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Paolo
Teverini Hotel Toscoromagnolo Bagno di Romagna (FO) Del Ristorante di Paolo Teverini ho sentito parlare spesso, ma da Firenze non è esattamente a portata di mano e quindi mi ero sempre ripromesso di andarci, prima o poi. L'occasione è capitata giovedi sera, 18 ottobre a cena. Bagno di Romagna si raggiunge passando per la superstrada che porta a Pesaro, noi siamo passati da San Sepolcro e su e su. Il ristorante è situato al piano terreno dell'Hotel Toscoromagnolo. Vi si accede da un ingresso autonomo, suonando il campanello. Presenti solo altri due ospiti. La sala è piccola e raccolta, arredata in maniera molto classica, drappi e tendaggi. Ogni ampio tavolo accoglie una scultura metallica raffigurante un corpo femminile color oro. Bel tovagliato e cristalleria. Inusuali i piatti dalle forme molto particolari, peccato che traballino troppo rendendo non agevole la semplice operazione di inforchettatura (?!?). Abbastanza ampia la carta, scegliamo: - Tortelli di patate al tartufo bianco (al posto dei taglierini). Buoni, con il ripieno bianco come fanno da queste parti (da noi è rosso) anche se il tartufo non è profumatissimo. - Beccaccia con crostino delle sue rigaglie e petto farcito. Presentazione stupenda, molto giapponese, una coscia con due crostini ed il piccolo petto farcito. Molto ben fatta, con la sua salsina leggera. - Foie-gras d'oca farcito di tartufo bianco. Anche questo piatto viene presentato in maniera stupenda, un trancio di fegato grasso ben imbottito di tartufo bianco, contornato da piccoli porcini arrostiti ed una buonissima salsa ottenuta dalla cottura del foiegras. Lo avrei cotto un minuto in più. I porcini erano strepitosi. Nel complesso molto buono. - Tortino di cioccolato e amarene. Buono e ben presentato. - Zuppa d'autunno. Una crema di castagne in sfoglia croccante di farina di castagne, con una zuppetta di frutti freschi in salsetta di cannella. Profumatissimo, molto buono. Anche troppo abbondante. Ci vengono poi portati in sequenza altre tre piccole portate dolci. Una piccola pasticceria (discreta, ma niente piu). Un ''latte oro'', un budino bicolore molto ricco, servito in un piccolo bicchiere da liquore (buono). Una piattata di zucchero semolato che sorregge una fetta cadauno di frutta seccata a forno, arancio, mandarino e ananas. Inusuale e molto profumata, carina. Dalla discreta lista dei vini scegliamo: - Montrachet Grand Cru 1996, Domaine Leflaive. Il vino arriva a temperatura di cantina (e va piu che bene visto la tipologia), al naso presenta un leggero odore di tappo che però si avverte solo a vino fermo. In bocca non lo si avverte e non me la sento di mandare indietro la bottiglia. L'avessi aperta a casa l'avrei bevuta, e cosi ci comportiamo qui. - Acini Nobili 1988, Maculan. Il sommelier si scusa per l'etichetta quasi completamente distrutta. Il vino comunque è da mille e una notte. Con una persistenza pazzesca. CONTO (in due): Cucina 354 k Cantina 439 k NOTE: La faccia scura di uno dei due camerieri non si lega bene con la poca presenza di avventori del giovedi sera. Si nota. Al tavolo accanto, dove si serviva un menu degustazione, al momento di servire un Pinot nero della Sala, il cliente annusa il suo bicchiere e nota che si sente un poco il tappo. Il cameriere prende dal tavolo il bicchiere del cliente, lo porta al naso, odora piu volte e poi si dice (cortesemente) non d'accordo.Poi rimette il bicchiere del cliente al suo posto (sic!!!!!!!!!!!). Comunque poi il vino lo cambiano. I bagni sono discreti, ma la porta non si chiude poiche manca la chiave e c'è un mandata girata. Nel conto viene messo tutto, ma proprio tutto. Anche acqua e caffè. Giudizio incerto. Claudio |