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Rifugio Fuciade Località Fuchiade, Soraga II (TN) Tel. 0462.5742815 Data recensione : 01/2004 Visitato nella sua versione estiva, lo scorso settembre 2003 - già allora rimasto colpito dalla qualità della proposta gastronomica - mi ero ripromesso di ritornare in questo accogliente rifugio durante l'inverno, così da testarne l'atmosfera anche in questa stagione. Complice una serie di straordinarie nevicate in tutto il trentino e l'Alto Adige, ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo immenso. Ma andiamo con ordine. COME ARRIVARE Raggiunto il Passo San Pellegrino dalla non lontana Moena, si abbandona l'auto nel parcheggio del rifugio Miralago e si attende la motoslitta. Ce ne sono due tipi: una più grande (un mini gatto delle nevi) ed una più piccola, semplice, con carrello al traino. La scelta non è semplice poiché, se la prima offre ovviamente riparo dal freddo, la seconda regala 5/10 minuti da lappone, in un paesaggio splendido, ricoperto di soffice manto bianco. La salita verso le 17.00 - 17.30 poi, consente di godere di giochi di luce eccezionali. Da non mancare, subito dopo lo sci. IL LUOGO Il Fuciade si trova in una conca innevata e aperta, oltre i 2000 metri, un anfiteatro calcareo dominato da maestose cime (Sas de l’Om, Cigolè, Sas de Valfreida) e dal quale è possibile partire per tranquille passeggiate a piedi o con sci da fondo. Non esistono collegamenti alle piste da sci, ma in 5 minuti di motoslitta o 45 minuti a piedi si torna alla base, da dove è possibile acquistare lo skipass Trevalli, con cui è possibile sciare su un ampio comprensorio. IL RIFUGIO L'atmosfera è calda, come da copione montano, ma c'è qualcosa di più. Innanzitutto il caldo dentro e il freddo fuori, l'accoglienza di Manuela, moglie di Sergio, il Patron e la disposizione di bottiglie di vino in ogni dove nel locale, ad impreziosire l'ambiente, di legno e di pietra. Il ristorante è esteticamente molto curato: il coperto, dalle tinte pastello rosa, celeste e senape, gli ampi calici da degustazione, adeguati alla cantina e il servizio di piatti, elegante e moderno nello stesso tempo, contribuiscono a donare eleganza e classe all'ambiente rustico. Oltre alla sala ristorante, il locale è composto da altri ambienti : il piccolo bar all'entrata, l'ampia cucina con immense vetrate sui monti circostanti (per favorire di giorno l'illuminazione naturale), il locale riservato alla creazione dei dolci e dei pani, la splendida cantina interrata con acqua di sorgente che sgorga direttamente al suo interno mantenendo perfetta l'umidità nell'ambiente, una sala lettura ed una piccola saletta d'epoca per incontri particolari, degustazioni, ecc. con mobili tradizionali trentini del '700. Da vedere. LA CUCINA La cucina di Sergio Rossi si distingue per lo splendido connubio tra tradizione gastronomica del territorio, innovazione e leggerezza (a parte qualche inevitabile compromesso). In cucina, oltre a lui e ad un nutrito numero di collaboratori, trovi il figlio più grande che, a detta di Sergio stesso, si sta rivelando davvero tagliato per questo lavoro dove mette anima e dedizione. Tra i piatti provati, ben presentati da Manuela in sala durante la cena (un poco più di corsa dagli altri pur gentili collaboratori): il tagliere di affettati misti del nostrani (da provare), il kaiser, costituito da maiale affumicato, aceto balsamico, insalata e scaglie di pere (buono), la zuppa di legumi con gamberi (eccezionale), le pappardelle con funghi nostrani (buone), gli gnocchetti di polenta (buoni), gli gnocchi su letto di castelmagno fuso al teroldego (eccezionale al sapore ma da alleggerire un poco - come ?! - ), lo stinco di maiale al forno (superbo, un must del locale), la tagliata di cervo all'aceto balsamico (molto buona), la tagliata e il medaglione di manzo (molto buoni), la faraona al foie gras (eccezionale, da provare assolutamente per l'equilibrio del piatto) e i numerosi dolci (da provare la "sorpresa", ogni sera, una composizione dolce ad estro dello chef). Ho tralasciato molto da una proposta davvero nutritissima e, quel che più conta, di grande qualità, cangiante ogni sera. Non sarebbe male, tuttavia, la disponibilità di un menù in modo che sulla grande ed eccitante proposta ci si possa orientare ancora più con calma, con la dovuta ponderazione. Una cucina di ottimo livello, lontana dalla polenta e spezzatino classici, di territorio ma appena rivisitata, creativa ma senza eccessi. I VINI Giustamente ampia la carta dei vini - senza esagerare - è ben scritta e ben strutturata. Dalla stessa è possibile scegliere tra un discreto e decisamente significativo numero di aziende e vini del Trentino-Alto Adige e tra alcuni vini da tutte le altre regioni italiane, prevalentemente rossi. Nutrita anche la selezione di spumanti e vini da dessert. Interessante la possibilità di acquistare - per alcune bottiglie - il formato da 0,375 anche per vini secchi ed il formato magnum. DORMIRE Dormire è riduttivo. C'è la possibilità (molto labile per via dell'estrema sproporzione tra domanda e offerta!) di passare la notte al rifugio, o meglio, di prenotare alcuni giorni in mezza pensione. Le stanze (7) sono arredate in stile, con i "mobili della nonna" (trentina), assolutamente confortevoli e ampie, almeno quella da noi provata (dove avremmo potuto alloggiare, comodi, in sei): praticamente una sorta di monolocale adibito a camera da letto, una suite montana se vogliamo, con un bagno impeccabile per giunta, dove l'unico appunto va alla mancanza dell'asciugacapelli. Mancano televisione, telefono e connessione a internet ma se uno viene fin qui per guardare la tv o connettersi al pc non ha ben chiare le priorità... Provate invece ad aspettare la mezzanotte o anche più tardi ed affacciatevi da una delle numerose finestre dell'ampia stanza con regolatore della temperatura autonomo.Resterete stupiti dalla quantità di animali che popolano le nevi la notte, tanto più che il chiarore della luna, rifratto sul praticamente infinito manto di neve, illumina il paesaggio circostante - l'inno alla quiete - quasi a giorno. ALCUNE OSSERVAZIONI Attenzione al numero di coperti. L'ambiente è ancora intimo ma siamo al limite in alcuni momenti e l'assetto attuale va preservato, a costo di deludere qualcuno. Per il trasporto delle persone al locale, specialmente i clienti che si fermano alcuni giorni e quindi di giorno spesso si spostano, attenzione ai tempi morti (comunque accettabilissimi) in attesa della slitta per il ritorno al rifugio. Anche 20-30 minuti sono sufficienti per congelarsi. Avanti così con la selezione dei vini, possibilmente incrementando ancora di più la già nutrita proposta. Inappuntabile la cucina, così come l'alloggio. Il servizio non mira a livelli troppo formali ma probabilmente è un pregio perchè contribuisce ad accrescere la sensazione familiare in un ambiente già particolarmente caldo e piacevole. Non cambiate. In definitiva, un rifugio di grande qualità, con una piacevolissima proposta enogastronomica, dove è possibile dimenticarsi della civiltà (o dell'inciviltà ?!) e calarsi per alcuni giorni in un mondo rallentato, fatto di silenzio, colori, serenità e buone cose, per un relax garantito. Un'unica avvertenza per il lettore: occhio al rientro. Filippo Ronco |