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Ristorante Rugantino
Via Sant’Ambrogio, 8 Viareggio (LU)
Tel. 0584.53598
Chiuso il martedì aperto solo la sera
Data recensione : 02/2004


Da circa tre anni non tornavo in questo locale, perché, quando vado in un ristorante, mi piace scegliere cosa mangiare e non solo fra l'acqua naturale o quella briosa. Avevo comunque un buon ricordo, ed ho voluto riprovarlo sollecitato anche da alcuni thread su i ristoranti della Versilia. Il locale si trova in un villino a baiadera nel quartiere “Marco Polo” in una strada a ridosso della parte lato monti della pineta di Ponente. Entrando si trova una prima sala più ampia, un arco la divide da una sala più piccola con un termo-camino in un angolo. I coperti totali sono circa 30. Apparecchiatura con sottotovaglia in fiandra color avorio, tovaglia sempre in fiandra dello stesso colore e coprimacchia bianco ricamato. Candelabro con candela bianca, bella cristalleria, posate in lega d’argento, sottopiatto e piattino per il pane. Musica jazz di sottofondo. Arriva il patron-chef, ci informa, appunto, dell’unicità del menù con l’arbitrio fra alcuni piatti di “crudità” o gli stessi ma cotti al vapore. Ci guida nella scelta del vino, non esiste la carta, ma ci sono a disposizione circa 200 etichette. Noi abbiamo optato per un Langhe Chardonnay di Prinsi del 2001 già da me assaggiato, lo ricordavo buono ed in effetti tale si è rivelato.

Come appetizer ci viene portato un crostino di patè di bottarga ed una focaccina di farina integrale. Ottima la focaccina mentre il patè ci è sembrato con troppa maionese.

Segue un bel piatto formato da scampi, gamberi, sparnocchie e filetti d’ombrina; il tutto è cotto al vapore come da noi scelto. Il piatto è completato da un tortino di farro e condito con aceto di Cabernet. In contemporanea ci vengono servite delle acciughine cotte nell’aceto rosso. Il piatto è veramente buono, la cottura al vapore non dà variazioni e quindi si sente veramente il sapore del mare. Io non ho gradito le acciughine, per un mero mio problema con questo pesce, mentre alla mia compagna sono piaciute assai.

Si continua con una polentina bianca cotta nel brodo accompagnata da un ragù di pesce e verdure. Lo stesso chef ci consiglia di mischiare il tutto per una migliore degustazione, anche questo piatto è risultato buonissimo.
Nel frattempo abbiamo terminato il vino ed, accontentando la mia compagna, opto per un vino profumato: Gewurztraminer Sant Valentin 2000 di San Michele Appiano.

La cena continua con un tortino di sciabola ed ombrina al forno su passata di broccoli e patate; veramente da ricordare anche in considerazione che la sciabola è un pesce povero e, nella ristorazione, viene difficilmente proposto.
A questo punto, a cena terminata, arriva quello che comunemente viene denominato il primo piatto. Si tratta di un assaggio di tagliatelle all’uovo fatte in casa condite con ragù di triglia. Ottimo il condimento, le tagliatelle forse un po’ troppo cotte.
Il pane che ha accompagnato tutta la cena è stato comune pane bianco e schiacciata.

Una breve pausa, prima del dessert, ci serve per visionare più dettagliatamente il locale. Ad alcuni tavoli i commensali fumano ma ciò non disturba, alle pareti molte bottiglie di vino con alcune ottime etichette, l’ambiente è vagamente marinaresco con foto della Versilia d’epoca.
Viene servito il dessert: si tratta di una buonissima crostatina di crema e pere.
Il caffè conclude la cena. Il conto totale, vini compresi, è stato di 120 Euro in due. L’unico lato negativo è il fatto di non poter scegliere, ma “fidarsi ed affidarsi” allo chef penso che, in questo caso, sia una cosa ben fatta.


Ziongiu