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Enoteca Del Duca
Via di Castello, 2 Volterra (PI)
Telefono ristorante: 0588.81510
Data recensione : 10/2002


Il ristorante enoteca Del Duca è gestito da Genuino Del Duca, un nome che appare quasi una promessa di prossima soddisfazione per la gola, che viene, peraltro, del tutto mantenuta.
Il locale, che conta una trentina di coperti, si trova ai piedi della via che conduce al parco archelogico Enrico Fiumi, a Volterra.
L'interno è squisito, curato ed elegante, senza essere opprimente, altrettanto vale per il servizio: il cliente non ha mai la sensazione di essere abbandonato a se stesso, ma neppure la sgradevole impressione di essere costantemente sorvegliato.
Per le occasioni speciali è a disposizione della clientela, nel cuore della cantina, un tavolo per due. Il cortile esterno dà su un piacevole giardino roccioso che sorge ai piedi delle mura.
La cucina rivisita e alleggerisce piatti tipici toscani, mantenendone la genuinità e l'originalità originarie. Ottimi gli antipasti (bruschette saporite con lardo di Colonnata, fonduta di formaggi piccanti, crostini, prosciutti vari...) le zuppe (soprattutto la classica ribollita), le paste (pappardelle al ragù di cinghiale, ravioli di magro con pomodoro crudo e basilico in emulsione...), i secondi di carne (cinghiale, soprattutto) e i dolci (sfogliatine con crema pasticcera, salsa di lamponi e aceto balsamico, terrine di cioccolato, semifreddo al torroncino...).
Ogni portata è quantitativamente equilibrata: al bando piatti che sembrano ikebana (pur essendo la presentazione molto curata) e reminiscenze di novelle cuisine; d'altro canto, le porzioni non sono da uomo di fatica.
La lista dei vini è varia: grande attenzione è dedicata ai vini italiani e toscani (dal Chianti alla Vernaccia, senza dimenticare Bolgheri e Montescudaio), serviti in modo impeccabile; la cantina è curata personalmente dal proprietario e dal figlio Riccardo, sommelier.
I prezzi, secondo la mia esperienza (più volte ripetuta!) si aggirano attorno ai 35 euro a testa che si riconfermano, ogni volta, ben spesi.

Chiara Gusmini