


Storico articoli - Dicembre 2001
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14a edizione del Salone Nazionale del vino Novello
L'attesa per il 14° Salone Nazionale del Vino Novello è stata in parte
soddisfacente. La perfetta organizzazione e regia della Fiera di Vicenza che,
da 14 anni ne cura la realizzazione, con l'apporto di Civiltà del Bere e la
collaborazione tecnica dell'AIS, ha fatto sì che la manifestazione richiamasse
un gran numero di visitatori. Inaugurato dal Ministro delle Politiche Agricole,
On. Giovanni Alemanno, il Salone, oltre che vetrina nazionale del "Vino
Novello", ha offerto altri motivi d'interesse, come il "Bio Expo - I Sapori di
qualità delle Venezie".
Una iniziativa di rilievo, fatta con la collaborazione della Camera di
Commercio di Vicenza, dedicata al comparto alimentare, in particolare ai
prodotti biologici delle terre venete. Ma non solo. Alla bella e prosperosa Valeria
Marini madrina del Novello 2001, è stato assegnato il Premio Simpatia, mentre
a Gualtiero Marchesi, artefice dell'innovazione della cucina italiana, è andato il
Premio Palladio "alla carriera", riconoscimento che viene dalla segnalazione dei
produttori vinicoli nazionali e su proposta della presidenza della Fiera di Vicenza.
Il tutto siglato dal "déblocage", preceduto da uno spettacolo di cabaret con
l'irriverente e simpatico Dario Ballantini di striscia la notizia.
Entrando nel vivo, ossia parlando del vino novello, si hanno (a mio opinabile
parere) due realtà distinte: la prima emersa dalla concretezza delle cifre in
positivo.
Ben 18.831.800 bottiglie di vino novello prodotte nel 2001, contro i 17.586.476
di bottiglie prodotte nel 2000, con un incremento di 1.245.324 bottiglie, pari al + 7.1%.
Una escaletion significativa, che dalle 4.900.000 bottiglie del 1987 è passata
attualmente a circa 19.000.000 di bottiglie; un trend di tutto rispetto.
Analizzando le regioni produttrici, la parte del leone spetta al Veneto con 6.153.050
bottiglie prodotte da 108 aziende; + 6,2% rispetto al 2000.
Seguito nell'ordine da: Toscana con 3.172.000 bottiglie prodotte da 29 aziende
(+ 2,5%); Trentino con 1.682.000 bottiglie prodotte da 10 aziende (+ 6,2%);
Emilia Romagna con 1.284.500 bottiglie prodotte da 29 aziende (+ 9,2%);
Sardegna con 1.190.000 bottiglie prodotte da 10 aziende (+3,9%); Friuli Venezia
Giulia con 1.044.700 bottiglie prodotte da 18 aziende (+ 4,9%); Puglia con 929.700
bottiglie prodotte da 19 aziende (+ 15,3%); Sicilia con 809.000 bottiglie prodotte da
10 aziende (+3,2%); Piemonte con 588.000 bottiglie prodotte da 14 aziende (+ 13,1%);
Lazio con 418.000 bottiglie prodotte da 17 aziende (+ 55,7%); Lombardia con
321.500 bottiglie prodotte da 30 aziende (+ 6,8%); Marche con 317.550 bottiglie
prodotte da 10 aziende (+ 6,7%); Abruzzo con 284.500 bottiglie prodotte da 15 aziende
(+ 11,6%); Umbria con 250.000 bottiglie prodotte da 15 aziende (+ 10,1%); Campania
con 156.000 bottiglie prodotte da 3 aziende (+ 6,1%); Molise con 80.000 bottiglie
prodotte da 1 azienda (+ 60,0%); Calabria con 76.000 bottiglie prodotte da 3
aziende (+ 28,8%); Alto Adige 62.000 bottiglie prodotte da 2 aziende (- 6,1%);
Liguria con 13.300 bottiglie prodotte da 2 aziende ( = %).
Anche il fatturato è di tutto rispetto, essendo di 149.308.448.300 lire, con un
prezzo medio per bottiglia di 7.928 lire (+ 3,1% rispetto al 2000).
Così pure l'apparente divario produttivo: 141.238 ettolitri di vino novello contro
i circa 50.000.000 di ettolitri di vino prodotti anch'essi quest'anno.
Una differenza di relativo valore, in quanto se la produzione vinicola può variare
in più o in meno a seconda dell'andamento climatico, quella del Novello interpreta
fedelmente la domanda del mercato.
La seconda realtà, riguarda - a mio avviso - il vino nelle sue peculiarità.
Come è noto, il Beaujolais Nouveau (come gli altri) viene prodotto con la macerazione
carbonica quasi totale delle uve del vitigno gamay , mentre il Vino Novello viene
prodotto parzialmente con la stessa macerazione - variando dal 20 all' 80% - e
utilizzando ben 67 vitigni diversi, impiantati in zone che spaziano dal nord al sud
dell'Italia.
Per molti esperti questa diversità non solo con il Beaujolais ma anche tra i vari
vini novelli italiani, rappresenta un elemento positivo che ci contraddistingue
dai consimili di altri Paesi. Un'opinione forse giusta e ovviamente rispettabile
che, anche tra i crescenti consumatori più evoluti, crea motivi di discussione.
Tra questi: colori sensibilmente dissimili, profumi varietali (erbacei) che
prevalgono sui sentori fruttati, sapori anch'essi molto dissimili per alcolicità,
sapidità, freschezza, tannicità, pienezza e persistenza.
Spesso più vicini ai vini "nuovi" appena spillati dalla botte, che ai novelli.
Quesiti che lasciano non pochi dubbi: è noto che molti vitigni siano più congeniali
di altri per questo tipo di vino; non ha caso il primo Novello Doc è stato il
Bardolino, prodotto con le uve dei vitigni corvina (in prevalenza), rondinella e
molinara. Vitigni che attualmente occupano rispettivamente, il 5°, il 6° e l'8°
posto tra quelli che danno origine al maggior numero di vini, preceduti da:
montepulciano (4°), cabernets (3°), sangiovese (2°) e merlot (1°).
Personalmente sono d'accordo con chi trova che i sentori erbacei tipici dei
cabernets siano condizionanti, emergendo su quelli di piccoli frutti boschivi
più o meno maturi. Meglio il merlot, decisamente meno erbaceo e più fruttato.
Interessanti risultano il sangiovese, il barbera, il teroldego e la schiava,
con meno sentori varietali ma certamente con più acidità fissa, che
confereriscono al vino freschezza e armonia.
In ultimo, il perchè della parziale o limitata macerazione carbonica con cui
sono stati prodotti vari vini novelli.
Molto probabilmente per avere dei vini molto simili a quelli ottenuti con la
totale o in gran parte, macerazione carbonica e per dargli una vita decisamente
più lunga.
Un insieme di considerazioni che sono emerse dai 156 Novello presentati
al 14° Salone Nazionale del Vino Novello.
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