrelli bianchi. Pochi tavolini, ben
distanziati, con sedie grandi in stile marino (stile regista, cmq),
delimitato da una siepe piuttosto spessa che separa il giardino dal
mare che si intravede appena. Di lato un ampio prato all'inglese, ben
curato, con alcune torce alla citronella messe qua e la'.

L'accoglienza e' ottima: il personale e' subito pronto (d'altra
parte e' presto, c'e' solo un'altra coppia) e ci accompagna al tavolo
che abbiamo prenotato. Tavolo rettangolare, piuttosto lungo, ampio,
con tovagliame di lino bianco (stesso colore di sedie e ombrelloni),
sottopiatti decorati, posateria bella (ma niente di particolarmente
lussuoso, cosa che apprezziamo) e bicchieri eterogenei: alcuni Riedel,
altri no, cmq quasi tutti belli. Sul tavolo c'e' anche una candela in
vetro, che ci accendono, e un mazzetto di stecchi stile shangai legati
da una composizione di fiori secchi. Ci sistemano le sedie (cosa che
odio, so sedermi da solo) e ci lasciano soli un attimino ad
ambientarci. Prima nota stonata: c'e', forte, il profumo della
citronella, e ci domandiamo come riusciremo a sentire gli aromi del
vino. Seconda nota stonata: la mia ragazza e' proprio sotto un fico,
unico posto del locale non protetto da una qualsivoglia copertura.
Speriamo che non caschino degli insetti o qualche rettile troppo
avventuroso... ;-)

Dopo poco portano il menu': grosso e poco maneggevole, come si usa e
non mi piace, riporta una maggioranza di piatti di mare e alcune
scelte di terra. Decidiamo per il mare e ordiniamo (puo' darsi che i
termini non sian proprio quelli, ma il succo e' giusto) un pranzo
completo.

Durante l'attesa (luuuunga!) ci portano una terrina di burro salato
(buono), il pane (focaccia e pane casalingo, entrambi freschi e
fragranti), una flute di champagne (Gaston Chiquet) non troppo fresco,
ma probabilmente e' una scelta voluta per esaltarne i pochi profumi.
Il calice e' un'affare a trombetta, riedel, che non mi piace per
niente. :-/

Ci portano una carta dei vini bella pesante (e' anche questo un
librone piuttosto ingombrante e con molte pagine) e la scelta e'
buona. Una veloce occhiata, non possiamo certo star li' a guardare
tutto, ci da' l'impressione che i ricarichi siano piu' che contenuti.
Decidiamo di "bere francese" e ordiniamo, consigliati, una bottiglia
di Meursault (Meursault Joseph Drouhin, 1999, 13°) che si rivelera' un
buon prodotto, piacevole ed equilibrato, ma da non rotolarsi per terra
dalla gioia. Cambiano i bicchieri per portarcene di piu' adatti, molto
simili come linee alle spigolosita' della riedel che ci piacciono
molto.

Ci portano "una entr... un pre-antipasto" di gamberi di fondale
fritti (buoni e croccanti). Strana la correzione della cameriera al
momento di servirci, avremmo capito lo stesso se avesse usato il
termine francese. Ma forse non sembriamo come gli altri avventori, che
pian piano arriveranno, molto piu' a loro agio e assai meno compiti di
noi. E' probabile che stiamo facendo la figura del topo di campagna
tra i topi di citta'. Non si capisce bene... :-o

Antipasti:

Guanciale di maiale con astice croccante e crema di patate al rafano:
ottimo piatto, abbondante e ben presentato, con fette di maiale e di
astice che si alternano. La crema di patate (pure') e' molto ben
realizzata e tutto il piatto mostra un equilibrio tra sapori forti e
delicati veramente valido. Ne avremmo mangiato assai di piu'.

Triglie saltate con frutti di mare e salsa di zafferano: delusione
completa. Uno dei due piatti scarsi della cena, in un resto di ottimo
livello. Alcuni filetti di triglia a raggiera e un angolo di muscoli
(mitili) e vongole sgusciate, circondato da fregi di salsa allo
zafferano screziata di crema di basilico. Triglia insipida, molluschi
troppo acuti, da trattoria di paese. Negativo.

Primi:

Gnocchi di patate e scampi agli aromi liguri: gnocchi morbidi e ben
realizzati, condimento equilibrato, saporito, piacevolissimi. Buoni
davvero, pur essendo molto semplici. Si gustano con piacere.

Lasagna di sfoglia ripiena di crostacei con salsa di peperoni dolci:
anche questo e' molto buono. Uno scrignetto di sfoglia croccante e
saporita raccoglie pesce e crostacei frantumati di ottima
realizzazione. Temperatura perfetta (temevo di scottarmi la lingua),
pesce appena cotto, vicino al crudo, saporito e bilanciato. Un piatto
veramente buono, forse il migliore della serata assieme all'astice col
maiale.

