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La
Vignassa Ristorante Pino Torinese (TO) Organizzata dalla condotta Torino Sud di Arcigola-Slowfood, presso il ristorante la Vignassa di Pino Torinese una cena con i vini della pluridecorata "La Spinetta" dei fratelli Rivetti (quattro "tre bicchieri" quest'anno su "Vini d'Italia). La cena, confortata da un prezzo piuttosto competitivo (70mila per i soci, 75 per gli ospiti) ha avuto una grande partecipazione (oltre cento i coperti). Non conoscevo questo ristorante sulla strada tra Pecetto e Pino Torinese e sapevo solo che era della stessa proprieta' del discreto "Grappolo" di Torino (13/20 su l'Espresso 2001) e l'ho trovato molto piacevole, con uno splendido giardino panoramico ed una sala molto ampia e abbastanza sobria. Puntuale il servizio, considerando l'enorme numero di commensali. Molto giovane la brigata in cucina. Un piccolo incidente di percorso all'inizio: Giorgio Rivetti non ha gradito il livello dei quattro bicchieri per i rossi e ha richiesto di sostituirli con uno solo per tutti e quattro i vini, ma di una certa importanza. In tavola sono stati aggiunti quindi anche dei secchielli per vuotare i bicchieri. Il primo antipasto: un prosciutto di cervo, ripieno di formaggio latur e riduzione pepata di barbera era discreto, ma troppo pretenzioso come il nome faceva intendere. Anche l'abbinamento, un Sauvignon di Rivetti, che sara' messo in commercio l'anno prossimo, non era azzeccato. Il vino, poi, sembrava piuttosto povero sia al naso che in bocca: sicuramente dovra' essere riassaggiato. Molto meglio il secondo antipasto, una rolatina di coniglio su barbabietole e aceto balsamico agliato, dove carne, condimento e barbabietola giocavano una bella serie di contrasti. Abbinato era una novita' assoluta: un Sangiovese 2000, di una tenuta toscana recentemente acquisita, che verra' messo in commercio tra due anni. Veramente gia' interessante adesso. Qui Rivetti ne ha approfittato per una appassionata "tirata" in favore dei vitigni autoctoni di fronte all'imperare internazionale di Merlot e Cabernet Sauvignon. Discreto lo sformato di broccoletti al raschera, ma eccellente l'idea della quenelles di peperoni arrosto che ne ravvivava il sapore. La Barbera d'Asti 99 superiore e' veramente valida e conferma ormai i risultati di eccezione di questo vitigno nell'Astigiano. L'involtino di tagliolini alle melanzane era il piatto piu' debole della serata: banale l'idea della panna e prosciutto dentro l'involucro di melanzane. Molto leggeri i gnocchetti di patate alla Tuma d'la paja. Con questi primi e' stato servito il Pin 99, vino che ormai da anni, meritatamente incassa i "tre bicchieri". Sono abbastanza favorevole a questi assemblaggi Barbera/Nebbiolo e le rare volte che trovo questo vino a ristorante non me lo faccio mancare. Discreto il Capretto in crosta di senape e menta con salsa al nebbiolo, ma in questo periodo pasquale sembra impossibile riuscire a mangiare qualcosa che non sia ovino. Il Barbaresco 97 Gallina Vursu' e' effettivamente impressionante: e' probabile che tutte le annate dal 97 al 2000 dei nobili piemontesi risulteranno notevoli, ma certo qui c'e' gia' un equilibrio e una bevibilita' estrema. Finale con un buon Semifreddo alle pere e cannella con quello che e' stato storicamente il vino della "Spinetta": uno dei migliori Moscati italiani. Qui e' stato servito il "Bricco Quaglia" 99 e, certamente, la tradizione e' stata rispettata. Una serata complessivamente molto piacevole. Ciao a tutti Leo |