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          Storico articoli - Febbraio 2002


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          L'aristocratico caviale 

          Un tempo esclusiva ghiottoneria per zar, scià, regnanti e potenti di vari Paesi, 
          oggi sulle tavole di ristoranti famosi e di esigenti gourmets, il caviale - vero 
          e proprio "oro nero" - è sinonimo di prelibata ricercatezza gastronomica. 
          Infatti, non c'è raffinato ed elitario banchetto o convivio in cui non sia 
          presente, siglando deliziose tartine ed elaborati piatti creati da valenti chef.
          Ricco di fosforo e proteine e dai singolari sapori ed aromi, il caviale è costituito 
          da uova di alcune varietà di storione, di cui le più pregiate vivono nel Mar 
          Caspio, in particolare nella zona meridionale appartenente all'Iran, quali il 
          Beluga, dal peso variante tra i 40 e i 300 kg. e della lunghezza che raggiunge 
          i 4 metri. 
          L'Oscietre, dal peso tra i 20 e gli 80 kg. e lungo fino a 120 centimetri. 
          Il Sevruga, dal peso medio di 25 kg. e della lunghezza massima di un metro 
          e mezzo. Da questi tre tipi di storione si ricava le omonime varietà di caviale: 
          il Beluga, con grani grossi (2-4 mm.)di colore perlopiù grigio medio, involucro 
          tenero ma elastico, dallo straordinario e composito aroma, ed è il più pregiato; 
          l'Oscietre, dai grani medi di colore grigio intenso, con involucro tenero e 
          dall'aroma persistente; il Sevruga, dai piccoli grani di colore variante tra il 
          grigio scuro e il grigio chiaro, con involucro tenero e dall'aroma delicato; 
          quest'ultimo, considerato il meno pregiato come caviale, è il più ricercato 
          per la bontà della sua carne. 

          Oltre a queste tre varietà, sebbene poco reperibile o quasi raro, c'è il 
          Karaburun (che in iraniano significa "muso nero") derivato da una omonima 
          sottospecie dell'Oscietre che vive esclusivamente nel Mar Caspio e, un 
          tempo, riservato allo scià di Persia.  
          Ha grani del colore dell'ambra gialla e dal sapore che ricorda quello della noce. 
          Confezionato in scatole cilindriche di lama di vario formato (da 50 a 1700 gr) 
          e nelle classiche papaline in vetro (da circa 30 e 60 gr), il caviale è immesso 
          al consumo sia pastorizzato (ovviamente meno pregiato) che fresco. 
          Anche se entrambi vanno conservati alla temperatura di 1-2°c, il tipo fresco 
          ha una durata di consumo di 3 mesi, mentre quello pastorizzato, di 1 anno. 

          Attualmente, si può affermare che il migliore caviale sia iraniano: ideali 
          condizioni ambientali della parte iraniana del Mar Caspio (più profonda e 
          totalmente incontaminata) e il rigido controllo dello Stato (dalla pesca degli 
          storioni all'estrazione delle sacche o ovaie, alla setacciatura e salatura 
          delle uova  alle operazioni di inscatolamento del prodotto) gli conferiscono, 
          oltre una assoluta genuinità, caratteristiche organolettiche di altissimo pregio. 

          Gastronomicamente il caviale, affinché esprima le sue peculiari caratteristiche, 
          va proposto e servito - più che nelle "inflazionate" tartine - in minime ciotole di 
          vetro immerse nel ghiaccio trito, in antipasti di crostacei e di pesce freddi o 
          appena tiepidi e, come ingrediente o contorno in secondi piatti, sempre di pesce 
          o crostacei. 
          Mentre l'accostamento col vino - di difficile unione - trova interessante 
          abbinamento con Champagne e Spumanti Classici brut, serviti a 6-8°c in 
          slanciate ed affusolate flutes. 
          Un binomio di classe, non solo da inserire nei menues delle festività, ma 
          anche in quelli di importanti o meno, occasioni, come cene di compleanno, 
          di anniversario di matrimonio e in quant'altre volete. Prosit.                             

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