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Il Don Giovanni
Corso Ercole I d'Este, 1 Ferrara
Telefono ristorante : 0532.243363
Data recensione : 05/2004


Miogo lo aveva già visitato e recensito all'inizio del mese, attratto
dal suo racconto ed avendo da organizzare una cena in zona mi sono
facilmente fatto convincere.

La mia prenotazione, fatta un paio di settimane or sono, la faccio via
internet. Ne segue un breve scambio di email con Marco Merighi che mi
conferma il tavolo e dietro richiesta mi consiglia anche una rosa di nomi di
locali ove poter dormire in zona.

Chiamo nel pomeriggio di ieri per avvertire che saremo tre anzichè
quattro, e che se fosse stato possibile avrei gradito che alle mie ospiti
venisse dato un menu senza prezzi (vecchia discussione, ricorderete). La
ragazza che risponde si scusa, dicendo che non li hanno. Rispondo che non è
un problema, che non si preoccupi.

Entro in sala accompagnato da due bellissime amiche che monopolizzeranno
gli sguardi dei maschietti presenti per tutta la serata, mentre il mio
abituale compagno di merende ha dovuto rinunciare per imprevisti impegni
(sic!)...

Il ristorante è come lo ha descritto Miogo, location molto bella specie
per il wine bar con i tavoli nella bellissima corte interna della vecchia
borsa del grano. La sala con soli 7 tavoli, appena scarna come arredamento,
luci soffuse che fanno atmosfera ma che mi creano qualche problemino nel
leggere il menu.

La ragazza che ci porge i menu mi fa capire che sono stati approntati
come ''da me richiesto''. Noto allora che le carte delle signore non hanno i
prezzi.
Ora, senza dilungarsi sul merito della questione, trovo questa piccola
cosa degna della massima considerazione. L'aver stampato in una mezz'ora due
carte senza i prezzi non sarà stato un grosso affanno, ma certamente è un
gesto di grandissima attenzione verso il cliente.

Ci versano delle bollicine marchigiane, che non apprezzo (ma è colpa
mia), e mentre attendiamo le ordinazioni ci viene offerta una piccola
panzanella con un filetto di sardina marinato. Molto buono, anche per un
fiorentino.

Cominciamo con un assaggio di Pata Negra, che le ragazze non conoscono e
che le ammalia, anche se il culatello con gnocco fritto e spugnole sott'olio
mi rimarrà come voglia per una prossima volta.
Qui beviamo un discreto Delbeck Brut Rose che ripulisce le bocche unte
dal prosciutto con una efficacia che rasenta la perfezione. Sarà l'unica
bottiglia che sceglieremo direttamente dalla bella, ma fisicamente pesante
carta. Per il resto ci affideremo alle cure di Marco per una serie di
abbinamenti ad personam per ciascun piatto ordinato. Impossibile citare
tutti i vini assaggiati, ma da notare la grande passione e competenza.

Abbiamo assaggiato diverse cose, e ci siamo poi sempre scambiati i
piatti per condividere più cose possibili. Una delle due amiche è una
ristoratrice e come me è una gran curiosa...

Il piatto meglio riuscito in assoluto sono state le mazzancolle con
spinaci croccanti e saba all'arancio, un equilibrio perfetto di consistenze
e sapori, davvero intrigante.
Buone le cannocchie quasi crude con pomodoro confit e tre diversi tipi
di pesto, forse appena ''troppo'' pomodoro.
Molto buoni gli agnolotti di piccione con salsa al curry e datteri
dolci, serviti in abbinamento a del Banyuls di grande livello (gioco
azzeccatissimo). Ottimo l'agnello con rape, lo stesso per le capesante con fiori di
zucca. E' piaciuto meno alle ragazze il rombo con asparagi e limone, ma io l'ho
trovato decisamente buono.

Finiamo con una creme bruleé alla banana dalla consistenza quasi
aleatoria, buonissima anche se la banana quasi non si sente, ed una tarte
tatin molto delicata che a me è piaciuta più che alle ragazze.

Come detto, Marco ha abbinato per ogni piatto un vino diverso, dal Gamay
sulle mazzancolle al Banyuls sui cappelletti, dal Marzemino sull'agnello ad
una vernaccia di 15 anni sulle capesante fino ad un Calcaia finale che non
bevevo da tantissimo tempo, e poi un intrigante assaggio di un qualcosa
simile al Solaria Jonica su cui non mi pronuncio per espressa promessa...

Il servizio è forse un pò lento, ma la piacevolissima compagnia non ce
ne ha fatto risentire. Comunque piacevole anche la grande disponibilità di
Marco a duettare sui vini.
Ci abbiam tirato oltre mezzanotte, fermandoci a conversare con Marco e
con lo chef sulla panchina esterna, parlando del loro lavoro e di tante
piacevolezze.

Non valorizzerò qui il conto poichè una delle due amiche ci legge, ma
vorrei solo far notare che per il ''servizio vini al calice'' è stata
caricata sul conto la cifra di euro 53 totali. Che diviso per la quindicina
circa di bicchieri versati fà una media di poco superiore ai 2 euro a
bicchiere... e onestamente non saprei cosa dire di più per spiegare al
meglio la piacevolezza del posto.

Ferrara, bellissima cittadina che da sola vale il breve viaggio da
Firenze, ha davvero una stella come scrisse Miogo. Il Don Giovanni...

E scusate la prolissità...


Claudio