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          Storico articoli - Aprile 2005


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Grappe d'Autore
di Virgilio Pronzati

Sono molti i distillati che sono prodotti nel mondo. Ognuno di loro caratterizza non solo una regione, ma addirittura un Paese. Il Cognac e l'Armagnac sono ormai sinonimi di Francia; così come il Whisky, la Vodka, il Bourbon, la Tequila e la Grappa, lo sono rispettivamente, di Inghilterra, Russia, USA, Messico e Italia. E parlando di Grappa, oltre ad essere l'unico distillato che si può già bere appena uscito dalla serpentina, in quest'ultimo decennio la Grappa, sapientemente prodotta ed invecchiata, non solo è entrata tra i distillati più noti, ma si è meritatamente inserita tra le primissime posizioni.

Barile
Nuccia e Luigi Barile con i diplomi tra le barriques


Cercando nel suo passato, l'etimo del suo nome risale al lombardo "grapa", cioè graspo, a sua volta derivato dal tedesco "napf", ossia nappo: ciotola o bicchiere. I friulani la chiamano "sgape", in Piemonte è chiamata "branda" (termine ereditato dai francesi) e in Sardegna "filu e ferru".

Certamente antica ma non di nota data, la Grappa è stata inventata dalla gente del popolo. Quindi di umili origini ma di gagliarda vitalità. Per secoli trovò proprio nella gente del popolo i suoi estimatori.
Un tempo lontano gli intellettuali la snobbavano. Dante e Petrarca la trovavano abominevole (sic!), e così i nobili che amavano vini pregiati. Ma i medici gli riconoscevano potenti virtù. Nel '500 Pietro Andrea Mattioli scriveva al riguardo:

"Meritatamente si può chiamare acqua di vita; aumenta et conserva tutte le cose che si pongono dentro da lei preserva et non si corrompono, così parimenti conserva la vita di coloro che l'usano di bere, togliendo dai corpi loro ogni putredine et custodisce e ripara, notrisce, difende et prolunga la vita. In più il suo vigore e calore naturale, rigenera, vivifica gli spiriti vitali, scaldando lo stomaco, conforta il cervello, acuisce l'intelletto, chiarifica la vista et ripara la memoria".

Luigi Barile nella cantina d'invecchiamento


Da queste positive affermazioni, gli acquavitai ambulanti di Roma, Torino o del Friuli, facevano facili vendite ai popolani. Già nel 600 sorgevano botteghe stabili per la vendita della Grappa. Nel 1779, Bartoldo Nardini aprì la famosa distilleria-mescita a Bassano. I migliori suoi clienti, i battellieri del Brenta, diffusero la Grappa anche a Venezia, dove fu poi apprezzata anche dai nobili. Con la Grande Guerra, la Grappa scaldò membra e cuori dei soldati al fronte, infondendogli conforto e coraggio. Da un ventennio, prodotta con tecniche più razionali e vinacce fresche di monovitigno, distillata in alambicchi discontinui a vapore, è salita ai salotti buoni della città. E oggi come ieri, Veneto, Toscana e Piemonte, sono alla leardeschip della produzione di Grappa di qualità. Non solo, in quest'ultima regione, a Silvano d'Orba, piccolo centro attivo dell'Alessandrino, c'è l'antica distilleria "BorBar" di Luigi Barile, genovese ed autore di grappe esclusive.

Barile
I coniugi Barile con il presidente di Slowfood, Carlo Petrini


Bottiglie della sua Grappa di 25 anni sono state acquistate dalla Camera di Commercio di Genova, per farne dono ai grandi della terra riuniti a Genova per il G8. Il compianto Luigi Veronelli, assaggiandola, l'ha posta ai vertici. E siccome la classe non è acqua, la Grappa Barile oltre a conquistare "L'Alambicco d'Oro" (massimo riconoscimento nazionale), ha vinto anche nei due anni seguenti, la medaglia d'argento con la grappa bianca, nel concorso mondiale di Bruxelles e, un'altra dello stesso metallo, ma ancor più prestigiosa, nel concorso mondiale di Londra.

Barile
Luigi Barile con l'onorevole Teresio Delfino


Prenotando (010/6442326 - Fax: 010/466362), potrete fare una visita nella storica distilleria, dove, al fresco e al buio, maturano in botti di rovere francese per anni e anni, superbe grappe. Prosit.


Virgilio Pronzati