Secondi:

Dentice con foglia di porro croccante con crostacei e salsa di
pomodoro: l'altra delusione della serata. Piatto molto semplice (un
filetto di pesce coperto dal porro e circondato da scampi crudi, con
sotto il pomodoro passato) e ben realizzato tecnicamente, ma difettoso
di sapori: troppo delicato, leggero, ai limiti dell'insipido.
Piacevole ma niente piu', insomma.

Orata croccante (ma quanta roba croccante in questo menu'!) in
pancetta di cinta senese con julienne di verdure. Altro piatto da
ricordare: tocchetti di pesce, avvolti nella pancetta (questa si,
croccante) e verdure saltate di buona fattura. Sapori intensi (per il
tipo di piatto, ovvio), ben armonizzati, pesce saldo e saporito. Ok,
da riprendere.

Dolci (ci presentano la carta, coi vini al bicchiere):

Torta meringa con crema chibuste e salsa arancio: chibuste e' scritto
proprio cosi'. Se qualcuno mi spiega cos'e' una crema chibuste, mi fa
una cortesia. Devo essere proprio un topo di campagna... :-/ Si
tratta comunque di un quadrotto di crema morbida sormontato da un
tetto di meringa (piuttosto dura e assai piu' dolce del resto del
piatto). La crema di arancia e' veramente buona. Piatto buono, ma i
dolci non sembrano il cavallo di battaglia del cuoco.

Gianduiotto fritto in pasta filo, salsa al caramello e gelato di
vaniglia: buonino. Un fagotto di crema di gianduia, caldo, con una
palletta di gelato parzialmente fuso e una crema al caramello.
Piuttosto pesante e abbondante, ma siamo a fine pasto e non ce la
facciamo piu'.

Non beviamo niente, preferiamo farci un distillato a fine pasto.

Distillati:

Non c'e' carta, ci dicono a voce. Chiediamo un whisky e ci elencano
6-7 nomi che spaziano abbastanza tra isole e highlands. Non elencano
l'ardbeg, che chiediamo noi, e ci dicono che forse si, c'e'. E in
effetti portano un Arbeg 10 anni di quelli "normali".

Io chiedo un rum agricolo e ricevo un Demerara 1985, scorbutico e
"malloso", che a me piace molto, senza alcuna possibilita' di
scegliere.

Servizio:

L'unica vera nota dolente della cena. Sono in 3, due ragazze vestite
in nero e un giovane probabilmente in fase di apprendistato.
Malgrado la cortesia e la gentilezza che ci mettono, non riescono a
seguire in maniera appropriata le circa 15 persone in sala. Le attese
son davvero lunghe (siamo entrati alle 21 e siamo usciti a mezzanotte
passata!) e, soprattutto, ci sono grosse carenze nella gestione dei
tavoli. Ogni tavolo ha il suo tavolino di servizio e i liquidi non si
possono gestire da soli, a meno di alzarsi e prenderseli (cosa che non
si fa, purtroppo). Pero' hanno sbagliato a distribuirli e a noi e'
toccato un secchiello del ghiaccio con due bottiglie d'acqua, una
frizzante del tavolo accanto, e una liscia nostra. Col risultato che
ogni volta (i camerieri ruotano) ci dovevano chiedere se volevamo
gassata o naturale e alla fine ci han persino servito l'acqua gassata
del tavolo accanto. Non e' mai mancata, ma ogni tanto si sarebbe
gradita maggior sollecitudine e attenzione. :-(

Non e' finita: le attese per vedersi portar via i piatti sporchi
hanno raggiunto anche i 15 minuti e il servizio delle bevande e' a dir
poco approssimativo. Non solo sbagliano i tempi (se ho gia' un po' di
vino nel bicchiere, e' inutile che tu me ne metta ancora se il cibo
deve arrivare tra mezz'ora. Si scalda e basta) ma anche la tecnica non
e' delle migliori. Molta acqua finisce sulla tovaglia e il vino e'
spesso versato in fretta e senza attenzione. Niente di male, e' chiaro
che i camerieri sono carichi di lavoro e fanno quello che possono. Ma
per la spesa, vorremmo qualcosa di piu'.

Il passaggio veloce del cuoco, che evidentemente passa di li' proprio
perche' deve, non contribuisce a sollevare la situazione. O ti fermi e
ti informi davvero, oppure te ne stai in cucina. >:[

Quattro meno meno, insomma, al servizio. E una tirata d'orecchi al
titolare che dovrebbe farci piu' attenzione. Il locale merita, cosi'
lo rovina un po'.

Conto finale: 270 euro in due. Di cui:

Vino: 75 euro (dubbio di errori! Mi sembrava piu' caro, in carta)
Liquori: 21 euro (tantini...)
Acqua: 5 euro


Gianfranco Bertozzi