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Il Desco - Seconda recensione
Verona
Data recensione : dicembre 2001


Gli hanno dato tre forchette sul Gambero Rosso quindi lo affronto con la puzza sotto il naso e la voglia di trovare difetti: La prenotazione: la fa la segretaria una settimana prima. Voto: -. L'arrivo: allucinante posto in centro a Verona senza la minima possibilità di parcheggiare, soprattutto perchè è vicino ad un bar molto di moda e frequentatissimo oltre che ad un teatro (ovviamente c'era una prima con duemila persone presenti). Voto: 5. L'accoglienza: il maitre ci riceve e ci saluta per nome.
Un po' impacciato il cameriere che prende i cappotti. Voto: 7.
L'ambiente: edificio anonimo. L'interno è arredato con gusto. Il soffitto alto è a cassettoni perfettamente restaurati. I quadri moderni ben si abbinano con il legno del soffitto. Voto: 8. Il menù: nessun orpello.
La lista dei vini è di ordinata. Voto: 7. Il servizio: ci fanno accomodare in un bel tavolo rettangolare.
Dopo pochi minuti un deficente si accende il sigaro e il fetore comincia a pervadere la stanza. Chiamo il cameriere e gli faccio notare che per noi quel puzzo non potrà mai essere tollerato. Il cameriere chiama lo chef (che è anche il titolare) che accende un aspiratore: "In pochi istanti non sentirete più nulla". Io gli dico che non accetto una soluzione del genere e ci offre di spostarci in un'altra sala scusandosi per l'inconveniente. E' davvero dispiaciuto.
La maleducazione della gente non ha limiti; faccio presente che erano le 21 e che in tutti i tavoli si stava cominciando la cena.
Non so come si possa gestire una situazione del genere e non conosco la legge a riguardo ma credo che sarebbe meglio confinare i fumatori nella sala più piccola e lasciare ai non fumatori quella più grande.
Comunque ci spostiamo nella saletta e ci servono per la seconda volta gli aperitivi e la spuma di gorgonzola offerta dalla casa (il minimo!).
Per tutta la cena un cameriere attento anche se non perfettamente professionale ci segue con cortesia e celerità. Voto: 8.
Gli antipasti: io e mia cognata: petti di piccione con non ricordo cosa. Voto: 8. La mia amica: capesante al forno.
Un gusto eccezionale accentuato dalla cottura perfetta. Voto 10.
Mio fratello: non ricordo.
Il primo: tutti e quattro tagliolini al nero di seppia con piccoli legumi e seppioline.
I fagioli minuscoli erano eccezionali (mai mangiati di così piccoli) e il sapore della pietenza armonico e completo: Voto: 9.
I secondi: io: cervo con salsa di mirtilli. Tenerissimo. Voto: 9. Gli altri non mi ricordo.
Gli omaggi dello chef: stuzzichino glorioso è la crema di gorgonzola: spazzolate due porzioni a testa. Voto: 10.
Pre-antipasto polentina con trippa di baccalà. Voto: 9.
I dolci: io, la mia amica e mio fratello: millefoglie al mascarpone. Voto: 9.
Mia cognata: un dolce al cioccolato di cui non ricordo il gradimento. I vini: due mezze bottiglie di Gaja & Rey del 1997 (non c'era la bottiglia) Voto: 8.
Barbaresco Gaja del 1993. Voto: 8. Il conto: circa centonovantamila lire a testa esclusi i vini. Un rapporto qualità prezzo davvero eccezionale.
Non è un ristorante economico ma ho speso di più in ristorantini di pesce squallidi.
Il confronto con Vissani sorge spontaneo: la stessa cifra spesa in Umbria però si è mangiato in quattro anzichè in due! Voto: 9.
Giudizio complessivo: a parte l'incidente (presto dimenticato) del sigaro, l'ambiente caldo senza essere familiare ha dato un tocco di rilassatezza alla serata.
Il cibo eccellente e il servizio cortese fanno raggiungere: Voto: 9.

Davide,,,,