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| La Conchiglia Arma di Taggia (IM) Data recensione : 01/2003 Buon anno a tutto il NG Ho passato tre giorni in Liguria e prima della dieta ferrea di inizio anno ho voluto provare tre "stellati" Michelin che si trovano nei dintorni di casa mia ad Alassio. Ho accuratamente evitato quello che dovrebbe essere il migliore, vale a dire il "palma" appunto di Alassio perche' troppo orripilante e' il ricordo di una serata di qualche anno fa quando fummo costretti a subire la presenza ad un tavolo vicino di un individuo con tosse grassa e rigurgiti da candid camera: perche' la mia all'epoca non ancora moglie e' persona di spirito abbiamo sghignazzato per ore, ma il ricordo e' ancora troppo disgustoso per poterlo associare al cibo. Abbiamo quindi iniziato con "la conchiglia" ad Arma di Taggia, sul lungomare. Non mi aspettavo grandi cose per collocazione un po' turistica e nome banalotto, comunque siamo stati accolti bene: maitre gentile e subito un cameriere ha preso i cappotti e un altro ci ha accompagnati al tavolo. La livrea dei camerieri e' un po' buffa... giacca grigio chiaro molto stretta in vita con spalle enormi che davano ai ragazzi un curioso look tipo schwarzenegger bassi :-) Sala elegante, moderna ma un po' fredda: colori bianco/giallo, luci alte, vaso con rosa rossa ad ogni tavolo. Tavoli ben spaziati, circa trenta coperti, clientela altoborghese tendente all'industrialotto con famiglia (ma degne di nota le figlie dell'industrialotto al tavolo vicino al nostro, vestite tipo Marilyn Manson). Apprezzo la carta senza prezzi per la signora e apprezzo ancor di piu' che il maitre suggerisca a mia moglie di cambiare ordinazione perche' il pesce alla base di un piatto da lei ordinato era del giorno prima perche' quel giorno non era stato pescato. "se proprio lo gradisce glielo faccio preparare ed e' sicuramente buono, ma preferirei farle assaggiare solo pescato di giornata." Arriva l'appetizer e non mi e' sembrato memorabile: si tratta di un fagottino di pastella ripieno di pesce e patate, saporito ma sospettosamente unto all'esterno. Per primo piatto ho ordinato le mezzelune con aragosta e mustela... buone ma niente di che: il ripieno del raviolo era una pastella gradevole ma in tutta sincerita' non sono riuscito a riconoscere nettamente ne' l'aragosta ne' la mustela. Ottima scelta invece di mia moglie i cui calamaretti di lampara in zemino di carciofi (antipasto) avevano un profumo ed un aspetto tale da farmi pentire della mia decisione. Come secondo ho voluto provare i gamberi di sanremo su passata di fagioli di conio. Di solito quando ordino i gamberi lo faccio per gola e me ne pento subito dopo perche' nel novanta per cento dei casi un gambero e' un gambero e basta e uccide la fantasia del cuoco... in questo caso pero' mi sono trovato davanti ad un piatto veramente eccellente: cinque grossi gamberi appoggiati sulle code e incrociati al centro del piatto con le antenne, su di un passato finissimo di fagioli con la goccia di extravergine al centro. La presgusciatura era perfetta e non restava che affondare il crostaceo nella passata per liberare un aroma e un sapore di grande delicatezza. Altrettanto buono, ma tanto deciso quanto questo era delicato, mi e' parso il guazzetto di pesce ordinato da mia moglie. Per dolce un buon tortino al gianduja (che al taglio fuoriusciva caldo e sfrigolante) con cioccolato fondente. Discreta la carta dei vini ma non ci ho prestato molta attenzione dato che volevo rimanere sui "liguri" di cui ho scelto un pigato "Apogeo" di terre rosse che ho trovato molto interessante. Bella la piccola pasticceria, ma raramente la mangio quindi non vi so dire. Conto 146 euro in due. Insomma: una buona impressione e una piacevole serata, ma a mente fredda il piatto degno di nota e' stato solo uno su tre. Forse non ho avuto mano felice nelle ordinazioni comunque non metto il locale nell'agenda dei memorabili. Penso si terra' la sua stella senza andare ne' su ne' giu'. Gli altri due sono stati meglio ;-) Quando ho tempo se vi fa piacere continuero' a scrivere. Ciao DMaster |