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Onkel Taa Toll (BZ) Data recensione : 11/2002 Visitato venerdi 8 novembre a cena. Quando ho postato la recensione su Seppila non avrei mai immaginato di potermi stupire oltre una certa misura. Mi sbagliavo. Il posto si trova sulla strada che da Merano porta in Val Venosta. Dopo 5 km, sulla vostra sinistra c'è uno slargo, attraversate un piccolo ponte sull'Adige e prendete a destra. Arriverete in un posto che niente ha da invidiare al paese delle meraviglie di Alice. Onkeel Taa è una casa-museo. L'esterno è una lunga serie di edifici e capanne piene di centinaia di suppellettili, appoggiati, attaccati, sospesi, infilati. Descrivere razionalmente il tutto richiederebbe forse meno dei 23 anni che i propietari hanno impiegato per mettere insieme il tutto, ma forse solo poco meno!! Accanto all'ingresso una botte in cui è stata ricavata una porta ospita un tavolino su cui staziona una volpe impagliata, ma si potrebbero fare altri cento esempi. Dopo un quarto d'ora passato a curiosare all'esterno entriamo nel locale. Qui lo stupore aumenta. Se provate a pensare ad una sala della stube con almeno una decina di ampi tavoli, sarà facile intuire che sia abbastanza grande. Ebbene, non un centimetro delle pareti e del soffitto è libero da qualcosa di attaccato. Il motivo più ricorrente sono le lumache, che sono dappertutto, in mille forme e maniere (compreso venti diverse preparazioni a base di lumache), e quadri, e attrezzi e tanto altro ancora. Sediamo ad un bel tavolo quadrato, accanto ad un camino acceso. Un buon profumo di legna pervade l'ambiente. Accanto a noi troneggia un ritratto del patron (visto su numerose riviste che hanno immortalato il locale). La moglie, in costume tirolese, ci porge la carta (unica, cibi, vini, etichette, spiegazioni, storia del locale. Quasi un libro). Oltre alle venti ricette a base di lumache, c'è di tutto. Scegliamo per tutti e cinque le patate alla griglia (famose, ci dicono). Sono buone, molto sottili, cotte sulla piastra. Non indimenticabili, ma buone. Alcuni dei piatti serviti: - Minestra di pomodoro (servita in un barattolo di vetro da conserve, molto buona), Spatzle al gorgonzola (buoni, forse troppo speziate), Verdura e frutta alla griglia (di tutto, molto buono), Lumache alla Bourguignonne (molto buone), Lumache allo speck (buone), Filetto con porcini e tre polente (buono il filetto, discreti i porcini, curiose le tre polente di farina bianca, gialla e di saraceno) Fegato con ananas alla griglia (buono), Frittelle di mele (di due tipi, uno fresco ed uno surgelato, buone le fresche). Bevendo un Riesling Austriaco di Juval, un Lagrein Dunkel K.F.J. del posto, acqua della loro fonte e caffè di fichi [una specie di decaffeinato fatto con i fichi e dal sapore di orzo]) abbiamo speso 52 euro a testa. Alcuni prezzi sono assolutamente fuori di testa (caffè di fichi a 7 euro, acqua della loro fonte a 3,20 euro al litro, le patate alla griglia a 4,50 euro), ma il posto vale i soldi spesi. Non fosse altro che per l'ambiente. Abbiamo visitato il ''retro'', dove la settimana prossima aprirà il museo della stube, praticamente una specie di wine bar-ristorante con altri venti tavoli. Se la prima sala ci aveva stupito, qui c'è da stramazzare al suolo. Dalla cucina (aperta a vista e visitabile) si accede ad una grotta dove allevano i loro gamberi di fiume (!!!), i bagni sono oltremodo strani, alcuni tavolini da bar sono in pratica gambe e natiche color carne, alcune pareti accolgono messaggi e biglietti da visita dei clienti. L'unica cosa è vederlo, per crederci. Che dire, un posto dove poter passare un due-tre ore stupefacendosi per l'ambiente, e magari mangiando anche. Ciao Claudio |