Rifugio Fuciade
Località Fuciade, Soraga - Passo San Pellegrino (TN)
Tel. 0462.5742815
Data recensione : 09/2003
Raggiunto da Moena il Pas de Sèn Pelegrin (Passo San Pellegrino), a m
1.919, si discende per circa 300 metri l’altro versante e ad un sottopasso
di pista si entra a sinistra sulla carrozzabile che raggiunge in breve
il parcheggio nei pressi dell’albergo Miralago dove occorre lasciare la
macchina. Da qui una comoda strada sterrata perlopiù pianeggiante permette
di raggiungere la conca di Fuciade, spettacolare anfiteatro calcareo dominato
da maestose cime (Sas de l’Om, Cigolè, Sas de Valfreida).
Eccolo, in una cornice unica, il Rifugio Fuciade gestito dal cordialissimo
e disponibile Sergio Rossi con il prezioso supporto della moglie in sala.
Si può venire sia a pranzo che a cena ma di sera l'ambiente già
molto curato, è impreziosito da piccoli dettagli e d'atmosfera.
L'interno del rifugio è arredato in modo tipicamente montano con
un pizzico d'eleganza nel coperto che dona all'ambiente un tono all'altezza
della proposta enogastronomica.
Nato come semplice rifugio, oggi il Fuciade oltre ad una cucina di territorio
in parte rivisitata ma senza eccessi, accosta alla proposta gastronomica
un'invidiabile cantina interrata che, se ne avete la possibilità,
vi consiglio vivamente di visitare per la sua bellezza e per le sue particolari
caratteristiche (una fonte d'acqua naturale sgorga tra la roccia all'interno
della stessa contribuendo a mantenere la giusta umidità per la
conservazione dei vini).
Il coperto offre un buon tovagliato con calici ampi da degustazione e
candela. In tre, abbiamo provato la carne salada con fagioli (squisita),
un favoloso orzo cotto nel teroldego su letto di "Puzzone di Moena"
fuso (non leggerissimo per la verità ma dal gusto irresistibile).
Di secondo, un magnifico stinco di maiale al forno, ed una tagliata alle
erbe aromatiche entrembi presentati e preparati alla perfezione. Come
vino, un semplice Rossinot di Balter, all'altezza anche dello stinco.
Moltissime altre le portate del ricco menù, tutte legate ai prodotti
del territorio sapientemente rivisitate. Senza dolce, con tre caffè
e grappa monovitigno, abbiamo speso intorno ai 90 euro, prezzo onestissimo
tutto considerato.
Terminato il pranzo, Sergio Rossi ci ha gentilmente scortato in visita
all'interno del rifugio. Davvero azzeccata l' allocazione della cucina,
con ampie vetrate sui monti circostanti: il lavoro è senz'altro
più rilassato e piacevole e l'illuminazione migliore.
Splendida la cantina, ne ho già parlato. Interessante il relativamente
nuovo ambiente dedicato alla preparazione dei dolci, della pasta e del
pane (tutto fatto in casa) che mi ha fatto rimpiangere di non aver provato
almeno un dessert. Poco male, una scusa in più per la prossima
visita.
Da vedere, infine, la saletta al piano inferiore (dove trovate anche i
servizi assolutamente puliti e curati), ricostruita con mobilio originale
del 700. L'estrema cordialità di Sergio, la puntualità del
servizio in sala e l'ottima proposta enogastronomica completano il quadro.
Sarebbe senz'altro da provare anche ad inverno inoltrato, magari con tragitto
in motoslitta fino al rifugio (il servizio è previsto) e pernottamento
in una delle 7 confortevolissime camere con servizi privati.
Compilmenti a Sergio Rossi e famiglia, a presto !
Filippo Ronco
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