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Locanda Menabuoi Via Aurelia Sud, 46 Castagneto Carducci Loc. Campo Menabuoi Fraz. Donoratico (LI) Tel. 0565.775525 Fax 0565.775717 Data recensione : 06/2004 Stimolato dalla chiaccherata con Leo (membro del newsgroup it.discussioni.ristoranti ndr) della settimana scorsa approfittiamo di questo nostro giro al mare per visitare il locale il cui Chef ha riscontrato grosso successo a Slow Fish con le sue presentazioni. La costruzione l'avevo già notata nei frequenti passaggi su questa vecchia statale, ma devo dire che non avevo notato il ristorante. E' il tipico casale di forma squadrata come se ne trovano diversi in questo tratto di Costa degli Etruschi, molto piacevole a vedersi. Ampio parcheggio. Il locale si sviluppa per lungo, seguendo la struttura. Si entra in un ingresso ove su numerosi scaffali a vista fanno bella mostra di se tante belle bottiglie delle numerose cantine della zona. Qui c'è una prima sala, arredamento caldo con colori tendenti al marrone. Noi ci accomodiamo nella sala attigua, tutta bianca, con particolarissime decorazioni murali. Sei tavoli piu uno centrale che funge da tavolo di servizio, con una bellissima composizione di fiori in sospensione gelatinosa. Musica fusion in sottofondo (molto bella la selezione musicale). C'è anche un altra sala dopo questa, stesso stile. In questa sala sediamo solo in due coppie. I tavoli sono apparecchiati di bianco, bicchieri semplici, bella composizione di felci che ornano un vaso di fiori sullo stile di quello del tavolo di servizio. Il colpo d'occhio iniziale è di grande effetto, davvero molto carino. Scopriremo più avanti che le felci, in realtà, non sono tali... ma un gioco di sabbia disegnato sul coprimacchia con rara maestria. Per quanto carino a vedersi, trovo che avere della sabbia sul tavolo dove mangio non sia il massimo dal punto di vista igienico. Nel porgerci la carta ci viene detto che i due menu degustazione si intendono per tutto il tavolo. Ambedue offrono piatti della carta, mi sembra fossero fra i 40 ed i 50 euro. La carta presenta numerose scelte marinare e qualche piatto di terra, e si presenta molto bene. Non molto bene si presenta invece la carta dei vini, 5 paginette tenute insieme da una clips e legate con un filino, con una divisione dei vini quantomeno particolare, con molte brutte cancellature a penna. Si comincia con '' i vini maturi'' ove si elencano boccie con numerosi anni sulle spalle, per proseguire sempre in maniera inusuale. Non vi sono bollicine, ne vini dolci (almeno non sono in elenco...) La cosa che subito salta agli occhi di chiunque abbia un minimo di esperienza sono i prezzi. Per la prima volta vedo dei prezzi di un livello talmente basso che all'inizio penso ad un errore... sfogliandola tutta capisco che è una scelta precisa, e questo da solo vale un doppio bonus. La scelta di bianchi è esigua, ma troviamo un Cervaro della sala 1988 a 28 euro (avete letto bene!! il 96 lo vendono a 32...) che si dimostrerà ancora molto giovane, con note degne di grandi vini di Borgogna. Io prendo dei filetti di triglia con burro alle acciughe, uva passa e peperoncino. Un antipasto entusiasmante, di rara fattura, credetemi. La salsina di acciughe (quelle sotto sale eh, non le alici fresche) è leggermente sapida ma si lega alla perfezione con le triglie e l'uva passa, con un finale appena piccante. Un antipasto che non mi sarei stancato di mangiare, come di rado capita. Lorenzo prende delle seppie con olive taggiasche caramellate, ed anche lui è soddisfatto come me per la scelta. Ambedue prendiamo le chitarrine al sugo di gamberi rossi e ortaggi. Qui, nonostante il grande entusiasmo del tavolo accanto per lo stesso piatto, rimaniamo di stucco... la pasta è incollata, rappresa, e con la forchetta se ne viene via quasi l'intera porzione. Il condimento, molto sciocco, è fatto di un paio di pezzetti di gambero nel mio piatto, di una quindicina nel piatto di Lorenzo (?), oltre alle piccole verdure. Piatto molto squilibrato, inficiato dalla presenza del peperone che copre il resto, insomma una vera delusione. Ancora all'unisono scegliamo una composizione di pesce mediterraneo all'acquapazza. Il piatto è composto da un bel crostone di pane arrostito su cui è disposto il pesce (gamberi, moscardini, filettini di pesce) e tanto pomodoro fresco cubettato, davvero tanto. Senza un filo di sale, ancora. Non comprendiamo questo piatto, non ha molto senso... manca tutto quello che serve a dare emozioni. Lorenzo prendi uno zabaione con cuore al caffè amaro, delizioso, molto equilibrato, davvero ben fatto. Io scelgo il ''vero millefoglie alla parigina''. Servito con un gradevole gelato all'arancio, si compone di una prima sfoglia croccantissima (molto caramellata) e buonissima, peccato che le altre sfoglie non siano cosi ben cotte e risultino morbide come lo è la sfoglia non cotta. Buona la crema, ma mi aspettavo molto di più. Abbiamo visto lo Chef passare ai tavoli numerose volte, e temo abbia compreso che non eravamo entusiasti al pari della coppia livornese del tavolo attiguo. Che dire? Il locale è molto bello, davvero inusuale per la zona. Entrando c'è un atmosfera piacevole e positiva. Potrebbe diventare un posto d'eccellenza, ma ci sono al momento numerose pecche. In sala c'è solo il socio che corre fra le tre salette, costretto ad appoggiare lo sbarazzo ora da una parte ora dall'altra. Un pò in affanno, per quanto gentilissimo e simpatico. La cucina ha delle vette inusuali, e delle cadute di pari livello. L'impressione è che ci siano due mani, quella dello Chef e quella ''dei ragazzi'' e la seconda non è assolutamente all'altezza della prima... Ci torneremo, fosse anche solo per le triglie, ma si nota che c'è davvero tanto da migliorare. Dal servizio alla carta dei vini, passando immancabilmente per la cucina. Abbiamo speso 163.00 euro cosi suddivisi: - 1 vino 25.00 (già sarebbe stato ottimo ai 28 della carta, addebitato a 25) - 2 acqua 4.00 - 2 antipasti 30.00 - 2 primi 36.00 - 2 secondi 46.00 - 2 dessert 20.00 - 1 caffè 2.00 (erano due) Non vengono serviti ne appetizer, ne piccola pasticceria ne altro, e forse non ci starebbero male poichè le attese sono medio lunghe. Ribadiamo l'assoluta onesta dei ricarichi di cantina. Uscendo abbiamo visto che su un altro scaffale c'era una bellissima selezione di distillati e vini dolci, peccato che il servizio non ci abbia concesso di goderne... lo avremmo fatto volentieri. Claudio Pistocchi |