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Calandre
Via Liguria - Loc. Sarmeola, Rubano (PD)
Telefono ristorante: 049.630303
Giorno di chiusura: domenica e lunedi`

Data recensione : 11/2003

Spero di scrivere questa rece con imparzialita` e lucidita`.
Vi anticipo che, dopo diverse visite (sei o sette), sono arrivato alla conclusione che Le Calandre sono un buon ristorante, con un ambiente carino, un buon servizio e una buona cucina (a volte ottima).
Ma non vale, e questo e` il mio parere definitivo, non vale il viaggio.

Il servizio, anche se ogni tanto commette qualche errore, e` competente, ma ti fa sentire trascurato: per poter chiedere la carta dei vini, tutte (e sottolineo tutte) le volte ho dovuto aspettare un quarto d'ora, per poter chiedere il conto un quarto d'ora, per poter ordinare, dopo aver posato il menu` sul tavolo, dieci minuti.

Ma passiamo alla cucina, che in fondo e` cio` che conta.

Ottimo lo stuzzichino, che ricordo uguale a quello dell'autunno dell'anno scorso (e infatti anche l'anno scorso mi piacque tantissimo): una cozza in ricotta (calda) di fuscella con sopra agrumi di Sicilia e olio extravergine
d'oliva delicato.
Lo stuzzichino e` stato il miglior piatto della serata.

Poi il pate` di fegatini di cortile con pane croccante e confettura di prugne e sommacco: a differenza di quanto potrebbe far pensare il nome, si tratta di una semplice "insalatina" insipida e poco profumata: mediocre, davvero mediocre, e pensare che mi aspettavo un piatto dal carattere deciso.

Spaghetti con fegati di seppia, olio e peperoncino: dopo lo stuzzichino, il piatto migliore della serata: perfettamente eseguito; ho particolarmente apprezzato le seppie crude sopra di spaghetti (i fegati erano sotto).

Capitone arrostito con salsa alle arance siciliane e gallinelle all'aceto: c'era anche della cipolla fritta, che ho apprezzato particolarmente; comunque, tutto perfettamente eseguito e abbinamento azzeccato con la salsa alle arance rosse siciliane: un buon piatto, ma senza particolari emozioni; insignificanti le gallinelle (non il pesce!) all'aceto.

Polentina soffiata in coccio e guancetta di vitello e funghi: un piatto dal sapore deciso, buono, ma non da saltar su dalla sedia; un po' pesante.

Cioccolato, nocciola e caffe` in tazza: gelato di nocciola sul fondo, caffe` caldo in superficie: si voleva un contrasto di temperature, ma si mescola (e si appiattisce) tutto, malgrado la mia attenzione nell'usare il cucchiaino (quest'ultimo forse troppo grande); comunque, un tentativo mal riuscito di rievocare con ironia sapori la cui memoria ognuno di noi si porta dietro; mi piacque, in questo senso, molto di piu` la polenta e latte.

Insomma, oramai Massimiliano e` un po' monotono nella sua "poetica", consistente (in soldoni) nel presentare scherzosamente, oltre ad alcuni piatti (forse i migliori) quasi completamente pensati "di testa", i sapori "di cose buone" che fanno un po' parte delle nostre radici.
Sinceramente, lo abbiamo capito; ma quando la poetica scade in "trucco", allora vuol dire che si e` stanchi.
Anche nei mezzi "espressivi" (ossia le tecniche) si ravvisa una certa monotonia: sempre la solita grammatica, sempre il solito vocabolario.
Alla lunga stanca.
Per carita`, piatti sicuramente interessanti, ognuno con qualcosa di interessante (ad esempio la cottura del capitone), ma le emozioni sono un'altra cosa.
Insomma, un locale che puo` entusiasmare alla prima visita, alla seconda, ...ma in conclusione un buon locale, forse anche ottimo, ma non da far fare i salti mortali.

Sono solo e bevo al bicchiere; conto di 170 euro.

Dopo un confronto ravvicinato (a distanza di pochi giorni) con Cracco-Peck, posso affermare (con la coscienza a posto) che Cracco-Peck e` un'altra cosa.


G.Lagnese