> Siti e blog del Network ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() TigullioVino.it
© |
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
![]()
Archivio recensioni dei lettori
Torna all'archivio
Invia una recensione
Enoteca Pinchiorri Via Ghibellina 87 - 50122 Firenze Telefono : 055-242757 E-mail : ristorante@enotecapinchiorri.it Data recensione : 01/2004 Mattinata indimenticabile quella all'Enoteca Pinchiorri di Firenze. Prenotando con 24 giorni di anticipo, alle ore 10 del giorno di prenotazione ci viene confermata la prenotazione per 3 persone alle ore13.30. Gia un punto in più solo per la conferma. All’entrata, estremamente lussureggiante, che riveste un intero palazzo completamente ristrutturato questa estate, veniamo accolti da 2 camerieri e il Sig. Giorgio Pinchiorri che gentilmente ci prendono i soprabiti e ci fanno accomodare in una sala d’attesa che mai avrei immaginato così bella, una cura maniacale dei dettagli, fiori freschissimi ovunque, sculture e dipinti importanti, dei quali moti della città di Firenze. Non mi sono neanche reso conto della quantità delle sale che ci sono ma sicuramente più di due, comunque arrivati a quella destinata la nostro tavolo, dopo una serie di scale che diciamo fanno da tour all’intero ristorante, veniamo fatti accomodare in un tavolo all’angolo della sala, posizione ottima per gustare al meglio tutti particolari del ristorante. Non appena ci viene presentato il menù, in contemporanea ci vengono portati 3 ottimi stuzzichini abbinati ad un ottima flute di champagne selezionato per l’enoteca pinchiorri, un esclusiva veramente ottima, immaginatevi 4 camerieri li solo per voi, 2 che vi portano i menù, un somelier che ti versa lo champagne, e un altro che ti serve gli stuzzichini, potrebbe sembrare uno stato di confusione, ma la perfetta organizzazione permette una coordinazione dei movimenti che ti fanno entrare in una atmosfera sublime e di completo lusso. Dal menù composto da svariatissime portate che coprono ogni aspettativa, scegliamo il menù degustazione “fantasia”. Presa, l’ordinazione, senza l’ausilio di nessun calamaio e penna, ci viene presentata la carta dei vini, sinceramente, a me ha messo in imbarazzo, circa 30.000 etichette raccolte in due enormi e pesanti volumi uno estero e uno italiano. Nell’imbarazzo di fare una figuraccia, non essendo pienamente esperti di vini, ci viene consigliata dell’espertissimo somlier, una degustazione, ma per noi economicamente troppo costosa, e quindi scegliamo un Napa Valley annata del 1997, vino veramente eccellente. Ci viene proposta come piccola entrata un insalatina fredda di farro con gamberi in padella e salsa al mandarino, una delizia per il palato, forse anche troppo fredda ma in abbinamento perfetto con lo champagne. La prima portata del degustazione è: astice rosolato all’uvetta, con mele alle mandorle, purea di sedano rapa e brodo ristretto allo zafferano. Nome complesso e devo dire che anche il piatto non è da meno, la freschezza dell’astice abbinata perfettamente al dolce dell’uvetta, non presente nel piatto, all’untuosità delle mandorle e della rosolatura, all’aspro del sedano e all’amaro dello zafferano ne fanno un connubio di sapori orgasmici da renderlo il miglior piatto del pasto. Il secondo antipasto è: Filetto di rombo fritto, con finocchio stufato alla vaniglia e salsa al mandarino, dall’abbinamento per contrapposizione si passa a quello per affinamento, il rombo una qualità di pesce poco pregiata, ma resa veramente unica della croccantezza e dalla dolcezza dell’impanatura e abbinata perfettamente al dolce del finocchio stufato al sentore, anche troppo forte, di vaniglia, e per smorzare il tutto un ristretto al mandarino. La prima portata della pasta fresca è: cannelloni ripieni di scampi e patate con cime di rapa scottate e salsa alla curcuma, eccellente nella presentazione ma devo dire scarso di gusto, due piccolissimi cannelloni di solo patate con uno scampo sgusciato e una deliziosa salsa alla curcuma, ma meglio la crema alla curcuma di Cracco Prek, La seconda portata di pasta fresca è: garganelli di grano saraceno con ragù di coniglio, olive candite, timo e castagne, devo dire anche questo uno dei migliori piatti che io abbia mai assaggiato, una presentazione semplice ma dal gusto dolce che avvolge e persiste il palato. L’abbinamento castagne coniglio si conosce già ma devo dire che hanno saputo rinnovarlo e renderlo ancora più sfizioso che mai. Passiamo ai secondi: guancia d’agnello arrostita con fegato grasso, cipolla fondente e tamarindo. Veramente eccellete, specialmente la salsa al fegato grasso, anche se della porzione di un tappo di acqua minerale!!!! Ma perfettamente equilibrato nel contesto del menù. La seconda portata di carne: Il piccione: il petto grigliato e marinato con polenta incatenata; la coscia candita, con crostino di pane toscano al vino rosso e zucchero. Anche qui veramente ci sarebbe da scriverci un libro, l’esaltazione della polenta in un manto di rete di maiale e farcita da fagioli cannellini cavolo nero si sposa armoniosamente con la morbidezza e la succosità di un petto di piccione semplice ma unico e da una coscia priva dell’ultimo osso ma possedeva ancora il piede che veramente esaltava la presentazione. Poi una carrellata di formaggi che io e i miei compagni abbiamo preferito evitare in attesa del dolce. Niente piccola entrata di pasticceria ma arriviamo subito al dolce che è un opera d’arte e del gusto. : Il latte: La crema, la gelatina la spuma. Roba da mille e una notte: due sofficissime quennelle di mille bollicine di latte, una cialda croccantissima con all’interno una crema al latte dolce e sensuale per il palato, e in fine una gelatina, forse troppo gelatina, mai assaggiata così. Accompagnati a questo trionfo di dessert, un cono della stessa cialda con all’interno un sorbetto al limone, presentato in un candelabro d’argento e due piccole cocotte ripiene di fantasiose salsine e creme che abbiamo gradito tutti. Infine, insieme alla carta dei caffè ci vengono proposti degli ottimi cioccolatini. Il servizio, la mise en place, e l’arredamento veramente degni di uno dei migliori ristoranti del mondo, eccellente, perfetto, fuori dal classico ma rimanendo eleganti, sottopiatti in pelle e moquette, con una rifinitura in argento, ogni portata era servita con un piatto diverso dal tondo al quadrato dal bianco al nero,il centro tavola, una graziosissima anfora d’argento con tanti fiori colorati, che riempiono anche la consolle al centro della sala, un enorme vaso in argento con centinaia di fiori bianchi. Il conto….. nota dolente: 250 € a testa, considerando il vino 150 € , tutto sommato per una volta la cifra vale il servizio. Esperienza sicuramente da ripetere ma altrettanto sicuramente tra qualche anno. Simone |